Capitolo ventitré.

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Esher, 10 agosto 2015

“Cuore mio” mi accarezza i capelli, ma la mia testa accoccolata contro il suo grembo non si smuove nemmeno di un millimetro, sento gli arti intorpiditi e gli occhi ancora chiusi ermeticamente, e poi bearmi delle sue carezze è una delle cose che più è mancata nei nostri periodi lontani, quindi ora non ne sono praticamente mai sazio. Ma se mi sono addormentato è colpa sua, perché mi ha costretto a vedere La teoria del tutto, e lentamente accompagnato dalle sue carezze e dalle voci dei protagonisti, mi sarò addormentato su di lui, stanotte abbiamo fatto tardissimo per guardare le stelle, e Dio non mi pento nemmeno di un istante, è stato tutto così magico che se non fossi già pazzamente innamorato di lui, mi sarei innamorato ieri sera, con i suoi tratti così eleganti alla luce della luna e delle stelle, della sua espressione incantata mentre guardava stregato il cielo e gli occhi che brillavano d'emozione al buio, gli stessi occhi circondati da quelle rughette che ho sempre adorato che racchiudevano quella felicità, quella serenità che non pensavo più di poter vedere sul suo viso, e la cosa più bella è la consapevolezza di essere il colpevole di quel sorriso, di quell'espressione beata, il continuo susseguirsi in mente, mentre lo ricordo così bello ed in pace con se stesso, di essere stato io, sono stato io a farlo felice anche e solo per una sera, ma adesso ne sono capace, adesso non mi domando più da dove poter iniziare, adesso so di dover iniziare proprio da noi. Ma purtroppo, in fin dei conti, nonostante noi due, fuori la vita continua frenetica, e stamattina ho dovuto aprire il bar, e sono dovuto tornare a casa per preparare la sorpresa di oggi, e fa caldissimo, ma nonostante tutto sono in paradiso, chi se ne importa della stanchezza, ieri eravamo solo due ragazzi con il naso all’insù e le pelli a sfregarsi, a scaldarsi, a bastarsi.
“Ridillo” sussurro a labbra strette, con la voce troppo basse e roca, inconsapevole se mi abbia sentito o meno.
“Cosa?” fa accarezzandomi il lobo. E sorrido, mi ha sentito.
“Chiamami come hai fatto prima” gli mordo dolcemente il fianco, intravedo il tatuaggio, e lo bacio, con un soffio. Così ti amo perché non so amare altrimenti. Un giorno gli chiederò a chi si riferisse, un giorno gli dirò che il mio é complementare al suo, o meglio é in risposta al suo. Gli lascio una lappata sotto il tatuaggio, e lui geme leggermente, alzando il bacino ed io sorrido contro la pelle tesa del suo basso ventre, abbassandogli leggermente la molla dei boxer e affondo il naso nella peluria rada del suo basso ventre, aspiro forte il suo odore di lavanda e di uomo, e inizio a baciare tutta la zona con dedizione, iniziando a succhiare una zona sensibile di pelle sotto il tatuaggio, lui geme più forte questa volta, e spinge la mia testa contro se stesso, ed io lo mordo di nuovo, leccando, baciandolo, venerandolo.
“Cuore mio” ansima ancora, il bacino ancora in alto ed il movimento di prima sui miei capelli é quasi ipnotico, tanto da sentirmi fuori controllo, tanto da farmi svegliare completamente “non li tagliare mai” e gli bacio l’ombelico e lo stomaco quasi incavato. E sorrido al ricordo, ero venuto qui per tagliarli, ricordo ancora Zayn che mi disse che una donna quando cambia taglio cambia vita, ricordo Niall che mi prese per pazzo, domandandomi se nel mio paese non ci fossero barbieri...e ora sono lunghissimi, mi superano le spalle e in quest’istante sono tutt’intorno al mio viso come un’aureola, o meglio arruffati come una criniera di un leone.
“Di nuovo” faccio sollevandomi e baciandogli il collo. Cuore mio. Mi ha chiamato in tanti modi, anche prima di questa nuova situazione, ma questo nomignolo mi scalda il corpo intero, questa parola per molti quasi silenziosa diventa musica, e sparisce la paura, il male, il dolore, la cattiveria della gente, il passato, e le guerre stesse, esistiamo solo noi, e questo basta, basta per sempre.
“Di nuovo” faccio baciandogli il lobo, la mascella, il mento.
“Cuore mio” mi accarezza il viso ed io non so perché significhi così tanto per me ma é come se con le sue parole stia accarezzando la mia anima, come se mi stesse permettendo di brillare, come se mi stesse giurando di aver scelto me in mezzo a tutto questo schifo, in mezzo a questo mondo che ancora gli fa paura.
“Ancora” ansimo io questa volta, frizionandomi contro la sua coscia, infrangendogli le parole direttamente sulle labbra dischiuse, così lucide, così rosa, così invitanti.
“Cuore mio” e lo dice ad occhi chiusi, sospirando appena, e mi perdo ad osservarlo, sentendo sotto pelle quell’incredibile sensazione che ho sempre cercato di ignorare, che mi accarezzava in quel livello inconscio, e che adesso associo all’assurda voglia di amarlo, alla dipendenza che i suoi tratti creano in me. E lo bacio, d’impeto, senza nessun fine, un bacio semplice, con l’unico obiettivo di fargli battere il cuore, di farci battere il cuore. E ci riesco, perché mentre mi massaggia lentamente la cute tirando leggermente i ciuffi che gli impediscono l’esplorazione, poggio una mano sul suo petto e il suo cuore batte all’impazzata, ed ogni battito porta alla mente un ricordo, un momento, un sentimento: lui che mi salva da quei bambini che mi maltrattavano, protezione, luce, speranza lui che mi fa sentire suo pari, che mi fa crescere, che mi rende più di un amico, mi rende suo fratello, fiducia, famiglia, amicizia, lui che mi porta la colazione fuori da casa prima di andare a scuola, lui che mi mantiene la testa mentre vomito, lui che mi legge i suoi libri preferiti, lui che mi ascolta prima di ogni esame, attenzione, cura, presenza, lui che esplora il mondo e mi porta con sè, non facendomi mai sentire un peso, non facendomi mai sentire da meno, lui che non mi abbandona mai indietro, curiosità, gratitudine, felicità lui che strofina il naso contro la mia tempia, contro il mio collo, contro la mia anima, il suo profumo ad ubriacarmi, a rendermi cieco tanto da essere convinto che fosse tutto normale, lui che dorme nel mio letto, lui che mi stringe per stare più comodi, dipendenza, innocenza, testardaggine, lui che bacia Eleonor, che si fidanza con lei, lui che si innamora di Zayn, io che lo lascio fra le sue mani girando la testa dall’altra parte, abbandono, zona d’ombra, inconsapevolezza, lui che diventa famoso, che realizza il suo sogno, ma torna sempre da me, ed ogni volta era sempre meglio, orgoglio, paura, attese interminabili, lui che mi fa lentamente ed inesorabilmente innamorare di lui ed io me ne rendo conto solo quando non c’è, solo quando è troppo tardi, troppo lontano, troppo sfocato, confusione, paura, solitudine, lui che si scorda di me, io che lo lascio fuggire, lui che non mi riconosce, quel completo blu e gli occhi alienati, l’overdose, casa, disperazione, inadeguatezza, paura di sbagliare, di perderlo, lui che mi allontana, che prende peso, che capisce, lui che mi ama, pace, completezza, amore puro, ricambiato, infinito.
Lui, sempre e solo lui.
“Balli con me” faccio baciandogli il labbro inferiore “Mi concederebbe l’onore di questo ballo Mr Tomlinson?” mi inginocchio e gli porgo la mano, lui sorride e scuote la testa, imbarazzato, seguendomi.
“Che stai facendo?” scuote ancora la testa ed il mio cuore si riempie ancora un po’ dell’amore che provo per lui, perché ogni volta sono convinto di non poterlo amare di più, che il mio cuore non possa reggere di più, ed invece in questo momento con le gote rosse, i capelli scompigliati e un mio maglione troppo grande addosso, che lo avvolge come una coperta di Linus, Louis è in grado di duplicare lo spazio a disposizione nel mio cuore dedicato a lui. “Non c'è la musica, alzati scemo” cerca di tirarmi, ma sono io questa volta a scuotere la testa.
Lo guardo ancora, fisso negli occhi, mentre inserisco la pen drive e mi rendo conto di voler passare ogni momento con lui, insieme. Come una di quelle coppie da film romantico, che passano la vita a guardare la tv, sempre sullo stesso divano, a parlare, a ridere, a prendersi in giro, con il mondo che cambia intorno senza che loro se ne accorgano, perché è negli occhi dell’altro il mondo, e le coccole, le carezze, i baci lo rendono un posto più bello il mondo, di qualsiasi mondo si parli.
“Sono un uomo previdente io, Mr Tomlinson” penso a quanto tempo ci abbia messo a trovare la canzone perfetta, quella che gli avrebbe fatto accapponare la pelle dall’emozione, e poi penso al tempo perso mentre mi davo dello stupido, perché la canzone giusta é sempre stata questa, dovevo solo pensarci prima, e poi penso a tutte le altre, che ho sempre associato a lui, e che si susseguiranno come una ninnananna “e adesso la prego, accetti, ho una certa etá e questa posizione non é delle più comode”
“Mr Styles” scoppia a ridere e mi tira in piedi, a pochi centimetri dal suo viso, con i nostri corpi perfettamente allineati dalle ginocchia in su “ed io che avevo grandi idee per il suo futuro da contorsionista” mi mordo il labbro inferiore per trattenere in sorriso, mentre dal pc partono le prime note ed io lo guardo implorante. Lui sembra riconoscere immediatamente la canzone, ed in modo quasi automatico i suoi occhi si allargano e diventano lucidi.
“Balli con me Mr Tomlinson e lasci che la musica la faccia sentire vivo” gli avvolgo i fianchi con le braccia, portandomelo ancora più vicino se possibile, e le sue circondano immediatamente il mio collo.
“Ho accettato dal primo momento in cui me lo ha chiesto Mr Styles, aspettavo solo che mi venisse a prendere” sussurra contro il mio orecchio, con la voce leggermente incrinata dall'emozione “perché deve capire che è lei che mi fa sentire vivo, sempre e solo lei” avvicina le labbra al mio lobo ed inizia a cantare, come un soffio, come una carezza “Oh you make me live, whatever this world can give to me” ci muoviamo in modo scoordinato per la stanza, e per tutti potremmo sembrare due pazzi, ma per me questo momento è quasi magico, con queste parole che racchiudono questa vita troppo tormentata per essere così bella, questa vita che proprio grazie alle zone d’ombra, brilla così intensamente, per tutti potremmo sembrare due pazzi, ma per me siamo soltanto due innamorati che hanno bisogni di trovarsi prima di poter cominciare davvero a stare insieme, mentre lui si lascia andare contro la mia spalla, io giuro di non essermi mai sentito così bene ed in pace con il mondo come in questo momento.
“I've been with you such a long time” anni che si susseguono nei nostri occhi che si specchiano, e si ritrovano, il primo incontro, le corse per vedere chissà cosa, le partite a calcio nonostante fossi chiaramente negato, gli spuntini pomeridiani mentre giocavamo alla playstation e poi tutto il resto, confuso, distratto, maltrattato, perché ci siamo fatti male, perché non volevamo, perché ci amavamo, bastava poco per rimediare, bastava poco per essere felici, ma sarebbe bastato? “You're my sunshine” gli bacio la tempia, perché deve sapere che tutto questo magma di emozioni è vero e che voglio solo che ritorni a splendere, più forte di prima “...and I want you to know that my feelings are true, I really love you” e questa volta è lui a baciarmi, dolcemente, come non avrei neppure sognato di poter essere mai baciato, e su queste labbra salate ci sono tutti i ti amo che abbiamo ingoiato per paura, per mancanza di coraggio, per la convinzione di voler mettere l’altro d’avanti a noi, ci sono tutti quei baci negati che sarebbero stata l’acqua per un uomo perso nel deserto, la miglior medicina per due cuori che hanno avuto bisogno di rompersi per sapersi completare, ci sono tutte le parole che ancora non riescono ad uscire, i gesti che non riusciamo a compiere, perché è tutto così bello, tutto così nuovo che solo parlarne potrebbe sporcarne la perfezione, c’è la magia, quella magia che ci ha portato fin qui, quel filo rosso di cui tutti hanno parlato e che noi siamo stati troppo ciechi per vedere, quel filo rosso che finalmente ci ha riunito. “Oh you're my best friend” soffio sulle sue labbra ora più gonfie, più rosse, grazie a me. E sta singhiozzando fra le mie braccia, mentre ci muoviamo in cerchio, mentre lasciamo ai nostri corpi il compito d’agire, e noi comunichiamo soltanto attraverso le nostre anime e attraverso le parole di questa canzone “Oh I've been wandering round, but I still come back to you” sempre, deve sapere che in qualsiasi momento, qualsiasi dannato evento che ci potrà separare di nuovo in futuro, io me lo verrò a riprendere, perché abbiamo combattuto contro la morte, abbiamo combattuto contro di lui, e ce l’abbiamo fatta, adesso siamo qui a cantarci d’amore, e non permetterò a niente e a nessuno di privarmi di questa sensazione che mi riempie il corpo intero, a questo senso di pienezza, perché mi sento così pieno che potrei scoppiare d’amore per lui, ed invece mi ritrovo ad amarlo sempre un po’ di più “I'm happy at home, you're my best friend” canta lui questa volta, direttamente contro il mio collo, scosso dai brividi e dai singhiozzi. Siamo felici a casa, perché casa adesso è il corpo dell’altro, nessun posto fisico, nessun sostegno solido, solo due corpi che si rendono dimora dell’altro, solo due anime che possono davvero riposare quando sono vicine. “Oooh you make me live, you're my best friend”
cantiamo in coro, come se l’avessimo sempre fatto, come se fosse naturale, ma quando l’amore della tua vita, non solo è il tuo migliore amico ma anche colui che ti ha insegnato a vivere, cercare di ricordargli come si fa non solo è la cosa più giusta da fare, ma anche e soprattutto l’unica.







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