Capitolo ventotto.

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Esher, 1 Febbraio 2016

"Amore?" apro la porta con gli occhi semichiusi e poggio le chiavi sul mobile all'ingresso con un tonfo. Adoro lavorare in quella caffetteria, ma è davvero stancante, soprattutto quando devi aprire alle 6 e hai fatto le due di notte in quanto oggi è il tuo compleanno. Ripenso allo champagne, alle rose sul letto, alla sorpresa che ogni volta provo a vederlo sgambettare in questa casa, amplificata al massimo stanotte, perché è il primo compleanno che passiamo insieme, da fidanzati, perché da due mesi è finalmente libero, ed abita con me, nella vecchia casa che condividevo con Zayn. Louis non ha più bisogno del controllo quotidiano dei medici, non ha più bisogno di restare in quella prigione d'oro che era quella maledetta camera. Louis ora ha trovato la sua casa, ed é accanto a me. "Lou?"
Nessun suono arriva in mia risposta, eppure entrando in cucina trovo il tavolo apparecchiato per me e un'insalata di pollo, ma soprattutto sopra la forchetta un post-it.
Amore ancora buon compleanno, mangia che sarai sicuramente affamato, vorrei essere lì con te per farti di nuovo gli auguri a modo mio.
Scoppio a ridere perché sento ancora il corpo fremere al ricordo dei suoi auguri bollenti, tatuati sul collo, sussurrati contro la spina dorsale, soffiati sulla pelle sensibile, e poi a forza di lappate detti direttamente dentro il mio corpo.
Ma soprattutto un calore mi invade le membra: da quando siamo fidanzati noto tutti questi piccoli particolari, che sono ti amo muti ma quasi più significanti, in quanto sono attenzioni che in molti riescono ad ignorare, perché forse abituati, perché forse schiavi della routine, mentre io sorrido come un idiota ogni volta, perché sono che questi sono i gesti che formano una storia, sono i sorrisi che creano l'intesa, perché con lui ogni giorno è un momento da ricordare. E sorrido tanto, sorrido ogni volta che, nonostante i suoi capelli siano corti, noto al suo polso un elastico nero che mi passa all'occorrenza, per legare i miei, fin troppo lunghi, sorrido ogni volta che mi porta la colazione a letto ed io giuro sempre di sposarlo, sorrido quando ogni volta lo vedo raffreddarmi la tazza sotto l'acqua prima di passarmi il mio caffè turco, perché troppo caldo non riesco a gustarmelo. E sorrido adesso, perché una volta finita l'insalata riesco a vedere un altro post-it, posto sotto al fondo della ciotola trasparente.
Ci vediamo in camera da letto. E non alzare gli occhi al cielo, segui i miei ordini e fai il bravo bambino. Ancora auguri.
Ed io scoppio a ridere, perché ho davvero alzato gli occhi al cielo, perché mi conosce così bene questo maledetto, ma ormai ho capito che sta partendo una piccola caccia al tesoro, e sorrido, sorrido forte, perché ogni giorno mi rigiuro di non poterlo amare di più, ma poi continua a sorprendermi, a farmi sorridere, ed un piccolo granello si aggiunge alla vastità di sabbia che è il mio amore.
Appeso alla porta c'è un completo nero, con un cappotto a righe verticali nere e bianche, e non ci credo, non è possibile che sia YSL, questo é il completo che mi è piaciuto quando mi ha costretto a guardare una sfilata, e se n'è ricordato, non è possibile.
Si è quel YSL, non rompere, sono pur sempre un modello. Lavati e fatti bello per il tuo fidanzato. E non perdere tempo. Non posso rischiare di non farti gli auguri in tempo.
Prendo i boxer e corro in bagno, troppo eccitato da questa sorpresa continua, e sento l'adrenalina scorrere e riempire ogni stanchezza, cosa mi avrà organizzato? Per i primi giorni non é uscito di casa, non voleva farsi vedere da nessuno e aveva paura perfino a chiamare su skype i suoi genitori o i nostri amici, ma adesso si sta piano piano riabituando alla normalità, prima veniva con me a fare la spesa, adesso è diventato amico di quasi tutti i vicini ed i commessi, e lentamente sta tornando ad essere il Louis di sempre, con gli occhi pieni di qualcosa di diverso ogni giorno, fedele a se stesso ma mai uguale al giorno precedente.
Uscendo dalla doccia trovo un altro post-it attaccato contro il vetro della finestra che dovevo aprire per far uscire il vapore.
Sei così abitudinario da fare schifo, ed il fatto che ti conosca così bene non so se sia una cosa da stalker o dolcissima. Nel dubbio buon compleanno amore mio.
Ormai mi fanno male le guance per quanto sto sorridendo, eppure senza istruzioni mi ritrovo a non saper cosa fare, per questo mi vesto lentamente non sapendo dove cercare il prossimo biglietto. Una volta completamente pronto mi accorgo di non aver preso le calze e saltello di nuovo in camera guardando ovunque alla ricerca di qualcosa di giallo, che non trovo. Apro sfiduciato il cassetto ed eccolo.
Su questo non ero completamente convinto, eppure se lo stai leggendo hai davvero dimenticato i calzini come ogni dannata volta. Scendi, ci sarà qualcuno ad aspettarti.
Mi sistemo i capelli per l'ultima volta, spruzzandomi un po' di profumo ed infilandomi il cappotto, che mi sta alla perfezione, guardandomi allo specchio adesso sembro davvero una persona rispettabile, un adulto, e forse adesso lo sono davvero.
E mentre scendo le scale mi rendo conto che mi basta poco per sentirmi felice, per sentirmi completo. Mi sarebbe bastato il brindisi stanotte, con i nostri corpi intrecciati e nudi, mi sarebbe bastato trovarlo sul divano, come sempre perso fra una miriade di coperte e le sue sigarette, mi sarebbe bastato averlo solo con me, e questo lui lo sa, eppure ha voluto esagerare, per farmi sentire speciale, per farmi sentire importante, per farmi attraversare quest'altro traguardo con una marcia in più.
"Signor Styles?" Un autista mi aspetta poggiato contro una macchina nera lucida, ed io ancora completamente incredulo mi guardo intorno, come se potesse esserci qualcuno con il mio stesso cognome dietro di me, ma mi rendo conto dell'assurdità dei miei gesti e annuisco impercettibile "si accomodi,abbiamo da percorrere un po' di strada" mi apre lo sportello e sono convinto che quest'uomo mi stia prendendo per pazzo, ma non riesco a credere che Louis mi abbia organizzato tutto questo, non riesco a credere che si sia preso tutto questo fastidio.
Purtroppo so che non sarai in ritardo, ma cercate di perdere un po' di tempo, fai amicizia, non lo so, sennò non mi troverai. Riposa un po', ormai hai una certa età.
Rido piano, cercando di non fare baccano, perché lui ed il suo ritardo perenne non passeranno mai, e so che sarà in ritardo in qualsiasi occasione, eppure mi ostino ad arrivare in orario, come se non potessi accettare di sprecare del tempo in sua compagnia "Scusi" tento con fare timido non sapendo come ci si rivolge ad un autista.
"Mi dica signor Styles" ribatte lui pronto, come se sapesse che avrei cercato di attaccare bottone.
"Mi chiami Harry" gli sorrido dallo specchietto retrovisore "mi potrebbe dire dove stiamo andando?"
"Louis mi aveva detto che ci avrebbe provato" ridacchia sotto i baffi spessi "ma non posso dirle nulla"
"E mi dia anche del tu" cerco di farmelo amico "quanto tempo hai detto che dura il viaggio?"
"Dipende..." poi si blocca scuotendo la testa e ridendo ancora "io non ti ho detto assolutamente nulla, Louis si è trovato un bel peperino" io arrossisco, perché in effetti, nonostante siano passati quasi sei mesi, non riesco ancora a capacitarmi di come Louis mi abbia scelto, e che sia davvero il mio fidanzato, e che abbia fatto tutto questo solo per me, e che mi ami, e che stia bene.
"Come hai conosciuto Louis?" domando poggiandomi al sedile consapevole che non riceverò nessuna delle risposte che voglio.
"Sono stato il suo primo autista una volta che si è trasferito a Londra" risponde con una sfumatura d'affetto nella voce "e sono molto onorato che si sia ricordato di me anche adesso" e il viaggio continua in una moltitudine di chiacchiere e aneddoti che hanno come unico argomento centrale il nostro Louis, che in fin dei conti non smetterà mai di essere il mio argomento preferito.

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