Sucker for Pain

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-Via! Non possiamo affidarlo a lei, è solo una ragazza!-

-Non abbiamo altra scelta, è stata l'unica psichiatra che ha dato la sua disponibilità- rispose Antony Arkham, il direttore dell'omonimo manicomio -E poi ha tutte le credenziali necessarie, senti qua- continuò, mettendosi a posto gli occhiali sul naso e iniziando a leggere il CV della nuova venuta -Harleen Frances Quinzel, ventisei anni, una laurea con il massimo dei voti in Psichiatria, attestazione di frequenza agli stage della Scuola di Psicopatologia di Harvard e una tesi in Criminologia forense interamente dedicata a... Il Clown di Ghotam City: deviazione comportamentale di una personalità estrema e multisfaccettata-

-Ha fatto la tesi sul Joker?

-Sì, e vuole anche scrivere una monografia su di lui-

-Incredibile- esclamò Rogers, il Pubblico Ministero -Come si può scrivere una tesi sul Joker?-

-Ognuno ha le proprie ossessioni, vostro onore- lo liquidò il direttore, ridacchiando -Ma vedrà, con lui non durerà più di una settimana, proprio come gli altri-

-La faccia entrare, sentiamo cos'ha da dire-

-Come vuole. Rebecca?-

Una segretaria sottile e dai capelli perfetti entrò in ufficio -Sì, dottor Arkham?-

-Vada a chiamare la dottoressa Quinzel, per cortesia-

-Certo, dottore-

Rebecca uscì, facendo ticchettare i tacchi alti sul pavimento.

Davanti a lei, seduta a gambe strette in sala d'attesa, c'era una ragazza occhialuta col capo chino. Costei indossava un sobrio tailleur grigio sotto il camice bianco e aveva i capelli acconciati in un rigido chignon, il che le conferiva un aspetto tanto professionale quanto severo. In realtà, la dottoressa Quinzel non era affatto severa o compunta, era semplicemente molto tesa. Stava facendo finta di leggere il pesante tomo che aveva sulle ginocchia, facendo finta perché era troppo nervosa anche solo per poter leggere.

-Dottoressa Quinzel?- la voce acuta della segretaria la fece trasalire -Oh, scusi, l'ho spaventata?-

-No, no, si figuri- rispose con un sorriso imbarazzato, alzandosi goffamente in piedi e facendo quasi cadere il libro -Ero immersa nella lettura e non l'ho sentita arrivare. Sa, Psicofarmacologia è così interessante!-

-Immagino...- proferì la segreteria con una punta di disgusto, guardandola dall'alto al basso -Prego, può accomodarsi-

La ragazza con gli occhiali le sorrise appena e la seguì nell'ufficio, dandosi ripetutamente dell'idiota.

-Vuole darmi il libro?-

-Forse è meglio, grazie, così evito di farlo cadere davanti a tutti- scherzò, ma l'altra la guardò quasi con beffarda commiserazione.

-Gliel'ho chiesto proprio per questo-

-Grazie...- rispose ferita, senza reagire. Solo glielo porse, e si trovò di fronte alla porta in linoleum del direttore, con la targhetta placcata in oro che recitava Dott. Antony Arkham.

"Respira, Harleen. Tu sai cosa dire, sai cosa devi fare... l'hai ripetuto trenta volte, lo sai bene..."

Con le mani sudate e tremanti aprì la porta, trovandosi subito due paia d'occhi intenti a fissarla.

"Respira, Harleen, respira".

-Buongiorno- esclamò ai suoi superiori, entrando con le spalle dritte ma incassate.

-Buongiorno a lei- le rispose bonariamente il direttore -Prego, si segga. Dunque, dottoressa Quinzel, abbiamo esaminato sommariamente il suo curriculum e non si stupirà se le dico che è accademicamente impeccabile, lei non ha proprio nulla da invidiare a nessuno dei suoi colleghi-

The Role ReversalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora