Bohemian Rhapsody

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L'alta società di Gotham era senza dubbio la più sicura e tutelata: lì erano concentrate le questure e le caserme, gli aeromobili perlustravano via cielo le strade e in genere la criminalità era pressoché assente.

È la ragione è evidente: più il valore del bene da tutelare è alto, più i controlli sono -presumibilmente- rigidi e sofisticati.

Ma a dispetto dell'ovvio, Joker aveva deciso di nascondersi proprio nei quartieri alti, occupando un albergo che era paradossalmente di fronte alla centrale di polizia. D'altronde, chi mai penserebbe di fare un'ispezione nel famoso Royal Hotel dove albergavano solitamente politici, ambasciatori e ricchi industriali? Il clown non aveva sbagliato i suoi conti. Inoltre conosceva molto bene il vero proprietario della struttura, un boss della mafia russa con il quale aveva costituito una società occulta poco tempo addietro. Costui gli doveva dei soldi e Joker dovette ammettere che si stava sdebitando egregiamente, dato che gli aveva riservato l'intero hotel e l'intero personale gestante.

Certo, non si aspettava di rivedere Harley così presto.

Si rigirò nel letto. Era incredibile, quella ragazza riusciva sempre a trovarlo. Neanche Batsy era così solerte nelle sue ricerche... Ma ancora più incredibile era il fatto che fosse ancora viva. Non trovava ragioni per ucciderla, l'idea non lo divertiva, anzi era disturbante come uccidere... "Come uccidere chi?"

Joker iniziò a pensare, ma i suoi sensi sovra sviluppati captarono un sospiro, la presenza di qualcuno proprio al capezzale del suo letto. Impugnò la pistola nascosta sotto il cuscino e sbarrò gli occhi, ma ciò che vide fu solo la prostituta Frou Frou, che sussultò. Era disarmata, non aveva cattive intenzioni.

-Che stai facendo?- le domandò con tono esigente, alzandosi a sedere.

-Scusa, credevo dormissi- gli rispose lei, intimorita.

-E sarebbe un buon motivo per spiarmi?-

-Non ti stavo spiando- mentì, imbarazzata -Aspettavo solo che ti svegliassi per darti il buon giorno-

-Il tuo turno- cominciò Joker, spazientito -È finito due ore fa, Francisca mia cara. Ora fammi la cortesia di uscire-

-Ma perché non facciamo qualcosa fuori dal contratto?- gli propose ammiccante, mordendosi il labbro -Sento la tua mancanza, Jolly, prima non mi hai degnato di uno sguardo-

-No, ho già dato- le rispose semplicemente, poi si guardò le parti basse -Non voglio che mi rimangano due noccioline al posto delle palle-

Frou Frou rise sinceramente, coprendosi la bocca -No, non lo voglio neanch'io-

-Bene, la porta è dietro di te

Frou Frou smise di ridere e lo salutò senza allegria. Si era perfino fatta i codini nei capelli come aveva fatto Annette, e stavano bene entrambe, ma non abbastanza.

Colei che popolava i suoi sogni rasentava la perfezione.


Due ore prima


Harleen uscì da quell'albergo con i conati di vomito e il viso bagnato di lacrime.

Corse via il più lontano possibile, sperando con tutto il cuore di non incontrare nessuno.

Che bastardo.

Non riusciva a pensare ad altro. Era a dir poco furiosa, umiliata e furiosa. La mascella le doleva ed era certa che fosse già comparso un enorme ematoma violaceo, ma mai quel dolore poteva eguagliare lo strazio che stava provando dentro, oltre la sua gabbia toracica. Sentiva come degli spasmi che le rendevano difficoltoso il respiro e le davano l'impressione di soffocare, e il suo equilibrio era precario, le sembrava di stare per cadere da un momento all'altro.

The Role ReversalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora