TWELVE| With you

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In quel momento il pensiero di convivere con l'ennesima morte di uno dei suoi compagni era l'unica cosa che potesse aiutare Athena Wood a concentrarsi nuovamente sul corpo sudato di fronte ai suoi occhi. Per un attimo la sua mente tornò indietro nel tempo, riportandola nel bosco, poche settimane prima, con un coltello stretto nella mano e il corpo mutilato di Atom sotto ai suoi occhi lucidi. La mente della giovane dottoressa non era probabilmente mai stata incasinata come in quel momento, portandola a penzolare costantemente fra ricordi e vita presente. Proprio come era successo con l'altro ragazzo, la giovane non riusciva a immaginare gli occhi di Finn Collins aprirsi nuovamente. I ricordi di un adolescente in fin di vita la opprimevano come mai nient'altro prima di allora era riuscito a fare, mentre le ultime parole di Bellamy le rimbombavano in testa come il suono di mille martelli. Fantasiose immagini di quello che potesse mai accadere poco sopra di lei le invasero la mente, offuscandole maggiormente la vista e facendole credere per un secondo che forse l'unica cosa che avrebbe potuto fare era salire ad assicurarsi che il Bellamy Blake che aveva iniziato a conoscere non si sbriciolasse completamente di fronte a lei. Spostando lo sguardo ormai assente sulla postazione radio, non le restò altro che pensare ad Abby Griffin, a come le sue mani esperte avrebbero agito in quella situazione, a come la sua mente fredda non avrebbe esitato mezzo secondo prima di estrarre quella maledetta lama, a come avrebbe salvato all'istante la vita di Finn, a come avrebbe voluto possedere solo un pizzico delle sue abilità. Non sarebbe mai riuscita a scrollarsi di dosso la sensazione angosciante che si provava dopo aver preso la vita di qualcuno, qualunque fosse stato il contesto. Sapere di aver agito per il bene della sua vittima non aiutava la ragazza a dormire a sogni tranquilli, non riusciva a permetterle di lasciarsi alle spalle l'allucinante dolore che continuamente le stringeva la bocca dello stomaco. Non riusciva a pensare a nulla, se non a quel dolore. Il mondo attorno a lei si mostrava come attraverso una lente sfocata ai suoi occhi, i suoni ovattati. Non era sicura di trovare in se la capacità di tornare indietro.

"Athena, è molto caldo." la voce di Clarke Griffin arrivò alle sue orecchie come un rumore lontano, fin troppo lontano per riuscire a distinguerne le parole. La ragazza si trovava riversa sul tavolino di metallo, ormai neanche una singola lacrima rimasta da versare, con una mano posata sulla fronte sudata del ragazzo disteso e l'altra a stringere in una salda stretta quella dello stesso. Gli occhi di Athena Wood non riuscivano però a distaccarsi dalla stazione radio al momento inutilizzabile, ancora impressa nella mente la voce rassicurante di Abby che la guidava in tutto ciò che avrebbe dovuto fare. Octavia Blake fu l'unica ad avvicinarsi lentamente alla maggiore, nonostante gli sguardi di tutte e tre fossero puntati su di lei, posando una mano tremolante sulla spalla rigida della ragazza che le stava mostrando la schiena. Un brivido di realizzazione percorse l'intero corpo della più grande al tocco così simile a quello del suo unico amico, riportando la sua mente all'interno di quella navicella.

"La febbre accompagna il trauma a volte," la mano di Octavia lasciò lentamente la sua leggera presa attorno alla spalla della ragazza più grande una volta che le parole uscirono dalla sua bocca. Athena si voltò, avvicinandosi velocemente a una delle borracce contenenti il liquore creato da Monty Green, segnalando a Octavia attraverso una sola occhiata di versarlo sulle sue mani. La ragazza dai lunghi capelli neri alzò lo sguardo verso i suoi occhi azzurri nel momento in cui si accorse di quanto potessero star tremando le mani della dottoressa, intravedendo un pizzico di quella paura che la stava soffocando. La maggiore si limitò a ricambiare l'occhiata fugace, sospirando leggermente nella speranza di trovare nel suo corpo un briciolo di tranquillità alla quale aggrapparsi vigorosamente. "vedi del fluido uscire dalla ferita?"

"Non credo, non lo so, non sono un cazzo di dottore." con fra le mani un pezzo ormai sporco di tessuto strappato da qualche maglietta, impegnata ad asciugare nel modo migliore i residui dell'alcol puro che Monty aveva riversato in una bottiglia qualsiasi spacciandolo per bevanda, Athena si riavvicinò al tavolo sul quale il corpo di Finn era disteso, completamente immerso in una pozza del suo stesso sudore.

Kingdom ⇋ Bellamy BlakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora