Capitolo 8 - Foglio

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Oh no!

Leggero, morbido. L'infinito tempo di una rivoluzione.

Indecifrabile aveva detto. Forse era vero. Il destino è sabbia tra le dita.

Illusi, lo stringiamo nelle mani senza accorgerci che già abbiamo iniziato a perderlo.

Il vento. Una folata improvvisa. La tempesta che dopotutto arriva nel momento più giusto.

Dicono te ne accorgi quando tutto cambia. Un flash. Una foto perennemente impressa nel cuore.

Di questo si accorse.

Il tempo rallentò. Ironico e beffardo le voleva dare il tempo di guardare, elaborare ed infine capire.

Capire che lo zio forse non aveva tutti i torti. Capire che tutto avviene per una ragione.

Il sole si bagnò i piedi nell'oceano, indifferente verso quell'angolo di paradiso dove accadono i miracoli.

Ma Brianna viveva l'istante come la prima luce di un neonato, incapace di reagire, desiderosa di vivere.

Alzò le braccia cercando di afferrare quel foglio. Le dita si distesero nel estremo tentativo di superare i propri limiti. Il cuore pregò che gli occhi si stessero sbagliando.

"Dicono te ne accorgi" continuava a ripetersi.

La sua anima già sapeva.

Forse ce l'avrebbe fatta. Forse il suo braccio avrebbe potuto fermare il destino sul nascere.

Ma Bry rimase a guardare. Combattuta tra anima e mente.

Lo chiamano sesto senso. Istinto, sospetto. Qualcosa che modifica la percezione che abbiamo del futuro. Per un istante le dita non furono più distese.

Parole appena scritte che volavano in quell'aria salmastra come risucchiate verso l'oceano, verso la spiaggia sottostante.

Si illuminarono di oro, trasparirono nella luce del tramonto mentre lui, il cuore, sperava le sue parole non si perdessero nell'acqua.

Ma sottile è il confine tra perdersi e trovarsi perché forse nessuno può prescindere dal proprio opposto.

Una seconda sferzata di vento quando i capelli persero l'elastico che li teneva uniti e, fulvi, si sparsero in esso.

Dicono si provi qualcosa... e Bry lo provò.

Il foglio del diario sfuggì oltre la vetrata.

Danzò nei turbini del maestrale, piegandosi nel tentativo di volare, desideroso di raggiungere la sua meta.

Sei metri.

Virò. Rapido fendeva l'aria. Cadde verso terra come un'aquila sul suo pasto.

Quattro.

Rallentò di colpo. Ondeggiò nel calore della sabbia. Leggero, lo vide sparire oltre la balaustra che proteggeva il vetro.

Due.

Non riusciva a vederlo ma sapeva era lì sotto. Lui ed il suo contenuto.

Intimi, reali. Pensieri che sapevano di vita. La sua.

Non è lontano!

Non lo è mai. Esso è sempre dietro l'angolo più vicino al nostro cuore.

Bry scese velocemente le scale a chiocciola cercando di far anticipare allo sguardo dove posare il passo successivo.

Ma la sua mente riusciva ad elaborare solo un concetto.

Ti prego, fa che nessuno lo legga!

Corse. Gradini saltati in coppia. Muscoli che si muovevano spinti dalla gravità. Ma era il fato a generare quella forza.

Veloce. Più veloce.

Troppo per una ragazza a cui era capitato di cadere anche da ferma.

Pochi gli scalini mancanti, troppi per gli occhi.

Inciampò nella sua stessa caviglia.

Cadde.

Una. Due. Tre capriole urtando infine la logora porta in legno.

Quando il mondo si fermò il suo viso era affondato nella sabbia poco oltre l'ingresso.

Il capelli le coprivano gli occhi, le orecchie fischiavano più di un vecchio peschereccio.

Per questo non si accorse della sua presenza.

« Questo deve essere tuo! »

Zero.

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

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