Bleeding Out

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Ciaoo....
Avviso che il capitolo FA SCHIFO.
Io non so scrivere scene di guerra o lotta, ci ho provato e ho scoperto che non fa per me. Questo è il meglio che sono riuscita a fare, se si può definire meglio.
Vabbé...
Inoltre, qualcuno mi ha fatto notare che il testo tutto attaccato era difficile da leggere, ondepercui ho cercato di rimediare.
Scusate per eventuali errori.
Un bacio 



CAPITOLO 15 : Bleeding out
 
 
 
Era una situazione difficile, doveva prenderne atto.
Non era preoccupato di essere all'interno del bosco che dovrebbe celare al suo interno il Nemeton, ma per la persona che aveva deciso di portarsi dietro.
 
"Stiles, sono ancora convinto che sia una trappola."
 
Quella era forse la quarta volta che lo diceva e Stiles cominciava a credere di aver sbagliato a non dar retta a Jordan, quando si era offerto di accompagnarlo. "Secondo me, sei troppo agitato, Scott. Più di me, e fidati che non è una bella cosa."
 
Aveva voluto al suo fianco Scott perché lui aveva già visto quell'albero e in più poteva dirgli cosa avessero fatto quel giorno tutti e tre insieme, ma quelle continue lagne iniziavano a stancarlo.
 
"Non ti sembra strano che quel gemello sia all'improvviso arrivato a darti una mano?"
 
"L' importante è che l'informazione sia giusta e che Derek sia dove ha detto, per il resto vedremo dopo."
Non era uno sprovveduto.
Sapeva che c'era la possibilità che fosse stato raggirato, specie se a parlare era stato un alleato di Deucalion, ma proprio per questo si erano divisi e una squadra completata da Jackson, Boyd ed Isaac era andata alla ricerca di tracce di Derek presso la banca di cui aveva parlato Ethan.
 
A quanto pare era lì che il Branco nascondeva Derek, in un caveau ispessito da un materiale che non faceva penetrare i raggi lunari, interrompendo la trasformazione, e quella sera era prevista la luna piena, seguita da una breve eclissi di luna, della quale Stiles era preoccupato.
 
Non poteva pensarci in quel momento però, perché doveva concentrarsi per trovare il Nemeton.
E Scott non stava aiutando.
"Non stiamo cercando Derek, Stiles."
 
"No, infatti, stiamo cercando il Nemeton, anche se tu non sei di molto aiuto."
Stiles rise.
Stavano camminando al buio, Scott era dietro di lui per guardargli le spalle e Stiles avanzava nel bosco con solo una piccola torcia ad illuminare il cammino, eppure riuscivano lo stesso a discutere come se fossero comodamente seduti dentro la jeep.
 
"Abbiamo già cercato di trovarlo e non ci siamo riusciti, perché credi di riuscirci tu se neanche ti ricordi dove sia?"
 
Stiles si fermò. "Perché lo avete cercato voi, non io."
E, se davvero era il suo custode, il Nemeton gli avrebbe permesso di trovarlo, anche senza ricordi.
Puntò la luce su di un albero imponente di fronte a lui.
Era davvero alto e maestoso e aveva delle iniziali incise sopra.
Stiles si avvicinò piano, fino ad arrivare a sfiorare quelle lettere con la punta delle dita.
"Sai... sai spiegarmele?" Chiese a Scott, che stava fissando la scoperta con uno sguardo totalmente sbalordito e che si affrettò a negare.
"È la prima volta che le vedo, lo giuro."
 
Oh, gli credeva.
Era spiazzato ed imbarazzato e Stiles non ricordava di averlo mai visto così a disagio.
Le sue iniziali e quelle di Derek erano incise una poco più in alto dell'altra, profondamente e con una scrittura traballante che riconobbe essere la sua.
Come per il resto, non ricordava, ma se anche Scott non le aveva mai viste voleva dire che si erano spinti in un punto del bosco diverso da quello che percorrevano di solito, magari le aveva scolpite con il solo scopo di renderle un punto di riferimento per il Nemeton.
 
Stiles poggiò il palmo sulle scritte e chiuse gli occhi, lasciando che i rumori del bosco lo raggiunsero.
Oltre al silenzio assordante - e al richiamo sussurrato di Scott che si apprestò a far tacere - Stiles distinse una vibrazione.
Era sottile e stridente, come quando con due dita si pizzica una corda di violino e il suono persiste in una singola onda.
Voltò il capo a sinistra, dove il suono era più nitido e piantò bene i piedi a terra, concentrandosi, e si stupì nell’individuare la strada giusta da seguire.
Aprì di scatto gli occhi e richiamò Scott, iniziando a camminare verso la direzione che aveva captato.
Dietro di lui, l'amico che avrebbe dovuto fargli da spalla continuava a lamentarsi.
Stufo, si voltò di colpo, arrestandosi e facendo inchiodare Scott.
"Senti Scott, non capisco quale sia il tuo problema."
 
L’altro sospirò. "Siamo da soli. Di notte. Nella riserva."
 
Aveva perso la memoria di nuovo?
Era o non era in compagnia di un licantropo?
Stiles si sentiva al sicuro, come se si trovasse nel bel mezzo di una sparatoria e lui fosse dentro un carro armato.
"Sono nella riserva, di notte, con uno dei pochi a conoscere questi boschi come le sue tasche e che, cosa di non poco conto, è un lupo mannaro."
 
"Stiles! Almeno due Alpha saranno sulle nostre tracce, pronti ad attaccarci alla prima opportunità, e tu sei il loro obbiettivo principale."
 
"Non vogliono davvero me, vogliono la bussola sovrannaturale presente nel mio corpo perché anche loro sono interessati a trovare il Nemeton. Se davvero ci stessero alle costole, non si faranno vedere finché non li condurremo a questo dannato albero."
 
Scott spalancò le braccia, esasperato. "Siamo senza il Branco e io sono solo un beta, non posso difenderti da solo."
 
"Non sei solo un beta, Scott. Tu sei il beta di Derek. Varrà pur qualcosa, no?"
Stiles lo vide restare a bocca aperta e distogliere lo sguardo per un secondo, sorridendo appena.
"... ok, questo sì che era un complimento, Stiles."
 
Stiles alzò gli occhi al cielo e lo afferrò per una spalla.
"Ora sta zitto e seguimi."
E, finalmente, Scott lo fece. In silenzio.
 
Percorse un lungo sentiero chiaro solo nella sua mente, superando alberi maestosi e piante di cui Stiles ricordava di aver visto la foto o il disegno nel bestiario degli Argent che gli aveva dato Allison.
E camminarono ancora.
Raggiunsero una specie di radura con pochi alberi e uno tagliato alla base nel mezzo.
Lo riconobbe subito.
Non lo aveva mai visto, non ne aveva memoria, eppure sapeva che quello era il Nemeton.
Un enorme, imponente e in qualche modo bellissimo albero tagliato.
Non riusciva ad immaginare quanto profonde ed ancorate al suolo fossero le sue radici, ma a giudicare da ciò che vedeva dovevano essere grandi come rami.
Non si accorse di aver rallentato il passo, a mano a mano che si avvicinava, nemmeno si rese conto di riuscire a vedere gli anelli concentrici del tronco né che l'albero gli arrivasse quasi al bacino in altezza.
Era davvero un albero immenso.
 
Allungò una mano e sfiorò piano uno degli anelli, e rilasciò un gemito di sorpresa quando sentì il legno caldo sotto al suo tocco.
Poi, una luce si fece strada tra i cerchi e le increspature fibrose, salendo piano dal cuore dell'albero, e Stiles sentì la sua mente venire catturata da una strana forza.
Se Scott emise anche solo una misera sillaba, Stiles non lo udì.
 
 
 
 
"È perché tu sei un bastardo depravato."
 
Stiles riaprì gli occhi di scatto.
Si ritrovò a terra, con il cielo stellato ed una enorme luna piena, gialla, ad illuminare quel pezzo di radura dove erano finiti, con il rumore di ringhi a riempire il silenzio.
Da quanto tempo era sdraiato a terra?
Quando aveva perso i sensi?
Cosa diavolo era successo?
Si sentiva frastornato, con la vista offuscata e non riusciva a rimettere insieme i pezzi, l'unica cosa certa era che ora ricordava cose che non avrebbe dovuto ricordare.
Cose che avrebbero aiutato tutti.
 
"Ce l'hai con me per Stiles? Oh, ma andiamo, l'hai visto? Era uno spreco non toccare quel corpo. Né tu né i tuoi amici potrebbero capire. Nessuno di voi può."
 
Stiles non si alzò, rimase a terra quando riconobbe la voce di Theo e si rese conto di essere ai piedi del Nemeton, con l'intero Branco a nasconderlo alla vista dell'Alpha.
Quando erano arrivati?
Dovevano cercare Derek, non raggiungerlo lì.
Sentì Theo ridere.
"Sotto quelle felpe odiose e quei jeans larghi, Stiles nasconde un corpo mozzafiato... una pelle morbida nonostante sia un maschio... e una quantità infinita di nei tentatori, Derek aveva ragione a dire che sono un richiamo..."
 
Un ruggito forte e minaccioso si levò nell'aria, Stiles sentì il terreno vibrare sotto la sua schiena e una lama fuoriuscire dalla custodia.
 
"Meglio che tieni la bocca chiusa, Theo." Lo intimò Scott. "Non posso trattenere il Branco per molto e la mia ragazza muore dalla voglia di tagliuzzarti con la sua katana."
 
"Lascialo a me, Scott. Prometto che seppellirò ogni pezzo con cura, non troverai più nessuna traccia di questo bastardo."
 
Stiles quasi si commosse quando capì che a parlare era stato Jackson.
Non se lo sarebbe mai aspettato.
 
"Non sarà necessario arrivare a tanto. Basterà che lasciate andare Derek."
 
Che?
Derek era lì?
Smise di origliare e scattò in piedi per vedere il suo lupo.
Non si era sbagliato, tutto il Branco era presente e li superò uno ad uno, a spallate e spinte se necessario, per poter vedere Derek.
Davanti a lui c'era Theo e altri quattro Alpha dietro di lui, posti in fila, come se facessero da muro a qualcosa.
O a qualcuno.
Riconobbe i gemelli, affiancati da un uomo possente dai capelli rasati e il sorriso da pazzo omicida e da una donna con i capelli castani, la carnagione olivastra e senza scarpe, con degli artigli al posto delle unghie dei piedi ancora più affilati di quelle delle mani.
Lydia lo afferrò per il braccio, consigliandogli di indietreggiare e di lasciar fare a Scott, ma Stiles non si spostò di un millimetro.
Derek era dietro di loro. E anche Deucalion.
 
"Ora parlerei con me." E si stupì di non aver avuto una voce tremula, mentre affrontava Theo.
 
"Dovresti lasciare queste cose ai lupi, Stiles." Ribatté l’Alpha, con sdegno.
Stiles non si scompose.
Sapeva che Theo avrebbe cercato di farlo sentire fuori luogo, sbagliato, come se tutto quello non lo riguardasse, ma era stato lui a trovare il Nemeton, era grazie a lui se anche il Branco di Alpha aveva trovato ciò che cercavano da tempo e, se prima si sarebbe sentito in colpa al riguardo, ora che ricordava era felice che lo scontro finale si sarebbe svolto lì, accanto all'albero più sacro e potente di tutti i tempi.
 
"Io sono il compagno di Derek." Spiegò, mettendo le mani in tasca e tirando fuori un  sacchetto nero. "In assenza dell'Alpha, sono io quello che prende le decisioni. Nessun beta può, quindi perché non ti sposti e mi fai parlare con il tuo capobranco? Sono stufo di avere a che fare solo con i tirapiedi leccaculo come te, Theo." Tirò fuori della polverina verde e giallognola dal sacchetto e se la mise sulla lingua, lasciandola sciogliere piano contenendo una smorfia di disgusto, per poi tirar su il mento e cercare di superare la barriera di Alpha. "Fatti vedere, Deucalion, io e te abbiamo un conto in sospeso."
 
Theo aprì bocca, ma il suo braccio venne colpito da un bastone da passeggio e lui, da bravo cagnolino ubbidiente, indietreggiò lasciando spazio al suo capobranco di avanzare e mostrarsi.
Stiles lo ricordava diverso.
Il Nemeton gli aveva restituito il ricordo di quando lui e Talia lo avevano accecato, e l'uomo che stava guardando era molto diverso da quello che aveva ricordato.
 
Era magro, molto magro, con i capelli castani trascurati e degli occhiali da sole a nascondere gli occhi, che Stiles immaginò essere orribilmente sfigurati, ma che lui ricordava essere scuri.
Indossava un cappotto nero e un bastone da passeggio che non gli serviva.
Sapeva che Deucalion non era sempre cieco.
Era un licantropo Alpha, con una potente smania di potere e un’assoluta mancanza di scrupoli.
 
"Vorrei poterti dire che è un piacere rivederti, Stiles, ma risulterebbe ironico da parte mia, non trovi? I miei occhi non sono più quelli di una volta."
 
Stiles sorrise, inclinando la testa da un lato. "Me ne prendo il merito anche per Talia."
Stiles si sentiva protetto accanto al Nemeton, si sentiva sicuro di sé.
Se giocava bene le sue carte, poteva risolvere la situazione senza combattere e senza rischiare di perdere un membro del Branco.
 
"Posso capire dal battito del tuo cuore e dall'odore pungente che stai emanando che hai intenzione di offrirmi qualcosa, vero, Stiles?"
 
"Un patto." … che prevedeva che il Branco di Alpha avrebbe lasciato Beacon Hills per sempre. Forse, senza Theo.
Quando era stato avvolto da quella potente luce dorata aveva visto sprazzi di immagini del futuro e del passato e avuto informazioni fondamentali su come sconfiggere definitivamente Deucalion, il primo era che la battaglia finale si sarebbe svolta ai piedi del Nemeton.
Doveva seguire attentamente il suo piano, non avrebbe perso una simile occasione.
Per la prima volta, aveva capito cosa volesse dire essere un emissario e il custode del Nemeton.
Ora, doveva solo fare tesoro di ciò che aveva scoperto e salvare Derek.
"Ho delle condizioni."
 
Sia gli Alpha di fronte a lui sia i suoi amici alle sue spalle erano immobili.
Nessuno osava aprir bocca, nessuno osava muovere un muscolo, erano tutti concentrati su loro due.
 
"Non mi sembri nella posizione di dettare delle condizioni."
Deucalion parlò senza nessuna inflessione nella voce, era certo di ciò che diceva e nello stesso momento stava incitando Stiles a continuare nella sua arringa, anche se sentiva l'ansia tornare a tormentarlo.
 
"Tu vuoi il Nemeton e noi vogliamo Derek. Se lo uccidi, non avrai nulla, quindi o accetti le mie condizioni o il Nemeton puoi cominciare a tentare di riattivarlo sacrificando ad uno ad uno tutti i tuoi bastardi scodinzolanti."
 
Alle sue parole, seguirono dei lunghissimi secondi di silenzio, dove Stiles temette di aver fatto il passo più lungo della gamba, ma quando sentì un flebile 'ti ascolto' provenire da Deucalion riprese a parlare.
 
"La prima condizione è che saremo solo io e te. Non combatterà nessuno. Saremo solo noi due."
 
"Un momento. Cosa?"
La voce preoccupata di Scott lo raggiunse e la ignorò, come aveva fatto per tutta la serata, al cenno affermativo dell'Alpha.
 
"La seconda condizione è che non torcerai un capello a nessuno del mio Branco né prima, né durante né dopo che ti avrò messo in condizione di utilizzare il Nemeton."
 
Alle proteste di Scott si unirono quelle dei gemelli Alpha - i falsi traditori per eccellenza - che reclamavano la loro rivincita dopo la sconfitta dell'ultima volta.
 
"Quindi se io accettassi queste due condizioni e ti restituissi il tuo Alpha, tu attiveresti il Nemeton?"
 
"Sì."
E quel , a Stiles costò parecchio.
Sapeva cosa voleva fare Deucalion, sapeva del suo desiderio di riavere la vista, il problema era che un azione simile avrebbe modificato lo status magico dell'albero e Stiles sperava di evitarlo.
 
"Altro?" Chiese l'Alpha cieco, appoggiando entrambe le mani sul manico del bastone.
 
"Niente Theo."
"Niente Theo?"
"Niente Theo." Ripeté Stiles, con tono rabbioso, e fissando il diretto interessato con furia. "Mai. Deve stare lontano chilometri da me. Non voglio vederlo vicino a me neanche per caso, non deve toccarmi nemmeno per sbaglio, deve sparire completamente dalla mia vista e se per farlo devi ricorrere a qualche strano rituale, ti aiuto volentieri. È chiaro il concetto?"
 
Theo si era preso tutto e ora aveva anche Derek.
Era stufo di aver paura di lui e di doversi costantemente guardare le spalle, voleva far finire tutto e cominciare a vivere assieme al suo lupo.
Theo gli lanciò uno sguardo carico di rabbia e di violenze promesse, ma Stiles non distolse lo sguardo.
 
"Va bene."
La risposta affermativa di Deucalion fece tornare il fiato a Stiles e notò con gioia che ad un cenno del capo dell'Alpha, Theo aveva abbandonato la sua posizione alla destra del suo capobranco per retrocedere e accostarsi ad un albero, mentre riceveva l'inaccettabile comando di non intervenire senza un esplicito ordine.
 
Oh, quella era davvero una grande soddisfazione.
Cercò di non sorridere apertamente davanti agli altri e di tornare serio per chiedere a Deucalion di liberare Derek.
L'altro fece un gesto con la mano e i gemelli si spostarono dietro di lui, piegandosi alle radici di una quercia vicina e tirando su il loro prigioniero.
 
Derek era debole.
Sudato e debole e trasformato.
I gemelli dovevano tenerlo in due perché era incapace di mettere i piedi l'uno di fronte all'altro e camminare da solo.
Era pallido e scarmigliato, le mani legate da una corda, ma le zanne e gli artigli erano pronti ad azzannare e squarciare chiunque gli si parasse davanti.
"Che... che gli avete fatto?"
 
"Lo abbiamo rinchiuso dentro il caveau di una banca fatto completamente di Adularia. Presumo tu sappia di cosa sto parlando."
 
Purtroppo, sì.
Peter gliene aveva parlato dopo aver sentito Ethan rivelare il luogo in cui tenevano prigioniero Derek.
L' Adularia era un minerale che disperdeva e bloccava la luce della Luna.
Tutti i licantropi, se trattenuti in costruzioni con quel minerale, non potevano trasformarsi completamente, riducendo i loro poteri al minimo, mentre per i nati lupi era l'esatto opposto.
 
Era molto più pericoloso, perché l'adularia aumentava in maniera esponenziale i loro sensi, il loro lato animalesco e, non appena si tornava in contatto con la luce lunare, rendeva la trasformazione più potente.
Scatenava il lupo interiore, facendo prevalere il lato selvaggio, rendendoli più fuori controllo e più inclini ad atti di violenza, specie se sentiva il pericolo incombere progressivamente.
 
Era fottuto.
Se la mente di Derek aveva deciso di andare in vacanza per dare libero sfogo al suo lato selvaggio, Stiles non aveva speranze di farlo rinsavire senza difficoltà.
Derek aveva bisogno di tenere tutto sotto controllo per evitare disgrazie come quella che era avvenuta alla sua famiglia.
Il suo lupo era pieno di rabbia per tutto quello che aveva perso e Stiles sapeva quanto la rabbia potesse renderlo feroce.
 
Stiles fece un passo avanti per raggiungere Derek, quando una voce lo bloccò sul posto, chiamandolo.
La figura imponente e semi trasformata di Peter arrivò dal buio della foresta, affiancando rapidamente Stiles e rivolgendogli un'occhiata irritata.
"Ti rendi conto di ciò che stai per fare?"
 
L'altro sospirò, guardando altrove.
 
"Quello che stai aiutando è il bastardo che ha ucciso tua madre."
 
Ingoiò un groppo di saliva, a disagio. "Libero Derek e te lo passo. Occupati di lui."
"Se gli ridai la vista sarà invincibile, nessuno potrà più fermarlo, nemmeno mio nipote, che tra l'altro è talmente fuori controllo ora che un suo bacio potrebbe essere paragonabile al morso di una iena affamata."
 
Spero proprio che lo faccia, avrebbe voluto rispondere Stiles, ma se lo avesse fatto tutti avrebbe sentito e tentato di tenerli separati.
Puntò gli occhi su Lydia per un attimo, poi assunse il tono di voce più autoritario del suo repertorio. "Fatti da parte, Peter."
 
Mosse un passo in avanti e l'uomo lo bloccò per una spalla.
La sua presa era forte e rabbiosa, ma Stiles non si lasciò intimidire.
Lydia mise la sua piccola mano sul braccio dell'uomo, richiamando la sua attenzione e sussurrandogli di lasciarlo fare.
Stiles capiva Peter, ma doveva fidarsi di lui. Aveva un piano.
 
Non appena fu libero dalla presa del lupo più anziano del Branco, Stiles riprese a camminare verso Derek.
Potrebbe venir morso.
Potrebbe essere ferito.
Gli occhi del suo Alpha erano spenti anche se rossi e rabbiosi come quelli di un cane inferocito.
Doveva essere cauto.
Quando provò a toccarlo, Derek gli ringhiò contro e Stiles indietreggiò appena, voltando il capo e cercando l'aiuto di qualcuno, non poteva trasportarlo da solo.
Boyd e Jackson si avvicinarono e presero Derek per un braccio a testa, poggiandolo sulle spalle, dopo che Stiles gli aveva sciolto il nodo che gli teneva legate le mani, ma l'Alpha fu più veloce e colpì i due licantropi liberandosi della loro presa e agguantando Stiles per i capelli, ringhiando.
 
"Stiles..."
Persino il modo in cui aveva pronunciato il suo nome era diverso, con un doppio timbro tipico della trasformazione.
 
”De-Derek...”
Spalancò la bocca, sorpreso, trovando il suo riflesso spaventato negli occhi rossi dell'Alpha.
 
Derek gli strattonò i capelli, esponendo la gola. Una lenta leccata dal pomo d’Adamo al mento e Stiles rabbrividì... ma non di piacere.
Derek era parzialmente trasformato.
I canini appuntiti gli morsero un labbro prima di leccarglielo e le dita che stringevano un fianco e gli tiravano i capelli pungevano, segno che anche gli artigli erano sbucati.
Sentì il Branco agitarsi e spostarsi verso di loro, ma Stiles li bloccò alzando una mano, doveva sbrigarsela da solo.
 
"Der-"
Provò a parlare, ma il lupo gli catturò la bocca, mentre la mano che gli impugnava il bacino cominciò a muoversi, scendendo giù verso una natica e agguantandola in una morsa piacevole quanto dolorosa.
Era quello che voleva, voleva essere baciato dal lupo, ma non poté evitare di provare terrore.
Derek era su di giri e fuori controllo.
Si spaventò.
Lo spinse via appena, scostandosi dal bacio che sperò avesse fatto effetto anche in maniera così breve. "Derek, lasciami andare."
Cercò di parlare con voce ferma e di non sembrare troppo spaventato. "Sourwolf! Non così."
 
L'altro parve sentirlo. Un senso di smarrimento gli oscurò lo sguardo per un secondo al suono del suo nomignolo e Stiles sentì gli artigli rientrare nei polpastrelli.
 
"Non così." Ripeté, azzardando un casto bacio, un lieve sfioramento per aiutarlo a ritrovare il controllo. "Non ascoltare il tuo lupo. Non pensare al mio odore. Concentrati solo sulla mia voce."
 
Doveva restare calmo e puntare sulla voce, d'altronde lui era il suo compagno... doveva pur significare qualcosa. "Sentimi, Sourwolf."
 
"Stiles..." un sussurro più dolce, ma non a mono timbro, lo incoraggiò. Era sulla buona strada.
 
Gli accarezzò il viso e lo baciò dolcemente. "So che è difficile, ma tu sei forte. Sei il mio Alpha. Il miocompagno."
 
Le mani dell'Alpha tremavano ed erano insicure, come lo sguardo che parve perdere quell'ombra di bestialità che gli aveva deturpato il volto fino ad un attimo prima.
Derek gli sospirò contro il collo sussurrando il suo nome - finalmente con la sua voce umana - e tolse la mano dalla natica per appoggiarla con gentilezza su un fianco, chiudendo gli occhi e cercando di regolarizzare il respiro pesante.
Stiles sentì una mano tremante di Derek cercare la sua e stringergliela piano, la presa fra i suoi capelli divenne più debole, rilasciando le ciocche tormentate, e le dita finirono con il massaggiargli il retro del collo.
 
Stiles era spaesato ma soddisfatto. Il bacio aveva avuto effetto.
Non avvertiva più nessun tipo di minaccia da parte del lupo, ma non aveva idea di cosa avesse in mente almeno finché Derek non iniziò a strofinargli il mento lungo il collo, irritandogli la pelle con la barba incolta e facendolo ansimare senza ritegno.
 
"Che...Derek... Ferm-"
Derek lo zittì con l'ennesimo bacio e Stiles si ritrovò braccato a terra, trascinato dal corpo del suo lupo, stavolta più controllato, in ginocchio e completamente in sua balia.
 
"Mi dispiace."
Non disse altro, ma per Stiles significava tutto.
Derek sapeva di aver perso il controllo ed era la prima volta, gli sarà sembrato strano e quasi spaventoso, ma era successo e perciò ora Stiles si ritrovava a terra con un lupo che lo stava marchiando con il suo odore di fronte a due branchi pronti ad uccidersi ad artigliate.
 
"Derek, devi ascoltarmi ora." Stiles smise di seguire l'istinto del lupo e gli prese il volto tra le mani. "Boyd e Jackson ti aiuteranno ad alzarti e tu andrai da Peter mentre io mi occupo di una cosa, ok?"
 
Gli occhi confusi e ancora vagamente annebbiati di Derek lo scrutarono, le sopracciglia a formare una profonda V sulla fronte. "Di... di che stai parlando?"
 
Stiles guardò i due ragazzi e gli fece cenno di avvicinarsi.
Presero Derek, tirandolo su e trascinandolo verso Peter, anche se dovettero usare un bel po' di forza data la poca collaborazione del lupo e delle continue proteste che solo il buon vecchio zio riuscì a far cessare.
 
Andrà tutto bene, si ritrovò a pensare mentre Deucalion aspettava tranquillo che Stiles finisse con Derek.
Sospirò e si avvicinò al Nemeton, invitando Deucalion con un cenno del capo a fare lo stesso.
 
"Era da tempo che non ammiravo lo straordinario legame tra compagni." Ammise l'Alpha, togliendosi la giacca e seguendo le istruzioni di Stiles. "La capacità di dissolvere nel nulla l'effetto di una droga efficace come quella che Theo ha dato a Derek ha dell'incredibile."
 
Stiles piegò il capo, per nulla lusingato. "Forse hai sottovalutato troppo il potere dell'amore umano, Deucalion. È quello che fa la differenza."
 
Oltre al fatto che Stiles si era bagnato le labbra con dell'Aconitum Luparia, che era l'unico vero antidoto contro lo strozzalupo che aveva utilizzato Theo e che lui e Deaton si erano impegnati a creare dopo che quest'ultimo aveva analizzato la boccetta di profumo che era stata usata su Derek.
L'Aconitum Luparia era inodore e incolore e aveva il potere di annullare il veleno; non rimetteva in sesta le sue vittime e rimanere delle ore segregato dentro ad un caveau composto unicamente di Adularia non aiutava il processo di guarigione, ma Derek si sarebbe ripreso, anche se più lentamente.
 
Stiles ne era immune.
Questa condizione gli aveva permesso di disintossicare Derek in fretta e senza il pericolo di essere bloccato.
Avrebbe potuto inalare o ingerire dosi di aconito e non sentirne gli effetti grazie al Nemeton, uno dei tanti benefici dell'esserne il guardiano.
Il Nemeton non subiva gli effetti di aconito, Sorbo o quant'altro se non del vischio e, di conseguenza, nemmeno Stiles.
Nel preciso momento in cui aveva toccato il Nemeton e aveva accettato e assorbito il suo potere, Stiles era diventato il guardiano dell'albero a tutti gli effetti, poteri inclusi.
Non era più solo un titolo ufficioso che in pochi sapevano, non era più solo un essere umano scelto che al momento opportuno avrebbe difeso il Nemeton e tutta la popolazione sovrannaturale, ora era davvero in possesso di tutte le doti e le conoscenze che un guardiano richiedeva.
Compreso come liberarsi della minaccia composta da Deucalion.
C'era solo un piccolo intoppo: il Nemeton funzionava come una grande e secolare pietra filosofale.
Si attivava con sacrifici, e Stiles non ne era esonerato.
 
Poggiò entrambe le mani sul busto dell'albero, verso uno degli anelli più centrali, e disse all'Alpha di imitarlo. "Non togliere le mani, per nessun motivo."
 
Stiles chiuse gli occhi e si concentrò al massimo.
Non doveva far altro che sentire l'energia del Nemeton, catturarla e lasciarla scorrere all'interno del suo corpo.
Riusciva a percepire il proprio sangue ribollire mentre si mischiava alla linfa vitale dell'albero, l'elettricità fargli rizzare i capelli e i peli dietro la nuca e i battiti del cuore accelerare quando un calore sovrannaturale gli circondò il corpo.
Un turbine di vento si alzò, girando intorno a loro due, alzando foglie secche e terriccio, vorticando su di loro e Stiles immaginò di essere al centro di un ciclone.
 
Poi Deucalion urlò.
Un urlo disumano che obbligò Stiles ad aprire gli occhi e trasalì quando vide l'Alpha togliersi gli occhiali neri con veemenza e quelle due biglie rosse - un tempo occhi di capobranco sfregiati e ciechi - mutare in semplici, comuni e marroni occhi umani.
Il vento cessò, il legame svanì e Stiles allontanò le mani, tremanti e con le vene in rilievo a causa dello sforzo, e drizzò la schiena, pronto ad affrontare Deucalion, nonostante si sentisse spossato e pronto a svenire da un momento all'altro.
Quest'ultimo era paralizzato ad osservarsi le mani e l'albero e tutto ciò che era intorno a lui, l'espressione soddisfatta che gli illuminava il volto prima di sparire per fare posto ad una decisamente più furiosa e scioccata.
"Che... che cosa mi hai fatto?" Esclamò, con le mani ancora alzate di fronte al viso, inorridito e tremante, conscio di ciò che aveva perso.
 
Stiles aprì le braccia, risoluto, cercando di respirare normalmente. "È uno scambio equivalente, Deucalion. Se sacrifichi qualcosa al Nemeton lui esaudisce il tuo desiderio. La licantropia ti ha causato la cecità, perciò il Nemeton ti ha ridato la vista rendendoti ciò che hai sempre disprezzato... un semplice umano."
 
Deucalion urlò ancora e sbatté le mani sull'albero, sfogando tutta la sua furia.
 
Stiles non nascose la sua gioia, tra un ansito e l'altro, distrutto dal rito che aveva appena eseguito. "Ora rispetterai il patto e te ne andrai assieme a ciò che resta del tuo Branco."
Stiles non aveva altra scelta se non quella di provare a convincerlo ad andarsene, dato che entrambi i branchi stavano cominciando ad agitarsi, e il rischio di uno scontro con annesse morti era alto.
Troppo alto per non provare ad evitarlo.
 
"Mi farò mordere di nuovo." Disse l'uomo, girandosi e andando verso l'Alpha accanto ai gemelli.
 
Stiles si massaggiò i polsi, smettendo di guardare gli atti inconsulti dell'ex lupo e poggiando un ginocchio a terra, esausto. "Il processo è irreversibile. Anche se ti fai mordere non tornerai ad essere un lupo. Moriresti soltanto."
Ciò che il Nemeton toglie non può essere restituito.
 
Deucalion arrestò i suoi passi, voltandosi verso di lui e Stiles ne approfittò per fissarlo dritto negli occhi, vittorioso. "Niente male come vendetta, eh?"
Aveva sacrificato anche lui qualcosa per poter rendere inoffensivo l'artefice della morte della madre e delle violenze che aveva subìto a causa sua.
Stiles restò in attesa di altre urla o di minacce da parte di Deucalion, ma non si aspettò di vederlo correre verso di lui, livido di rabbia e pronto a colpirlo, e indietreggiò istintivamente, scivolando, alzando le mani in segno di difesa, ma quel pugno non lo raggiunse mai.
Peter lo superò sussurrando un letale 'non stavolta’, e sfoderò gli artigli conficcandoli nell'addome dell'uomo, che boccheggiò incredulo.
Stiles non poté evitare un gemito di sorpresa e non riuscì a distogliere lo sguardo dalla schiena minacciosa di Peter inarcata di fronte a lui, con le spalle muscolose tese nello sforzo di tenere un polso di Deucalion e contemporaneamente trafiggergli il corpo.
Restò immobile.
 
"Questo è per Claudia." Sentenziò, affondando di più nella carne dell'altro, condannandolo ad una fine certa.
Quelle parole gelarono Stiles, mentre vedeva l'uomo che aveva ucciso sua madre sbarrare gli occhi e morire.
Intorno a loro c'era solo un gran silenzio.
Quelle erano parole di una persona che aveva perso qualcuno d'importante e Stiles sapeva bene quanto erano legati Peter e sua madre.
Peter ritirò gli artigli e il corpo di Deucalion cadde a terra, provocando un tonfo sordo che Stiles sapeva non avrebbe mai dimenticato, poi si voltò e fissò quegli occhi di un nuovo, profondo e luminoso blu elettrico ai suoi.
"Ora siamo pari."
 
Sua madre era morta perché aveva protetto Malia, e Stiles ne era a conoscenza; Peter gli aveva confidato più volte che si sentiva in debito e in colpa per ciò che le era successo, e questo era stato il suo modo per rimettere a posto le cose e vendicare colei che lui aveva etichettato più volte come una sorella.
 
Fece per parlare, ma dei ringhi echeggiarono all'improvviso, facendo scoppiare quella bolla di silenzio e pace che li aveva cullati.
Si voltò in tempo per vedere i gemelli e gli altri membri del Branco di Alpha partire all'attacco, subito contraccambiato dal suo Branco.
Derek, però, era a terra, ancora debole.
 
Stiles si gettò su di lui, facendogli da scudo, mentre intorno a loro si scatenava la guerra tra lupi che aveva ingenuamente sperato di evitare.
Era un continuo e incessante rumore di colpi, e ringhi, e tonfi e Stiles non aveva il coraggio di guardare, restò addosso a Derek, proteggendolo col proprio corpo fino a quando non sentì qualcuno inginocchiarsi accanto a loro e scuotergli la schiena.
"Laggiù c'è una grotta, nascondetevi lì finché non si sarà ripreso."
Stiles annuì grato a Malia, quasi irriconoscibile con i capelli arruffati e il viso imbrattato di sangue, e si alzò rapido trasportando Derek con sé.
Inciampò spesso a causa del peso del lupo e della spossatezza che sentiva, ma raggiunse il luogo indicatogli e sistemò il lupo nella parte più profonda e silenziosa della grotta.
 
Il potente e offensivo urlo di Lydia lo raggiunse, stordendolo e coprì in fretta le orecchie sensibili di Derek, già piegato in due dal fastidio.
Dopo un tempo infinito, riaprì gli occhi bruscamente, col fiato corto e inarcando il corpo di scatto, sentendo l'umido e il freddo della terra e delle foglie tra le dita.
Diede un'occhiata in giro per abituarsi alla quasi totale assenza di luce e cercò di udire e riconoscere quanti più suoni possibili, ma niente, il silenzio regnava in quel buio angosciante mandandolo nel panico e l'unica cosa che gli venne in mente di fare fu uscire a vedere cosa fosse successo, perciò gattonò verso l'ingresso della grotta.
Qualche scheggia gli si conficcò nel palmo delle mani e i jeans gli si inumidirono all'altezza delle ginocchia, ma riuscì ad uscire e si rese subito conto che c'era troppa luce.
 
La Luna era piena e gialla a causa dell'imminente eclissi che Stiles ricordava sarebbe avvenuta quella sera, ed era molto più alta di quando aveva ripreso i sensi ai piedi del Nemeton, perciò valutò di essere rimasto incosciente per diversi minuti.
Un rumore alle sue spalle lo fece scattare in piedi e Stiles voltò il capo, pronto ad attaccare se al posto di un amico fosse sbucato fuori uno dei rimanenti del Branco Alpha, ma si rilassò all'istante quando riconobbe la figura familiare di Derek venirgli incontro, alzandosi in maniera un po' barcollante.
 
"De-Derek..." balbettò, avvicinandosi a lui per aiutarlo ad alzarsi, quella grotta era decisamente troppo bassa per stare in piedi, ma quando lo vide aprire le braccia per accoglierlo, Stiles si gettò senza remora su di lui, pronto ad essere stretto nella potente e rassicurante morsa del suo compagno.
 
Derek lo strinse a sé con impeto, accarezzandogli la schiena con fare disperato e Stiles ricambiò in egual modo. "Stiles..."
La voce di Derek era stanca, bassa e ruvida e Stiles gli carezzò i capelli, confortandolo come poteva.
 
"Li sento. Stanno bene, si sono solo allontanati." Lo rassicurò il lupo, dopo aver annusato la preoccupazione del suo umano, ma Stiles fece vagare gli occhi ovunque, non si sentiva tranquillo, era come se avvertisse un pericolo incombente.
Si allontanarono quel tanto che bastava per guardarsi negli occhi e si diedero un leggero bacio.
Derek era ancora in ripresa e aveva lo sguardo distante ed esausto.
 
"Allontanati?" Gli chiese. "Per andare dove?"
 
Derek sospirò continuando a guardare dritto di fronte a sé. "Stanno seppellendo i corpi."
 
Stiles smise di respirare e Derek si accorse di aver sbagliato l’uso delle parole.
Voleva calmarlo dicendo subito quello che sentiva in lontananza, ma Stiles cominciò a spingerlo verso la grotta, agitato.
"Derek, torna nella grotta, c'è qualcosa che non va, c'è troppo silenzio!"
 
Stiles ridusse la voce ad un sussurro, non voleva che la loro posizione fosse rivelata, sentiva tutti i suoi sensi in allerta e continuava a spingere il lupo verso quel maledetto riparo, ma l'altro non si spostava di un millimetro.
 
"Stiles, che ti prende? Siamo al sicuro, non c'è nessuno."
 
"No, c'è qualcuno, ma tu non riesci a percepirlo. Torna dentro."
 
Derek bloccò quelle mani che continuavano a tentare di spostarlo e costrinse il ragazzino a fissarlo.
"Stiles. Sono un Alpha. I miei sensi sono molto più affidabili delle tue percezioni di umano spaventato!"
 
Cercando di non dar peso a quelle parole, Stiles non si divincolò, ma afferrò il collo di Derek con una certa pressione.
"No, non lo sono!" Esclamò. "Ti ho curato con uno strozzalupo raro, i tuoi super sensi saranno ovattati per un po', ora per favore, puoi nasconderti in quella dannata..."
 
Stiles si sentì agguantare per le spalle e allontanare da un Derek che veniva ferito da un'artigliata sul petto.
Un braccio gli strinse il collo spingendolo indietro, mentre l'altro era sollevato a sufficienza da permettere agli artigli della mano di puntare al suo viso, e non servì tentare di voltare il capo per capire chi lo stesse trattenendo in quel modo.
 
"Finalmente, Stiles..." Theo gli alitò soddisfatto nell'orecchio. "... finalmente solo ed indifeso. Ora siamo tu ed io, come ai vecchi tempi."
 
Stiles non cercò di contenere il brivido di terrore che gli imperlò la fronte e puntò gli occhi su Derek, che si rialzava sforzandosi di mantenere una minima trasformazione.
 
"Lascialo andare, Theo..."
 
"Non conosci altre frasi, Derek? Sei un disco rotto, ormai..."
 
"T-Theo, ti.. ti prego..." Stiles mise le mani sul braccio che lo tratteneva, cercando di divincolarsi.
 
"Sai quanto adori sentirti pregare... magari in condizioni normali lo avrei anche fatto, ma tu hai appena fatto ammazzare Deucalion..." Gli leccò una guancia con fare viscido, il braccio sempre premuto contro il suo collo. "Hai sempre un odore maledettamente eccitante, Stiles..."
 
Stiles spostò il viso per non guardarlo.
 
"Cosa ti ha fatto vedere il Nemeton? Cosa ti ha rivelato? Sai la verità, non è così?"
 
"N-no..."
.
Stiles sapeva e lo avrebbe detto a Derek e agli altri Hale non appena si fosse liberato, peccato che ora fosse in preda al panico per essere bloccato da Theo.
Non aveva nulla con sé per ferirlo, e anche se fosse riuscito a prendere l'aconito speciale nel suo sacchetto non avrebbe comunque reso inoffensivo l'Alpha.
 
"Non mentire, Stiles, non serve con me." Bisbigliò, avvicinando le labbra al suo orecchio. "Dimmi, Stiles... hai intenzione di farlo anche con Derek? Credi di riuscirci? Credi che lui possa accettarti?"
 
Derek ringhiò qualcosa contro l'Alpha che Stiles non sentì, paralizzato dalle parole di Theo.
Derek aveva detto che lo amava e che lo avrebbe amato per sempre, Stiles ne era stato felice, ma non aveva pensato al fattore sesso.
Serrò gli occhi e scosse la testa per scacciare il pensiero quando vide gli artigli che lo stavano minacciando dal tentare di divincolarsi ritirarsi rapidamente.
Sorpreso, alzò lo sguardo e la vide.
 
L' eclissi.
Stava iniziando.
La morsa di Theo si allentò fino a sparire, Stiles scivolò in avanti e la sua mente cominciò a formare volti, voci, luoghi e... Stiles riconobbe i ricordi.
E avrebbe voluto perdersi, buttarsi a terra e lasciare che lo investissero per tutto il tempo che aveva a disposizione, ma il problema era che il tempo era troppo poco per sprecarlo così.
Aveva altro in mente, aveva altro da fare.
 
L' eclissi era il punto debole dei licantropi.
Perdevano i poteri per tutta la sua durata.
Stiles sapeva di avere pochi minuti per fare ciò che si era prefissato, doveva sbrigarsi.
Ignorò lo sguardo disorientato di Derek che si era inginocchiato, scombussolato, e si avventò su Theo, iniziando a colpirlo ripetutamente con una serie di pugni.
 
Il primo mandò a terra l'Alpha, gli altri lo tennero giù.
Stiles non si mise mai a cavalcioni su di lui, ma si posizionò accanto al corpo e sfogò tutta la sua rabbia.
"Come ci si sente ad essere dall'altra parte? Eh? Ti piace ora il dolore, lurido figlio di puttana? Ti piace?"
 
Stiles lo colpì e lo colpì e quando lo vide immobile si rialzò, massaggiandosi le nocche doloranti e spostandosi verso Derek.
Si inginocchiò di fronte a lui e gli prese il viso tra le mani.
Era la sua unica ed ultima occasione.
"Derek..." lo guardò. Lo guardò come se fosse la prima volta che l'osservava, lo guardò come se fosse l'ultima volta, lo guardò con tutto l'amore che possedeva. "Derek, ti prego, ascoltami attentamente, abbiamo poco tempo..." gli occhi verdi dell'Alpha erano puntati su di lui, confusi ma brillanti come non li aveva mai visti. "C'è una cosa che devo dirti e devo dirtela ora, ora che non c'è niente tra noi ad ostacolarci, nessuno scudo... nessun potere... nessun odore particolare... siamo solo due semplici ragazzi innamorati..."
 
Le immagini nella sua mente continuavano ad accumularsi e Stiles si rese conto che aveva perso tanto; tutti quei ricordi con Derek, tutti quegli anni insieme non li ricorderà mai più.
 
"Derek... Derek, io ti amo." E dirlo non rendeva l'idea. "Ti amo da sempre. Sono riuscito ad innamorarmi di te anche senza ricordi. Forse non ricorderò mai di come io mi sia innamorato della tua bontà, della tua dolcezza e della tua allegria... però so come mi sono innamorato dell'uomo che ho di fronte a me."
Gli accarezzò gli zigomi con i pollici. "Ho sacrificato tutti i miei ricordi per salvarti e salvarci tutti... anche spezzando lo scudo, non ricorderò mai più tutta la nostra infanzia insieme, non ricorderò la tua famiglia, mia madre, niente di tutto questo, ma..."
 
"Perché l'hai fatto?"
La voce addolorata di Derek non lo fermò, non poteva rispondergli, non c'era tempo, gli avrebbe spiegato tutto più tardi.
 
Gli sorrise. "Non sprecherò tempo a raccontare i ricordi dov'eri presente. Voglio confessarti tutti i miei peccati prima di dimenticarli di nuovo. Sono colpevole di averti sempre spiato a scuola ogni volta che ti cambiavi negli spogliatoi della squadra del lacrosse... di averti distrutto la Camaro per dispetto quando avevi baciato quello stupido di Craig al posto mio...di come fossi agitato al ballo di fine anno e la nostra canzone, le parole che ti ho detto... e di come amavo sentirti chiamarmi ragazzino, di come io abbia smesso di respirare la prima volta che hai pronunciato il mio vero nome... di come mi sia sentito felice per il nomignolo che avevi scelto per me per vendicarti del mioSourwolf..."
 
"Mischief." Sussurrò Derek, posando le mani sulle sue e sorridendo dolcemente. Stiles non smise mai di fissare e perdersi in quegli occhi meravigliosi.
Continuò ad osservare il volto squadrato, mascolino e perfetto di Derek, le sopracciglia parlanti, la mascella decisa e la bocca scolpita per incastrarsi solo e soltanto con le sue, di labbra.
 
"Quando ti ho protetto da quella freccia... sapevo perfettamente cosa stavo facendo... come lo so adesso... ti difendo perché sei la mia vita, Derek... non sono costretto ad amarti e non sono i ricordi a confondermi, quello che provo lo hai scatenato tu da quando sono tornato qui... Non importa l'anno, il luogo o in quale vita io mi trovi, finirò sempre con l'innamorarmi di te e continuerò a proteggerti perché non posso letteralmente vivere senza di te."
 
Derek non si trattenne oltre e baciò Stiles, con un impeto che il lupo non aveva mai mostrato.
Ora che non c'erano forze sovrannaturali a trattenerli e ad imporre quel solito, sgradevole influsso, Stiles e Derek erano liberi di potersi toccare e baciare, almeno finché l'eclissi durava.
 
Le loro labbra incollate continuavano a divorarsi, le mani erano scese sulle schiene per avvicinare di più i corpi e non smettevano di muoversi, frenetiche, felici di potersi esplorare finalmente.
Poi Stiles sentì le zanne sfiorargli le labbra e gli artigli graffiare la pelle...
 
Si staccò piano da Derek e alzò gli occhi al cielo, notando la luna tornare normale, perciò guardò dolcemente il suo lupo un ultima volta e sciolse l'abbraccio, indietreggiando mentre sentiva i ricordi svanire lentamente uno ad uno.
Era troppo.
 
Si voltò, non riuscendo a reggere lo sguardo affranto di Derek, tornando a preoccuparsi di Theo, ma lo trovò in piedi, guarito e furioso.
Lo spinse a terra e concluse la trasformazione, Stiles non aveva mai visto il suo volto da licantropo e l'assenza delle sopracciglia e l'arco nasale allungato rendevano l'Alpha molto più terrificante.
Terrorizzato, si nascose dietro Derek che, al contrario, era pronto alla lotta e lo avvicinò tenendolo per la vita.
 
"Spero tu ti sia goduto il momento, Stiles..."
Theo aveva gli occhi di un pazzo e Stiles conosceva quello sguardo, lo aveva visto la notte che lo aveva legato e violentato.
 
Il ricordo lo colpì come una frusta.
Per tutto quel tempo aveva smesso di pensarci e avrebbe voluto continuare a farlo.
"Ci vuole coraggio a dichiararsi ad un uomo dopo quello che abbiamo condiviso..."
 
"Sta zitto."
 
"Però forse il vero coraggioso è Derek, che ti bacia senza preoccuparsi di tutto quello che hai fatto con quella bocca..."
 
Sentì Derek ringhiare.
Lo stava facendo apposta, voleva far arrabbiare Derek e scontrarsi con lui per avere l'opportunità di ucciderlo.
 
Derek non era in condizioni di reggere uno scontro, rischiava di essere ferito gravemente o ucciso.
Gli toccò un braccio con fermezza. "Non ascoltarlo, Derek, vuole spingerti a combattere!"
 
"Beh, non deve sforzarsi più di tanto, mi aveva già convinto tre frasi fa..."
 
"Derek, no!" Cercò di fermarlo quando lo vide avanzare verso Theo. "Ti prego, chiama qualcuno, non affrontarlo da solo, non ne vale la pena!"
 
Derek lo guardò dritto negli occhi. Sembrò rinunciare e Stiles tirò un sospiro di sollievo.
 
"Oh, ma andiamo! Nemmeno un pugno?" Domandò Theo, ironico e letale, allargando le braccia. "Cosa devo fare per combattere con te, Derek? Se non è bastato scoparmi il tuo compagno, cosa dovrò fare la prossima volta, eh? Mutilarlo?"
 
Derek lo fissò, gli occhi ridotti a due fessure.
Gli tornò in mente quando qualche ora prima, mentre era rinchiuso in quel caveau di Adularia, Theo era passato per spruzzargli addosso quel profumo maledetto e subito dopo lo aveva salutato con una frase che lo aveva fatto ruggire come un leone.
 
"Ah, Derek, fatti un favore... scopatelo prima di massacrarlo... non sprecare l'ultima occasione che ti rimane perché dopo toccherà di nuovo a me."
 
Non glielo avrebbe permesso.
Theo non avrebbe toccato Stiles mai più.
Ruggí e sfoderò artigli e zanne, trasformandosi totalmente in pochi secondi e saltando addosso all'altro Alpha.
Stiles gli gridò di fermarsi, ma il lupo non lo ascoltò.
 
Cominciarono a lottare con ferocia, ad ogni colpo di Derek ne seguiva uno più efferato di Theo.
E Derek, purtroppo, era quello che cadeva a terra più spesso.
Il terreno cominciò ad imbrattarsi di sangue e Stiles si chiese perché nessuno fosse ancora tornato indietro a cercarli e come facessero a non sentire i ruggiti di Derek.
 
Seguì lo scontrò per altri pochi minuti, poi Derek finì malamente a terra con una brutta ferita ad un fianco.
Rotolò diverse volte prima fermarsi, portando la mano sulla ferita e cercando di tollerare il dolore.
 
"Tutto qui, Derek? È questo tutto ciò che sai fare per difendere il tuo compagno?" urlò Theo, trionfante ma affaticato, anche se lievemente dello scontro. "Così mi rendi tutto più semplice... sei pronto?"
 
Pronto a cosa?
 
Stiles osservò i due per pochi secondi, spostando lo sguardo da uno all'altro, prima di capire che Theo stava per sferrare l'ultimo attacco.
La posizione del suo corpo suggeriva che era in procinto di prender una piccola rincorsa per affondare i suoi artigli su Derek.
 
Fu un attimo.
 
Stiles scattò poco prima dell'Alpha.
Con due balzi, si posizionò di fronte a Derek e allargò le braccia pronto ad ricevere il colpo al posto del suo lupo.
Theo non se ne accorse subito e quando capì le sue intenzioni fu già troppo tardi per fermarsi.
Derek poté solo urlare il suo nome, incapace di muoversi.
 
Gli artigli di Theo perforarono l'addome di Stiles, producendo un suono agghiacciante di carne squarciata che zittì i due Alpha.
 
Resosi conto di chi aveva colpito, Theo ritirò gli artigli e restò immobile a guardare il corpo di Stiles sobbalzare a quell'abbandono e accasciarsi lentamente a terra, puntando il suo sguardo attonito su Derek, che lo soccorse subito.
 
"No, no, no, no..." il suo sussurro era un lamento, Derek mise il capo di Stiles sulle sue ginocchia e quando vide gli occhi del suo adorato ragazzino rovesciare all'indietro e chiudersi si apprestò ad assorbirgli il dolore, mettendo una mano su quel petto umido di sangue, l’altra a scuotergli dolcemente il viso. "Maledizione, Stiles, perché non la smetti di metterti in mezzo?? Stiles!!!"
 
Derek lo aveva chiamato per altre tre volte, ma il ragazzino non dava segni di vita, se non per il sangue che continuava ad abbandonare il suo piccolo corpo.
"Stiles.. Stiles, andiamo, non puoi morire così, Stiles... ti prego...perché non funziona???"
Derek non riusciva ad assorbirgli il dolore, non riusciva a sentire nulla, nemmeno il più debole battito cardiaco e urlò di dolore al cielo, alla Luna traditrice e alla notte più orrenda della sua vita.
 
Una lacrima scivolò lungo il suo viso e alzò gli occhi sulla causa del suo dolore.
Theo guardava il corpo di Stiles incredulo.
Era come bloccato e Derek posò delicatamente il ragazzino a terra per occuparsi dell'Alpha.
 
L'altro, vedendolo, non batté ciglio. "Non prendertela con me, Derek. L'hai sentito tu stesso, no? Avrebbe continuato a proteggerti per sempre..."
 
Derek sentì montare la rabbia.
Si lasciò andare ad un lungo e potente ruggito, pronto ad uccidere quel bastardo e perdere per sempre i suoi occhi da Alpha, quando un suono sordo riecheggiò per tutta la radura in cui si trovavano.
 
Uno sparo.
 
Theo toccò terra pesantemente, con le ginocchia che impattarono con il suolo con un grande tonfo e Derek si voltò verso la direzione dalla quale era patito il proiettile e ci trovò lo sceriffo.
Mani alzate e intente ad impugnare la pistola, camminò fino a pararsi di fronte a Theo senza mai abbassare la guardia.
Derek capì, dal colore violaceo che gli ricopriva la ferita, che erano proiettili allo strozzalupo e quindi letali.
John Stilinski puntò la pistola a pochi centimetri dalla fronte dell'Alpha, ormai agonizzante.
 
"Sceriffo..."
Derek si aspettò delle domande, anche poche, da parte dell'uomo ora che aveva l'aguzzino del figlio a portata di mano, ma non le fece.
Aprì bocca per sussurrate un flebile 'sognavo da tempo questo momento.' e premette nuovamente il grilletto, piantando una pallottola in fronte a Theo, sotto gli occhi sgomenti di Derek.
 
Stiles continuava a perdere sangue.
 
 

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