Durante nessuno dei momenti sempre più frequenti in cui i pensieri di Athena Wood deragliavano verso Bellamy Blake, l'immagine del ragazzo era stata associata alla parola assassino. Il corpo della ragazza non faceva altro che rabbrividire nello stesso istante in cui questa riaffiorava nella sua mente. Se solo il pensiero le fosse balenato solo poche ore prima, non avrebbe mai creduto che un giorno si sarebbe trovata a pensare al ragazzo come a un omicida e nonostante tutto ancora si rifiutava categoricamente di crederci. Cercando di mantenere la mente concentrata in modo da impedire a se stessa di fare presupposizioni, anche se ben fondate, sul ragazzo a cui non sembrava smettere di pensare; le parole dure di Finn Collins, ma soprattutto di Clarke Griffin, le rimbombavano rumorosamente nelle orecchie come tamburi. A dispetto di tutto, non poteva non sperare che le urla di rabbia dei due ragazzi fossero stati indirizzati solamente a lei, perché avrebbe simboleggiato l'innocenza del suo coetaneo. Mentre si addentrava sempre più nel bosco, scansando sempre più a fatica la marea di tronchi di alberi che le si stendevano per chilometri di fronte agli occhi, fin troppo impegnata a discutere con la sua stessa mente per prestare fin troppa attenzione a dove i suoi piedi la stavano portando, aveva solo un'immagine stampata nel cervello. I grandi e innocenti occhi marroni di Bellamy Blake la osservavano carichi di pentimento e iniettati del sangue che stava per spargersi sulle sue mani pulite, fino ad arrivare a macchiare la sua candida anima. Perché Athena era consapevole del fatto che Bellamy non aveva ancora imparato a pensare al peso delle sue azioni e sapeva in cuor suo di come lo spirito del ragazzo si sarebbe inevitabilmente strappato in mille pezzi una volta ricevuta la notizia delle persone che stavano per essere giustiziate come conseguenza a una sua scelta. E in tutto questo non potevano che riaffiorarle i ricordi di tutte le battaglie da lei stessa combattute per impedire che ciò dovesse accadere, rendendosi conto di quanto inutili potessero essersi rilevate e che la corruzione del cuore del ragazzo era diventata ineluttabile. Athena Wood non si sarebbe mai immaginata di poter arrivare a un livello tale di freddezza da non preoccuparsi minimamente del fiume scarlatto che ormai le scorreva fra le dita, purché quelle di Bellamy non si imbrattassero. Aveva smesso di chiedersi il perché di questa preoccupazione verso il ragazzo già molte notti precedenti, arrivando alla conclusione di non poter mai essere in grado di raggiungere a una risposta per le sue domande. Nonostante ci avesse provato con tutta la sua volontà, non poteva fare a meno di temere per l'anima del ragazzo.
Con la mente affollata di pensieri, la ragazza quasi non si rese conto di aver scorso un'ombra a pochi metti di distanza da dove si trovava. Dalla sua bocca uscì in un grido quasi disperato il nome che tanto la tormentava dal momento stesso in cui i suoi piedi toccarono il suolo terrestre. La scura figura di fronte a lei si fermò immediatamente al suono della voce familiare, aspettando che la ragazza si avvicinasse."Dov'è la radio?" la voce di Athena arrivò come un sussurro alle orecchie di Bellamy, il quale sentiva solamente la sua presenza sempre più vicina al suo corpo. Mentre nella mente di Athena aleggiavano milioni di pensieri sul ragazzo di spalle di fronte ai suoi occhi, in quella di Bellamy non poteva insinuarsi nulla se non il dispiacere nell'aver deluso la fiducia della ragazza dietro di lui. La spiacevole sensazione gli viaggiò per tutto il corpo, sempre più veloce quanto i passi cauti della ragazza si facevano vicini, fermandosi all'altezza del petto e risucchiando metà di ciò che gli era rimasto, lasciando dietro mezzo vuoto. La parte piena gli suggeriva di scappare a gambe levate, di non voltarsi indietro e scordarsi ciò che aveva appena fatto, continuando a vivere sereno come se nulla fosse mai successo. D'altro canto, la parte vuota gli gridava di restare al fianco della ragazza, di lasciarsi cullare dalla sua voce bassa e rifugiarsi nel tono calmo di Athena, permettendo ancora una volta che lei riparasse al danno da lui causato.
"Non ho idea di cosa tu stia parlando." e così, dilaniato fra due frazioni equamente allettanti fra loro, decise semplicemente di fare ciò in cui era diventato più bravo; lasciare che fosse la ragazza a decidere per lui. Non si voltò verso gli occhi azzurri a cui non sfuggiva niente, ma rimase in posizione di stallo, sperando solamente che la mano confortante di Athena si allungasse fino a toccare la sua spalla.
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Kingdom ⇋ Bellamy Blake
Fanfic"Non provocare la mia furia e non mettere alla prova il mio potere." Basata su The 100. #1 in the100 #2 in alternative #4 in future ©2017