Standing in the Rain

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Batman procedette cautamente per il corridoio, stando ben attento a ogni minimo rumore o odore sospetto. Si guardò il polso, il suo captatore  informatico segnava indefesso la presenza di una vita umana, finalmente a pochi metri di distanza da dove si trovava lui. Ormai stava cercando da mezz'ora quell'isolata forma di vita, l'unica rimasta nel cimitero desolato di quel manicomio.

Chiunque fosse quel sopravvissuto, buono o cattivo che fosse, aveva senza dubbio bisogno di cure.

Ma quando arrivò a destinazione e vide di chi si trattava, ne rimase alquanto sorpreso: la dottoressa Quinzel, svenuta su un lettino con lo stampo di due labbra rosse sulla fronte.

Batman le toccò il collo con le dita inguantate, il battito cardiaco era debole ma c'era eccome. Incredulo e stupefatto, prese il corpo di Harleen in braccio e uscì, chiedendosi a che cosa fosse dovuta tanta clemenza da parte del Joker.

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Una luce accecante le abbagliò gli occhi. Harleen cercò di chiudere le palpebre, ma le dita di un uomo glielo impedirono.

-Mi sente, dottoressa?- udì una voce maschile, lontana e sconosciuta

-Dottoressa Quinzel? Mi riesce a sentire?-

Piano piano, le immagini iniziarono a prendere fuoco. Vide una piccola televisione appesa al muro, scese con lo sguardo e notò un tavolino di linoleum con sotto una sedia dello stesso colore.

-Sta cominciando a riprendere conoscenza- esclamò la voce maschile e sconosciuta -Dottoressa Quinzel? Riesce a vedermi?-

Harleen cercò di guardare davanti a sé. Un uomo col camice bianco e una mini torcia tra le dita le stava sorridendo bonariamente... Un medico, registrò la sua mente, e di fianco a lui c'era un'infermiera e ancora, in secondo piano, un altro soggetto con un impermeabile da detective.

-Ben tornata tra noi, dottoressa- le disse il medico -Riesce a muovere la mano?-

Harleen, che si rese conto di essere sdraiata su un letto di ospedale, obbedì e mosse le cinque dita della mano destra.

-Molto bene, molto bene. Ho buone notizie, sa?- le disse -Lo shock cerebrale non ha riportato particolari danni, due giorni e potremo dimetterla-

-Cosa è successo?- riuscì a chiedere, stupendosi del tono bassissimo della sua voce

-È stata coinvolta in un grave incidente, ma starà bene, tornerà come nuova-

"Un grave incidente? In... macchina?" si sforzò di ricordare "Mi hanno aggredita?"

Poi, del tutto all'improvviso, nella sua mente balenò un sorriso argentato.

Harleen strizzò gli occhi e si toccò subito le tempie. Solo ora che stava rinsavendo si era accorta di quanto le facesse assurdamente male la testa.

-Sente molto male, dottoressa?- le chiese il medico, ma quella parola, male, le suscitò un'altra visione lampo. Vide chiaramente due grandi occhi azzurri e udì una voce echeggiante, persa nell'inconscio della sua mente "Voglio solo farti male, molto, molto male..."

-Mr J!- esclamò a voce alta, cercando subito di sedersi sul letto. L'uomo con l'impermeabile si alzò dalla sedia di cortesia e si avvicinò.

-Si calmi, Harleen, va tutto bene- le dissero in coro sia il medico l'infermiera, cercando di distenderla sul materasso.

-No, devo... Mi serve il cellulare, devo chiamarlo- esclamò, esagitata -Devo partire per l'Europa...-

-Ma certo, appena starà meglio partirà, ne siamo sicuri- la liquidò il medico -Joan, inserisci nella flebo due dosi di tranquillante, per cortesia-

The Role ReversalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora