FOURTEEN| Flows surely

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Non vi mentirò dicendovi che questa è una storia rosa e fiori. È tutto tranne che questo. Spero di essere stato abbastanza chiaro in precedenza su questo punto. Spero sinceramente di avervi fatto comprendere quanto la vita di questi ragazzi fosse radicalmente cambiata. Durante la loro breve vita non avevano mai provato una paura così agghiacciante. Erano criminali, questo è ovvio, e sapevano che la loro vita sarebbe arrivata ad una conclusione il giorno stesso del loro diciottesimo compleanno. Proprio per questo, nessuno di loro aveva mai provato una simile incertezza. Il terrore di non sapere se quello che stavano vivendo sarebbe stato il loro ultimo giorno su quel pianeta. A quel punto, rabbrividendo sempre di più ogni secondo, molti avevano perso le speranze di sopravvivere all'inverno che si stava per abbattere su di loro. Un'altra cosa con cui non avevano la minima familiarità era il freddo. La maggior parte di quei ragazzi non facevano altro che non fare nulla dalla mattina alla sera, solamente in attesa della loro ora fatidica. Perché ognuno di loro aveva interiorizzato la consapevolezza di essere già morti. E chi di noi avrebbe avuto il coraggio di biasimarli? Solo l'idea di passare mesi al gelo, senza un riparo stabile o cibo a sufficienza per sfamarli tutti, sarebbe bastata a chiunque per abbandonare ogni briciolo di speranza.
Non sembrava essere sufficiente per Athena Wood però. No, se c'era una cosa a cui Athena Wood si aggrappava con tutta se stessa, a cui non avrebbe mai rinunciato, era la speranza. Aveva passato una vita intera a crederci e non era ancora pronta a lasciar andare quell'energia, forse l'unica cosa che le permetteva di continuare a vivere. Un'energia a cui Bellamy Blake continuava ad essere estraneo. Credo di poter dire che tutti noi ormai abbiamo capito che Bellamy Blake non aveva mai sperato in nulla fin dalla prima boccata di aria che gli riempì i polmoni. Forse non aveva mai avuto niente in cui sperare. Certo, le loro vite avevano avuto corsi completamente diversi. Le loro anime si aggrappavano a cose profondamente diverse. Dove Athena vedeva bianco, Bellamy vedeva nero. Dove Athena vedeva speranza, Bellamy vedeva desolazione. E dove Athena vedeva vita, Bellamy vedeva solo morte.
Forse era per questo motivo, per la complessa diversità dei loro spiriti, che durante le due ore di camminata che avevano condiviso nella fitta boscaglia in cerca di qualsiasi indizio sull'esistenza di un antico rifugio antinucleare, nessuno dei due aveva proferito parola. Athena sicuramente non riusciva a trovare una ragione plausibile per cui avrebbe dovuto iniziare una conversazione con il ragazzo in sua compagnia. O forse, motivo probabile quanto il precedente, si stava fermando dall'iniziare una conversazione che non voleva affrontare per niente.

"Mi stavo chiedendo," fu Bellamy Blake a cedere per primo. Al contrario di Athena, Bellamy aveva passato le ultime due ore della sua esistenza a combattere fortemente con la voglia di instaurare un qualsiasi tipo di dialogo con la ragazza in sua compagnia. Di queste due ore, aveva passato gli ultimi dieci minuti a scegliere attentamente le parole che avrebbe utilizzato per rompere quel silenzio agghiacciante che si era venuto a creare fra i due. "sei sempre stata così loquace?"

"Non abbiamo mai parlato più di tanto," Athena cercò di sviare qualsiasi tipo di conversazione Bellamy avesse intenzione di intraprendere, scrollando leggermente le spalle e sviando l'ennesimo tronco di albero che si parò di fronte alla sua figura. Lo sguardo attento fisso di fronte a lei, in cerca di qualsiasi indicazione riguardo l'esistenza del rifugio che stavano cercando. Non si voltò neanche verso il ragazzo alle sue spalle. "non abbiamo neanche argomenti di conversazione."

"Puoi non credermi, ma non ti odio. Certo, non sei la mia persona preferita, ma non ti odio." Athena non voleva una risposta, questo Bellamy l'aveva capito bene. Nel suo tono non si trovava nemmeno un briciolo di volontà di parlare. Forse fu questo il motivo per cui Bellamy impiegò così tanto tempo prima di proferire nuovamente parola, o forse gli ci volle soltanto più di un minuto buono per studiare bene la sua prossima frase. Le sue parole erano ben scelte, in modo da far capire solo in parte ciò che veramente si celava nella sua anima.

Kingdom ⇋ Bellamy BlakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora