NINE| A Sin?

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Non ho scuse per il ritardo, ma posso dirvi che è stato un capito abbastanza impegnativo e ho cercato di esplorare il più possibile la psicologia dei personaggi che sto pian piano creando.
Spero tanto di essermi fatta perdonare, vi ringrazio con tutta me stessa dato che nonostante tutto il tempo che trascorre fra la pubblicazione di un capitolo e l'altro, continuate a credere in questo racconto.

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Nonostante il pensiero condiviso da tutti gli abitanti del campo, nessuno di loro era riuscito a capire che Athena Wood non riusciva a provare odio. L'odio era una delle poche emozioni che non aveva mai provato e che non sarebbe mai riuscita a sentire neanche se ci si fosse impegnata con tutta se stessa. Non sarebbe mai riuscita a odiare nessuno, soprattutto non Bellamy Blake. Contrariamente a ciò che ognuno dei Cento pensava sulla loro strana relazione, Athena era immensamente grata al coetaneo per averle salvato la vita più di una volta. Sicuramente era rimasta delusa dal comportamento del ragazzo in numerose occasioni, ma non sarebbe mai riuscita a odiarlo. Doveva ammettere però che non poteva considerarlo come una delle sue persone preferite; non avrebbe potuto mentire a se stessa in modo così spudorato. I sentimenti provati nei confronti del ragazzo erano in realtà ancora segreti pure per la ragazza e l'unica cosa che disprezzava con tutta se stessa erano le speculazioni e le voci infondate che vagavano tranquillamente per il campo. Non era a conoscenza di chi avesse messo in giro così tanti pettegolezzi sullo strano rapporto fra lei e Bellamy Blake e se lo fosse stata sicuramente le voci avrebbero smesso di girovagare. Nonostante avesse voluto mettere a tacere tutte quelle stupide dicerie, sia lei che Bellamy lasciavano perdere. Entrambi si sentivano fin troppo maturi per confondersi con certe parole buttate al vento, entrambi avevano cose molto più importanti di cui occuparsi. Dopo il miracoloso risveglio di Jasper, avvenuto durante l'assenza di Athena, la ragazza passava le sue giornate a dividersi fra infermeria, turni di caccia e turni di guardia. Ancora sprovvisti di un decente sistema di comunicazione, cercava di aiutare Monty nell'assemblaggio quanto più le fosse possibile. L'unica cosa di cui sentiva il bisogno in quei giorni era un consiglio da parte del suo mentore, qualche parola di conforto di Abby Griffin.
Con la mente piena di pensieri non esattamente classificabili come positivi, Athena si trovava poco fuori la cinta muraria ormai conclusa attorno al campo. I suoi occhi azzurri erano puntati sul cielo scuro al di sopra delle cime degli alti alberi che la sormontavano, il suo corpo si trovava rilassato fra l'erba alta della foresta. In questi pochi momenti di solitudine si ritrovava la testa scoppiare di qualsiasi pensiero, dal campo all'Arca, senza poter distogliere l'attenzione dalla negatività di cui si circondava. Clarke Griffin si era accorta da giorni ormai che il bel sorriso non increspava più le labbra della giovane dottoressa, purtroppo però non aveva idea di come rimediare. Erano questi i momenti in cui l'unico desiderio di Athena era quello di tornare indietro nel tempo in modo da godersi a pieno il tempo passato sull'Arca, il posto in cui non si era presa la responsabilità di cento persone sulle sue spalle, il posto in cui la sua vita non veniva messa a rischio dal momento in cui il sole si alzava alto in cielo ogni singola mattina.

"Non credi che sia abbastanza pericoloso rimanere qui fuori da sola?" assolta com'era nei suoi pensieri, il corpo della ragazza sobbalzò leggermente nel sentire la voce di Monty dietro di lei, del quale non si era minimamente accorta della presenza. Il dito del ragazzo si alzò per indicare il posto libero accanto al corpo di Athena, la quale si era alzata e messa a sedere una volta accortasi della presenza di un altra persona. Il corpo di Monty si unì a quello di Athena a sedere sull'erba dopo un cenno della testa della ragazza, la quale aveva acconsentito alla domanda inespressa di quello che considerava uno dei pochi amici che aveva sulla Terra.

"Non più di quanto lo sia restare dentro." piccole nuvole di aria condensata uscivano dalle labbra di entrambi, esposti inevitabilmente al freddo della notte. Athena si strinse ancora di più nella giacca che Bellamy ancora non le aveva richiesto, alzando nuovamente lo sguardo verso i corpi luminosi che costellavano il blu profondo del cielo notturno.

Kingdom ⇋ Bellamy BlakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora