28

318 37 48
                                    

Un'ora dopo.

"Che incosciente" disse la ragazza davanti a me buttando per terra il vassoio con sopra il cibo che avrei dovuto mangiare.

Lo sapevo che iniziare a venire in mensa non sarebbe stato tanto piacevole, dovevo ascoltare Gaia.

"Come si fa a baciare un umano? Che stupida che sei stata tesoro" disse dandomi uno spintone facendo sì che cadessi per terra.

"Questi non sono affari tuoi" rispondi alzandomi in piedi ed avvicinandomi a lei.

Ryle, 234 anni, angelo, alta, robusta, carnagione scura, capelli lunghi di colore marrone come gli occhi.

Circa 10 anni fa ha ucciso il suo protetto.

"Non sono affari tuoi? Bella qui dentro i tuoi affari sono gli affari di tutti" rispose acida iniziando a ridere.

Le diedi uno spintone.

"Però vedo che qui nessuno parla di te" cercai di mostrarmi più superiore nonostante sapessi benissimo che le avrei prese.

Come poteva una gracile ragazza andar contro ad una ragazza tre volte più grande di lei?

Ma nessuno doveva dire qualcosa riguardo Michele, è un argomento troppo delicato e su questo nessuno doveva scherzare. Neanche una come lei.

"Stai nel tuo cara, che campi di più e non muori qui dentro" quando dissi quella frase nella mensa si creò diversa tensione.

Tutti gli angeli presenti in quel momento si stavano godendo la scena seduti ai loro tavoli.

"Se fossi in te non direi altro, ti stai mettendo contro la persona sbagliata"
disse lei chiudendo la mano in un pugno che si stava dirigendo verso il mio viso.

Ma un grande bagliore che si formò fra noi fece si che la ragazza davanti a me si bloccò, mentre io chiusi gli occhi per non far sì che quel bagliore mi accecasse.

Quando sembrava essere tornato tutta alla normalità riaprì gli occhi.

Ryle era contro il muro con le mani davanti al viso.

Mi avvicinai lentamente a lei mentre tutti gli altri angeli erano in silenzio.

"Non mi toccare ti prego" disse lei guardandomi quasi sconvolta.

Tutto questo era successo per causa mia?

Michele Pov's.

Giravo avanti ed indietro per la stanza, aspettando che Eleonora arrivasse.

Dopo la videochiamata con Diana l'ho chiamata per dirle che venisse qui il prima possibile, che avevo bisogno di parlarle.

Ma so già che mi metterò a piangere davanti ai suoi occhi.

Qualcuno bussò alla porta, era lei.

La spintonai dentro casa e la feci sedere su una sedia in cucina.

"Michele calmo, sicuro di star bene?" mi chiese lei preoccupata.

"Non sto bene, è dalla videochiamata che sono... agitato" confessai.

"Agitato? In che senso?" chiese confusa.

"Non lo so, sembrava diversa, anzi lo era. Ma non intendo in fatto di aspetto fisico o robe varie. Ma in lei sentivo che c'era qualcosa di diverso" sospirai confuso, non so nemmeno io quello che ho appena detto,

infatti la ragazza davanti a me è confusa e sta cercando di capire quello che io ho detto.

"Hai qualche idea di cosa possa essere cambiato?" Mi chiese facendomi ragionare.

L'ANGELO CUSTODE | Michele BraviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora