Eppure sapeva.
Se lo era ripetuto ormai chissà quante volte.
Lo sapeva. Lo aveva immaginato.
Ma la concezione astratta di qualcosa non è mai la realtà della concretezza. Sfumature ed ombre impossibili da pensare.
Lo aveva perfino scritto.
"A lui". Così come aveva esordito e come tutti avevano imparato. Lo stesso lui che aveva avvisato avrebbero colpito duro.
Non avrei mai potuto immaginare tanto.
Quel: "A lui...", che ora si malediceva di aver scritto. Quella dedica che ora le si rivoltava contro. Perché aveva prestato il fianco. Perché ora i dubbi si accumulavano come immondizia in una discarica. Perché ora tutti, tutti sapevano.
Come cazzo ho fatto ad essere tanto stupida?
Il freddo della ceramica. Il proprio viso riflesso. Sempre più distante. Vederlo frantumarsi.
E piangere.
Mescolare sangue e cocci di una lampada che non illuminerà più. Cercare, sperare invano, che le proprie lacrime potessero fare da collante, portare indietro tutto.
La lampada, la rabbia, il tempo.
Ma non è mai accaduto. Non avvenne neppure allora.
Accorgersi che tra quelle schegge e lei non c'era poi così tanta differenza.
Quindi? Quindi non restava che maledirsi. Maledire se stessa con tutte le forze perché lei non aspettava altro. Perché aveva servito a Beverly il suo amore su un piatto d'argento e non aveva fatto altro che rovesciarlo ed ora il cocci del suo cuore erano in terra.
Beverly...
Ancora lei. Chi mai sarebbe arrivato a tanto?
Non poteva, non voleva crederlo. Non era stato lui. Non dopo tutto ciò che era stato, che era Luke.
No! No!
Non poteva essere. Anche solo l'idea, anche solo sapere di averlo pensato, averlo immaginato, era per lei motivo di un dolore emotivo che diventava fisico. Era tradirlo, era ammettere che il mondo poteva avere ragione, ragione di quell'amore, ragione di quindici anni di sofferenza. Lei non voleva neppure ammettere la possibilità che poteva essere stato lui, di sua spontanea volontà, a dare quella lettera.
In fondo perché mai avrebbe dovuto.
Quando è tornato a casa aveva ripreso coscienza di sé, era tornato lui, il solito Luke con i suoi occhi sognanti e quel desiderio di dire e non poterlo fare.
Quindi perché mai avrebbe dovuto. Forse si è addormentato, forse Beverly gli aveva sfilato la lettera dalla tasca. Per controllarlo, per manovrarlo.
Sì, deve essere andata così!
Eppure i cocci a terra raccontavano un'altra storia. Raccontavano che non era stato un complotto, che la stessa Brianna si incolpava di ciò che era successo, che non stigmatizzava la cattiveria umana, il desiderio di rivalsa, la vendetta di Beverly per quell'amore che le aveva strappato.
Ancora un turno.
Il mondo le dava la colpa e lei non potè far altro che addossarsela tutta.
Lo zio, o meglio "il reverendo" come ormai da qualche tempo lo chiamava, non era ancora tornato. Probabilmente era in chiesa a sbrigare le faccende prima del weekend, prima della domenica di messa oppure chissà dove a fare proseliti, a seminare ancora più odio di quanto i McLoud non facessero già dalle colonne di un giornale. Forse ancora non lo sapeva, sicuramente lo avrebbe saputo a breve.
Perché in una piccola cittadina le voci corrono, i pettegolezzi montano, le maldicenze... poi di quelle non ne hanno mai abbastanza a Dennis Port.
Una piccola cittadina dove accadeva poco e niente: di sicuro, la storia d'amore tra la figlia del reverendo democratico e il figlio mormone di una famiglia repubblicana, avrebbe scatenato interessi che a lungo si sarebbero ingigantiti come una valanga verso valle che agglomera su di sé tutto l'odio che incontra lungo la discesa.
In fondo a questa, Brianna, aspettava di ricevere il colpo del KO.
Ma per ora, non restava altro che sollevare da terra le schegge di sé e ripulirsi quando le lacrime ormai erano terminate e gli occhi stanchi non riuscivano neanche più a rimanere aperti.
Quanto può essere profondo il fondo? Voltarsi e accorgersi che non lo si è mai toccato, che ne esiste un altro ancora più oscuro ed intimo. E un po' se lo aspettò quando vide lo schermo del cellulare accendersi e lampeggiare quella foto che aveva rubato su un social network. Perché di lui, di Luke, non aveva che una foto rubata.
Quando il telefono le chiese di scegliere se rispondere alla chiamata oppure riattaccare, lei non ebbe dubbi.
« Ti prego... scusami! »
« Luke... non è colpa tua, lo so. »
« Invece sì! Non sai quanto! Ma ti giuro: l'ho fatto solo per voi! »
« Luke? Aspetta... in che senso "solo per voi"? »
« Ti prego! Parliamo! Voglio spiegarti! »
« Luke! Cosa stai tentando di dirmi? »
« Non so come li abbia avuti... »
« Di cosa stai parlando? »
« È colpa mia! Okay? »
« Mi vuoi spiegare? »
« Bry... ho dato io la tua lettera a Beverly. »
© Giulio Cerruti (The_last_romantic)
Angolo dell'autore:
Ed il dolore di Bry ora si fonde con ciò che appare come un tradimento in piena regola. Per quale motivo Luke ha dato la lettera a Beverly? Quali spinte possono averlo fatto decidere per una decisione tale?
Lasciate anche solo una stella per coronare i miei sforzi o, se vi va, commentate consigliandomi costruttivamente come dovrebbe continuare o eventuali modifiche in modo da potervi offrire scritti sempre migliori. Grazie infinite a tutti!
STAI LEGGENDO
Come Mondi Opposti | Prima Stesura
Teen FictionBreanna, detta Bry. Diciassette anni, invisibile nel suo liceo e con l'impressione di trovarsi sempre fuori posto, lontana dal cuore di Luke. Beverly. Ventisette anni, giornalista affermata ed un innato desiderio di rivalsa sugli uomini. Due vite. ...