"198, 199..." con un ultimo, estenuante sforzo Joker si sollevò con le braccia oltre sbarra di ferro. Indossava solo un paio di pantaloni verdi sportivi e il girocollo di pelle con la scritta 'PUDDIN' che era appartenuto a Harley. L'aveva trovato per terra poco dopo il drammatico incidente in aereo: sicuramente Harl l'aveva perso per sbaglio.
"200!"
Atterrò al suolo con un tonfo, i palmi delle mani erano dolorosamente segnati e quasi faticava a stare in piedi dallo sforzo. Ma non per l'allenamento, quello lo faceva da sempre... Batman continuava a essere doppiamente più grosso di lui, non poteva certo regredire in massa muscolare.
No, non era il workout, c'era ben altro che lo stava logorando e gli stava togliendo il sonno, l'appetito e la sua imperitura voglia di sorridere.
Era Harley Quinn.
Due settimane. Aveva passato solo due settimane insieme ad Harley prima che gliela strappassero via, ed erano stati quindici giorni divertentissimi, tra i più divertenti della sua vita. Certo, qualche volta l'aveva fatto arrabbiare e l'aveva distratto dai suoi esperimenti con delle continue, moleste richieste di attenzioni, ma niente in confronto al piacere e alla squisitezza che aveva tratto dalla sua compagnia... Era incredibilmente perfetta, la sua sagoma al femminile, la degna regina di Gotham che non si era mai concesso di cercare.
E ora era lontana, tenuta prigioniera chissà dove da quel diavolo di donna africana.
Ormai era diventata una questione di principio, voleva indietro la sua donna e la voleva subito. Ne aveva già persa una in passato, non poteva succedergli di nuovo... Dove si trovava questa fottuta "ruota che gira"?
Era sempre stato restio a mostrarsi debole, perfino con se stesso non era mai del tutto sincero, ma quel famigliare senso di vuoto e impotenza che si era ripresentato, lo opprimeva di ira da un lato e di paura dall'altro.
"Io non farò la fine di Jeannie, te lo giuro" gli aveva promesso Harleen la sera della sua 'trasformazione' ed egli era stato riluttante, ma aveva voluto crederle, e alla fine tutto era andato splendidamente. Si era abituato molto presto a convivere con lei, aveva diviso con lei il letto, il cibo, i tre bagni (che invero si erano dimostrati pochi) e le aveva perfino fatto confezionare dei vestitini, ove la scritta "property of Joker" risaltava efficacemente come ammonimento rivolto a tutti gli uomini.
Chissà se Deadshot e company avevano colto la portata di quell'avvertimento... La sola idea che ci avessero provato con Harley lo faceva impazzire dalla gelosia. D'altronde come potevano resisterle? Harley era favolosa, e con quei pantaloncini inguinali il suo sex appeal puntava dritto alle stelle. Joker quasi si pentì di aver scelto per lei un outfit così provocante... Ma una cosa lo rassicurava: lei in realtà non era una ragazza facile. Ammiccava e faceva la maliziosetta più o meno con tutti, ma non l'avrebbe mai tradito sul serio, c'era come un limite non scritto, una linea maginot che segnava i confini tra il flirt innocente e l'eccesso di complicità.
Di nuovo, richiamò alla mente le parole della dottoressa Quinzel.
"Promettimi che ci sarò solo io, che tu mi sarai fedele sempre, come io lo sarò con te"
Buffo che gli venissero sempre in mente le sviolinate della psichiatra durante quegli istanti di incertezza... Perché, alla fine, era andata proprio come voleva lei. Harleen l'aveva avuta vinta su tutti i campi, Joker aveva cacciato le prostitute e l'aveva presa con sé, gettandosi dentro a una cisterna d'acido solo per salvarla.
E alla fine il compromesso raggiunto era stato accettabile, vantavano un diritto di esclusiva l'uno sul corpo dell'altra, un'obbligazione reciproca che si compensava alla perfezione.
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The Role Reversal
FanfictionLa vera storia di Harleen Frances Quinzel, la rigida dottoressa newyorkese che si lasciò sedurre da Joker per diventare la famigerata Harley Quinn, la pagliaccetta bella e simpatica che tutti conosciamo. Ma da lasciarsi alle spalle una vita di pri...