You don't Own me

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Bruce Wayne aveva un pessimo presentimento. Si trascinò su per le scale del condomino di Harleen Quinzel come se avesse una palla attaccata alla caviglia, esausto e sopraffatto dagli eventi. Sembrava quasi in stato di hangover pur non avendo bevuto neanche un goccio di alcool... Aveva passato tutta la notte fuori a combattere e non era neanche tornato a casa a riprendersi. Si era solo tolto la maschera e la sua armatura era nascosta sotto una divisa improvvisata.

Inutile dire che stava patendo un caldo pazzesco e che i doppi vestiti lo rendevano ancora più imponente di com'era di solito. Come diavolo facesse Superman a stare sempre con il costume sotto la giacca e la cravatta per lui era un mistero... Ad ogni modo, la questione era urgente: Joker era sparito. Inoltre, a Bruce premeva molto parlare con Harleen, voleva capire sia com'erano andati realmente i fatti il giorno dell'assalto sia, soprattutto, capire che cosa avesse spinto Joker a risparmiarla. Perché lui ormai lo conosceva, tutto ciò che il clown faceva era dettato da un valido motivo di convenienza, che non poteva ridursi a un semplice capriccio sessuale...

"O forse lo sto sopravvalutando"

Chissà poi dove era stato quel pagliaccio da strapazzo. Batman trovò alquanto strano il fatto di aver passato tutta la notte a perlustrare le vie di Gotham e non averlo incontrato neanche una volta... Le sue assenze dal teatro di guerra non erano mai foriere di buone notizie. L'ultima volta che era successo, Joker stava progettando l'ennesima bomba venefica che lui, Batman, aveva disinnescato appena in tempo per evitare uno sterminio.

Oppure, più semplicemente, Mr. Happy si era solo strafatto in qualche locale trash pieno zeppo di droga e prostitute.

"Forse lo sopravvaluto sul serio"

Guardò l'ora: mancavano due minuti alle dieci, due minuti e avrebbe suonato al campanello di casa Quinzel. Voleva parlare con lei per chiarire una volta per tutte la sua situazione, ma, soprattutto, voleva evitare che la psichiatra morisse per mano di Joker. D'altronde, era solo una ragazza che si era innamorata dell'uomo sbagliato, e se anche l'avesse aiutato a fuggire, una morte brutale sarebbe stata comunque una pena troppo severa.

Suonò il campanello e rimase in attesa, ma quando un'irriconoscibile Harleen Quinzel gli aprì, raggiante e tutta scarmigliata, stentò quasi a riconoscerla.

-Harleen?-

La psichiatra fece un grosso e buffo sospiro di sollievo.

-Oddio, grazie al cielo sei tu, Bob!- esclamò, mettendosi una mano sul petto -Credevo fosse mia madre!-

Rise, senza motivo. Bruce la guardò da cima a fondo, il suo aspetto era dir poco impresentabile: aveva le gambe nude e piene di brutti disegnini, il trucco sbavato e lo sguardo acceso da uno strano entusiasmo.

-Hai bevuto?- la domanda gli sorse spontanea.

Harleen ridacchiò -Come no, due litri di latte di soia! Sono completamente brilla! No, dai, scherzo... Sono solo felice che tu non sia mia madre o mia nonna-

-Certo- Bruce forzò un sorriso -Posso entrare?-

-NO!- rispose subito la ragazza, con enfasi sospetta -Ehm, cioè... Mi dispiace, ma no, assolutamente no-

Come si aspettava. Sicuramente nascondeva un numero spropositato di armi e di altre diavolerie del Joker... Quello stupido pagliaccio da quattro soldi.

Adesso era giunto il momento di porre fine a quella pagliacciata. Aveva sopportato anche troppo.

-Harleen, in nome della legge sei pregata di seguirmi in questura-

La ragazza sbarrò gli occhi azzurri e fece un sorriso incredulo -Come prego?-

-Mi dispiace ma devi venire con me-

The Role ReversalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora