Gangsta'

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Gangsta





"Jeannie, Joker cronaca nera"

"Joker e Jeannie"

"Joker uccide Jeannie"

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Era l'una di notte e Harleen ancora non dormiva. Distesa sopra le coperte sgualcite, erano ore che stava facendo ricerche sui variegati crimini commessi dal clown, sia quelli che lui aveva rivendicato che quelli che gli avevano affibbiato più o meno ingiustamente, attraverso il riesame di tutto il materiale che nel tempo aveva racimolato su di lui.

Aveva grossi faldoni sul copriletto, fogli volanti, raccoglitori per terra e qualche foto segnaletica, ma in tutto quello non aveva trovato riferimenti, nemmeno accenni, sulla misteriosa Jeannie.

Harleen era una psichiatra, sapeva meglio di chiunque altro cosa succedeva quando riaffioravano i grandi dolori del passato, quelli che i pazienti si rifiutano di affrontare e che, archiviati in un cassetto dell'inconscio, costituiscono la chiave di volta per la guarigione mentale.

Jeannie, forse, avrebbe guarito Mr. J, ma Harleen non era del tutto sicura di volerlo curare.

Insomma, lui era perfetto così. Sempre sorridente, sempre allegro, simpatico, corteggiatore al punto giusto... Certo era un criminale ed era pure violento, ma con lei non lo era mai stato, o no?

No, certo che no. Lui era l'unico che l'aveva capita, l'unico che aveva conquistato il suo cuore intirizzito.

Però...

Sì, nel suo ragionamento c'era un grande però. Non era compito suo salvarlo dai suoi incubi? Non era compito suo permettergli di iniziare una nuova vita, senza l'orrore della morte, degli sbirri alle calcagna e delle fughe continue? Lui le aveva migliorato la vita senza neanche rendersene conto, e lei cosa gli aveva dato in cambio? Niente. Anzi, per colpa sua era stato malmenato diverse volte, per non parlare di tutte le angherie che doveva subire quando lei non c'era. Magari stava succedendo anche in questo momento, magari lo stavano picchiando, o affamando...

No, si disse, non ci doveva pensare. Lei lo avrebbe salvato e gli avrebbe dato tutto l'amore di cui aveva bisogno, ma per riuscirci doveva assolutamente farlo uscire da lì. E capire chi fosse Jeannie, possibilmente.

Magari era sua madre, magari sua sorella... Molti uomini cercano nella loro compagna le caratteristiche della figura materna o le tenerezze dell'infanzia, assomigliare a loro sarebbe stato di ottimo auspicio.

Ma se Jeannie fosse invece una sua ex? E se fosse ancora viva? Sarebbe un bel problema, perché significherebbe che "lui è ancora innamorato di lei, e se è innamorato di lei non può anche esserlo di me, a meno che non soffra di una strana forma di fragilità emotivo-sentimentale, tale per cui sarebbe minata in radice la sua capacità di scelta di un partner. Ciò spiegherebbe anche il ricorso alla prostituzione e il desiderio di... Di..."

Harleen si prese il cuscino e se lo premette in faccia. Tutta questa psicanalisi avrebbe finito per darle alla testa, prima o poi.

Senza pensarci due volte, prese il cellulare dal comodino.

"Ciao, Mr. J..." digitò nello schermo dello smartphone "Dormi?"

"Sono Gaggy, genio. E sì, dormivo"

Harleen per poco non gettò il cellulare contro al muro. Pur sapendo che quello non era il vero numero di Joker, continuava imperterrita ad usarlo come se lo fosse. Ma dopo cinque minuti le arrivò un altro messaggio dal contenuto decisamente bizzarro...

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