QUINDICI

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Joy era seduta sul sedile posteriore della macchina di Castle vicino ad Alexis. Rick le aveva detto che l'avrebbe portata in un bel posto per festeggiare quel giorno, ma lei non ne aveva molta voglia. Non aveva mai amato il suo compleanno ed in realtà non lo aveva mai festeggiato, a parte qualche piccola festa che aveva organizzato Emily quando aveva potuto. Non le piacevano i compleanni, nemmeno andare a quelli degli altri, le mettevano, anzi, tristezza, soprattutto quando vedeva al momento del taglio della torta i bambini con vicino i loro genitori spegnere le candeline, mentre lei lo aveva sempre fatto da sola. Era contenta solo perché riceveva qualche regalo, come a Natale. Rick però aveva tanto insistito e le dispiaceva dirgli di no ed anche Alexis sembrava felice "Vedrai che ti divertirai, papà sa sempre come festeggiare!" le aveva detto la giovane rossa e lei si immaginava quante feste bellissime aveva dovuto avere. Alexis sembrava sempre una ragazza felice agli occhi di Joy, che non aveva ancora mai avuto il coraggio di chiederle dove fosse la sua mamma, non ne parlava mai e si era convinta che forse era morta.

Due ragazzi li stavano aspettando davanti alla porta d'ingresso mentre i quattro stavano attraversando la strada, con Joy che teneva stretta la mano di Castle.

- Quindi tu sei Joy! - le disse uno dei due mettendole al collo un badge con dove oltre al suo nome spiccava la scritta "festeggiata"

- E questi sono per il papà, la sorella e la nonna! - disse il ragazzo con una naturalezza che colse tutti di sorpresa, Joy per prima, mentre Martha sembrava entusiasta con il suo gingillo di plastica al collo da esibire facendo segno "ok" al ragazzo senza essere vista. Era stata una sua idea quella, bisognava un po' forzare la mano, secondo lei, era tutto troppo formale.

Appena Joy entrò lo speaker richiamò l'attenzione di tutti e la piccola si guardò intorno stupita di vedere quell'ambiente e tutta quella gente. Mentre spostava il suo sguardo e non sapeva cosa guardare, se i compagni di scuola, le cose da mangiare, l'enorme scritta con il suo nome in fondo alla sala, il deejay che metteva la sua musica preferita e tutto il resto, vide Kate che si trovava a pochi passi da lei, bloccata nel suo ennesimo tentativo di fuga da quegli occhi uguali ai suoi, che come dieci anni prima la guardavano, la rapivano ma questa volta non avrebbe potuto scappare ancora da lei senza darle una spiegazione.

- Buon Compleanno, Joy! - Le disse Kate quando non potè ulteriormente evitare di parlare dopo quelli che erano stati interminabili istanti di silenzio che alla detective erano sembrati anni, dieci anni.

- Grazie ma... tutto questo... per me? - lo chiese a lei solo perché era la persona che le era davanti in quel momento, ma la voce di Castle la raggiunse alle spalle.

- Se qui non ci sono altre Joy che fanno il compleanno oggi, direi di sì, è per te. - Lo scrittore fece l'occhiolino a Kate che abbozzò un sorriso mentre la ragazzina di voltava per ringraziarlo con un sorriso, ma subito fu presa da uno degli animatori che trascinarono lei ed Alexis insieme agli altri. La festa era appena iniziata.

- Stavi andando via Beckett? Ti hanno chiamata dal distretto? - le chiese Castle mentre lei ancora stringeva la borsa.

- Io no... perché?

- Beh mi sembravi una che se ne stava per andare...

- No, solo volevo prendere un po' d'aria e... chiamarti... per dirti che eravamo tutti qui ad aspettarvi... - Cercò di salvarsi in extremis, sperando che Castle fosse abbastanza confuso dal controllare tutto per non accorgersi del suo imbarazzo.

- Beh eccoci qua! Joy non era molto convinta ad uscire per festeggiare il suo compleanno, dice che non le piace, ma spero che questo sia diverso.

- È bellissimo, Castle. I bambini si stavano tutti già divertendo da matti!

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