15. Un segreto per un segreto

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{IMPORTANTE: ho fatto un strailer della storia piuttosto carino. Vi andrebbe di vederlo?}

Nancy

La mattina seguente a quella giornata di studio con Cameron non fu affatto facile svegliarsi. Questo perché il ragazzo si era intrattenuto fino a tardi a casa mia, e dopo una rapida cena avevo dovuto studiare tutta la notte per ottenere un buon voto al test del giorno seguente. Le poche ore di sonno di cui ero stata graziata, le avevo spese pensando a Cameron e sognando le ipotesi per l'uscita del giorno seguente.

Quando dopo essermi alzata dal letto mi diressi in bagno, dove erano già posti i miei vestiti ben puliti, mi guardai allo specchio.

Sussultai leggermente davanti all'immagine che mi trovai difronte. Delle profonde occhiaie segnavano il mio viso  ed i miei capelli biondo cenere, spettinati, giacevano in modo del tutto casuale sul mio volto, cadendo disordinatamente poi sulle mie spalle. Come se non bastasse un orribile brufolo era comparso sulla mia guancia destra e coprirlo non sarebbe stato semplice.

Lanciai uno sguardo all'orologio che mia madre aveva posto in bagno.

Probabilmente agli occhi di un estraneo sarebbe sembrato strano il fatto che avessi un orologio da parete appeso bagno, ma quest'ultimo si trovava lì per un motivo specifico: ad essere sincera, ero una ritardataria con i fiocchi e mia madre, volendo evitare ritardi a scuola, un giorno aveva deciso di adottare una misura drastica.

Non potei fare a meno di spalancare la bocca quando notai l'orario.

Erano già le sette e mezza e se non mi fossi sbrigata, sarei arrivata inevitabilmente in ritardo all'appuntamento con Cameron.

Mi lavai e mi preparai molto rapidamente, indossando vestiti comodi: una canottiera bianca, coperta da una felpa rossa ed un paio di blue jeans a fasciare le mie gambe magre. Raccolsi inoltre i miei capelli in una coda di cavallo ordinata e ricoprii le mie labbra con un gloss rosa.

Prima di uscire però, fui costretta ad intrufolarmi in cucina mentre mia madre era distratta. Lì frugai per un po' fra i cassetti. Quando trovai la tovaglia rossa a quadri che stavo cercando, mi trattenni dall'esultare e la nascosi nel mio zaino grigio al posto dei libri di matematica. Infine mi recai nell'ingresso, sul punto di uscire.

«Pronta, tesoro?» Chiese con dolcezza mia madre non appena il suo sguardo cadde su di me. Non aspettò una risposta prima di riprendere a parlare, come era suo solito fare. «Dobbiamo sbrigarci o arriveremo tardi.»

Alzai gli occhi al cielo a quella affermazione che mi ripeteva ogni mattina. Le sorrisi comunque poco dopo. In un attimo ci trovammo entrambe in macchina dirette verso scuola con lo stereo acceso.

Ad appena due minuti dalla partenza, dopo aver fatto zapping fra le varie stazioni radio che sembravano trasmettere solo le peggiori top 10 del momento, le familiari note di A Sky Full Of Stars invasero l'abitacolo.

«'Cause you're a sky, 'cause you're a sky full of stars.
I'm gonna give you my heart.» Canticchiai con mia madre quella canzone per buona parte del viaggio, dimenticandomi completamente di ciò che mi sarebbe aspettato una volta arrivata all'inferno.

Ridacchiai più che divertita ad ogni suono orribile emesso da una di noi due nel vano tentativo di imitare Chris Martin.

Non appena la canzone finì, un silenzio straziante calò nella vettura e mi colse come una doccia fredda.

La mia mente fu invasa da mille pensieri totalmente differenti l'uno dall'altro.

How To Save A Life » Cameron DallasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora