WREAK HAVOC!

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Naturalmente, ciò che era successo nella camera 237 tra la dottoressa Quinzel e il Joker era cosa segretissima, che solo le autorità e i diretti interessati potevano sapere.

Per questo motivo, altrettanto naturalmente, tutto il personale dell'Arkham Asylum ne era venuto a conoscenza all'incirca un minuto dopo.

Infatti, quando Harleen uscì dalla sala di consiglio con un sorriso sollevato, si trovò di fronte agli sguardi increduli e biasimevoli degli inservienti, dei medici, delle guardie armate e delle segretarie. Soprattutto delle segretarie...

Ma per la prima volta nella sua vita, se ne infischiò del parere degli altri e procedette con la schiena dritta e lo sguardo alto verso il suo ufficio, non senza un mezzo sorriso orgoglioso. D'altronde cosa se ne faceva dell'opinione di quegli scartini quando aveva tra le mani l'Asso di briscola? Il Poker d'Assi? Mr. Vince tutto?

Andò nel suo ufficio con un sorriso luminoso e mise fuori dalla finestra il contenitore termico che conteneva il pudding fatto la sera prima.

Guardò l'orologio dal cellulare, e constatò che mancavano ancora due ore prima che iniziasse la sua terza seduta con Joker.

Normalmente, avrebbe fruito di quelle ore buche per studiare, ma in quel momento proprio non ne aveva voglia...

Anche perché, malgrado l'incontro con Amanda Waller fosse andato nel migliore dei modi, c'era una piccola frase che l'aveva lasciata con l'amaro in bocca.

"Stiamo parlando di uno che conosce i nomi di tutte le puttane di Gotham City, non crederà certo che la sua dichiarazione sia vera?"

Già.

Quella frase l'aveva ferita più del dovuto e sotto più punti di vista.

Intanto perché c'era la possibilità concreta che lui le avesse mentito, e conoscendo il soggetto l'ipotesi non era poi così remota. Le aveva detto che l'amava, ma magari per lui innamorarsi equivaleva a un vago sentimento di fiducia, simpatia e perché no, di attrazione sessuale. Che fosse attratto da lei in quel senso, Joker gliel'aveva fatto capire molto chiaramente.

Ma la domanda a ben vedere era un'altra.

"E tu, Harleen? Sei innamorata di lui? Faresti davvero l'amore con lui se potessi?"

Alla prima domanda si disse di sì, senza esitazioni. Pensava sempre a lui, non vedeva l'ora di vederlo, di parlargli, ma anche di baciarlo e di stringerlo forte, fino a stritolarlo come un pupazzetto. Per quanto riguardava la seconda, invece..

La psichiatra chiuse gli occhi, mettendosi inavvertitamente l'unghia del pollice in bocca. L'idea la impauriva per molti motivi, anche perché lei non era esattamente disinibita e lui non era esattamente raccomandabile, ma il calore che aveva sentito quando l'aveva stretto e il modo rassicurante con cui lui minimizzava tutto, prendendo tutto in ridere e facendo apparire tutto facile, naturale, non poteva che dare una risposta affermativa anche in questo.

Sorrise, e con la sedia girabile si diede una spinta e si allontanò dalla sua scrivania piena zeppa di fogli e libri per appoggiare la fronte al vetro della finestra. Fuori c'era il giardinetto adibito agli internati meno pericolosi, che dovevano svolgere parte della terapia all'aria aperta.

Harleen si accocolò vicino al vetro, immaginandosi di fare una passeggiata mano nella mano con Joker, magari per le vie di Roma o i quartieri di Berlino... Fremette all'idea e un gradevolissimo, improvviso profumo penetrò le sue narici e la fece rilassare completamente.

"Cos'è questo buono odore?" si chiese distrattamente, inspirando quel delizioso aroma di primavera e fiori freschi "Sa di verde... Come i capelli di Mr. J e come i suoi occhi. Ma ha gli occhi verdi o azzurri?" pensò sognante, perdendosi sorridente tra i rami di un albero "Sembrano azzurri, ma potrebbero essere verdi. Magari dopo posso..."

The Role ReversalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora