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"Signora dobbiamo preparare una torta per Diana" disse Michele tirando fuori tutti gli ingredienti.

Io mi trovavo seduta sul tavolo e continuavo a sorridere alla sorpresa che mi stava preparando Michele per questo pomeriggio.

Adoro vederlo così rilassato ed allegro.

Mentre preparava il dolce mi accorsi che suonarono al campanello.

Volai fino al soggiorno guardando chi fosse.

Era Giada.

Ha lasciato Michele piangere su una panchina e ha il coraggio di farsi vedere?

Come si permette.

Ma magari gli vuole chiedere scusa.

Infondo Michele a lei ci tiene.

Michele dopo un minuto andò ad aprire, anche se vedendo Giada diventò leggermente più cupo.

"Cosa c'è?" Sospirò alla ragazza.

"Michele volevo chiederti scusa" disse accarezzandogli la guancia.

Michele si allontanò, mentre la ragazza rimase quasi sconvolta dal gesto di Michele.

"Ti va di uscire?" chiese la ragazza

"Devo già uscire oggi pomeriggio con una ragazza" disse lui

"Una ragazza?" Ripete schifata lei.

"Si hai capito bene" disse lui

"Mi hai già rimpiazzata con la prima troia che hai trovato per strada?"

Come si è permessa.

Avrei voluto prendere le somiglianze di un umano e prenderla a ceffoni solo per l'aggettivo che mi ha dato.

"Meglio lei che te, ciao" disse lui spingendola verso la porta e chiudendola fuori.

Questo si che è il Michele che voglio vedere, forte che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.

Guardai l'orario dall'orologio della cucina, erano le 15 e Michele aveva appena tolto la torta dal forno.

Vidi che prese il cellulare e mi chiamò

"Ehi ciao Diana ti disturbo?" disse lui

"No figurati, dimmi tutto" risposi ridendo per il fatto che io stavo dall'altra stanza ma lui non lo sapeva.

"Riesci a venire qui già adesso?" chiese

"Certo, dammi 10 minuti e sono li"

"Grazie Diana, a dopo" e mise giu.

Mi allontanai un po' dalla casa di Michele per comprargli qualcosa, visto che lui aveva deciso di preparare una torta.

Puntai su una maglietta, spero gli piaccia.

Suonai il suo campanello, aprì la porta con un enorme sorriso sulle labbra.

"Ehila Diana" mi salutò con un abbraccio.

"Vieni entra pure" disse prendendomi per un braccio dentro casa.

"Ma non dovevamo andare a fare una passeggiata?" chiesi ridendo.

"Ehm... meglio mangiare un pezzo di torta, no?" Disse tirando fuori la torta.

"Sei il solito golosone" lo rimproverai continuando a ridere.

"Questo è per te" gli dissi consegnandoli la busta contente la maglia

La prese incuriosito e sbirciò.

L'ANGELO CUSTODE | Michele BraviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora