Capitolo 30 - Scoperti

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Perché Bry! Perché l'hai rifiutato?

Essere lì, eppure, in qualche modo, trovarsi, oppure perdersi, nei ricordi di un errore. E quel confine labile che è il desiderio veniva messo in ombra dalla paura. Com'era appena stato.

Quel limite, quel confine, un unico passo, semplice in linea di principio, bloccato da sabbie mobili sui quali i sogni avevano ben poca presa. E guardarlo sfuggire, come normale che fosse, quando anche per Luke un semplice sì sarebbe stato il riconoscersi in un cuore diverso dal suo. Come uno specchio che non riflette che immagini distorte, così era stata la mente di Bry, così il suo sentimento agli occhi di Luke.

Rifiuto. Ciò che era stato e ciò che continuava a ripetersi nella mente.

Non ci credo. Come ho fatto ad essere tanto miope.

Il sole alle spalle. Un tramonto che allungava l'ombra del suo corpo, come le ombre che avrebbe dovuto affrontare di fronte a lei. Ed essere sola in quella battaglia.

Voler capire, pretendere di intuire per quale motivo, quando l'obiettivo è a portata di braccio, la paura che non sia come i sogni lo hanno dipinto, ci blocchi in un ultimo masochistico tentativo di infelicità.

Quel suo scuotere la testa e distogliere lo sguardo da Bry, quel maledetto sole che aveva avuto la colpa di far brillare le lacrime ancora per poco imprigionate nei suoi occhi.

Sarebbe tornato?

L'unica certezza era la sicurezza che quel istante, quel nanosecondo quando al primo negarsi di Bry susseguì quello di Luke, sarebbe tornato a perseguitarla nei suoi incubi.

Perché? Perché?

Forse l'averla presa di sorpresa, lo shock di saperlo libero da Beverly, toccare con mano i sentimenti celati in Luke, sentimenti che da così tanto tempo Bry sperava di vivere ed ora, così velocemente liberi.

In tanti mi hanno ferita. Nessuno di questo maledetto paese ha mai avuto riguardi per me. Perché ora? Perché lui? Perché dovrei fidarmi?

"Ogni lasciata è persa!", dicono. Evidentemente non hanno mai avuto a che fare con l'amore. Non hanno mai avuto a che fare con anni di bullismo, con una scuola di stronzi, con una vita fatta di privazioni affettive e sensi di colpa costanti.

Non hanno mai avuto a che fare con quella stretta alla gola che prende quando la paura paralizza più dell'amore, quando il cervello batte il cuore, quando lo stomaco si ritrae in uno spasmo incontrollato e spreme fuori ogni singola lacrima che gli occhi sono in grado di filtrare.

Non hanno mai avuto a che fare con la mancanza di riferimenti.

No! Nessuno sa! Nessuno può biasimarmi!

Forse perché nessuno le aveva insegnato mai cosa è l'amore. Lo zio faceva ciò che poteva, strattonato dal lavoro e dall'impossibilità di un uomo di capire le dinamiche nella vita di un'adolescente.

Forse solo una persona la comprendeva. Trascorsi, età, tutto in comune. Eppure cieco verso quell'amore.

E senza rendersene conto erano il ruvido selciato dell'asfalto e le ginocchia posate su di esso a sottolineare il suo dolore.

Perché nessuno mi capisce?

« Bry! Cavolo Bry! Che ti è successo? »

« Toby... »

« Indovinato! Sempre io a tirarti su da terra! Vieni! »

Avvolse il braccio di Bry attorno al suo collo e la sostenne per il fianco sinistro.

A passo lento coprirono gli ultimi cento metri. Quando la posò sul letto in cima alle scale, aveva il il viso bagnato di sudore e la maglietta umida, lì dove i loro corpi si erano sostenuti.

« Non ti chiedo più neppure per colpa di chi sei in questo stato! » disse severo una volta stesa sul letto. « Possibile non sia cambiato nulla da quel compleanno? »

« Stavolta è colpa mia... »

« Sì, come no! Lo dicesti anche di quel braccialetto e anche di quando si mise insieme a Beverly e anche... »

« Ho capito Toby! Faccio schifo! Non c'è bisogno tu me lo ricordi, lo so fin troppo bene anche da sola! Ho avuto la possibilità e ho avuto paura! » urlò bagnando le lenzuola con lacrime aggiunte a quelle già cadute.

« Bry... tu non fai schifo. » disse accarezzandole la caviglia in fondo al letto. « Nella maniera più assoluta. Devi solo capire che lui non è come noi. Lui non sa cosa significa non avere nessuno, non sa quanto fa male il sorriso perso di un genitore. Cosa vuoi che ne sappia lui... »

« Non puoi fargliene una colpa se ha entrambi i genitori. »

« No, hai ragione. Ma posso sospettare di lui! Saranno almeno quindici anni che ti vede, ogni dannato giorno, a scuola. Perché ora? Perché te? Bry, le persone non si innamorano nel giro di un mese! Possibile che si sia accorto solo ora dei suoi sentimenti? Non mi torna. Voglio dire cos'è cambiato tra voi? »

Un foglio ci ha fatti conoscere...

« Non lo so, Toby. »

« Esatto. Non lo sai! Non conosci nulla di lui! Non vi siete mai parlati, vi siete incontrati una volta in spiaggia e ora lui lascia Beverly per te? E se fosse una stupida scommessa? E se lo facesse solo per ferirti o peggio che sia tutta una mossa studiata dal padre? Bry, lui è un Luke McLoud! Non dimenticarlo. »

Ma troppo in alto si erano alzate le voci. Troppa strada avevano fatto rimbombando tra le pareti di quella vecchia casa. Ed ora, sulla soglia della porta, qualcuno voleva sapere perché quel nome echeggiava in casa propria.

« M... McLoud? » sottolineò lo zio.

© Giulio Cerruti (The_last_romantic)

Angolo dell'autore:

Con questo capitolo voglio innaugurare un filo diretto tra lettore e scrittore. 

Qui in particolare,  ho voluto analizzare i pensieri di Bry riguardo il suo rifiuto. Secondo voi da cosa è stata spinta? Approvate i suoi sentimenti? Vi è mai capitato di indietreggiare per timore di avanzare? E se sì perchè?

Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!

Come Mondi Opposti | Prima StesuraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora