VENTISETTE

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- Kate, devi dire la verità. Ora più che mai, devi dire chi è Joy. Non resisterai.

Beckett si stava sciacquando il viso con l'acqua fresca. Si tamponò con un fazzoletto che poi buttò rabbiosamente nel cestino.

- Non posso Lanie. Non ora. Mi toglieranno il caso degli Austin, non potrò più seguire le indagini.

- Le seguiranno gli altri e ti aggiorneranno sempre.

- Non è la stessa cosa. Nessuno vuole ritrovare Joy più di me. Non posso permettere adesso ai miei sentimenti di interferire con le indagini. Devo ritrovare mia figlia.

Stava per uscire quando la dottoressa la fermò tenendola per un braccio.

- I tuoi sentimenti ti stanno già condizionando, Kate. Te ne devi rendere conto.

- Non ti preoccupare. So quello che faccio.

Aveva riacquistato la sua autorevolezza, almeno di facciata. Era tornata dai ragazzi convinta di essere più lucida e concentrata o per lo meno sapeva cosa fare.

- Chiamate Aaron e Elijah Austin e ditegli di venire qui al distretto il prima possibile. Poi cercate l'investigatore privato Lewis Burns voglio parlare anche con lui, di nuovo.

Aaron e Elijah Austin arrivano accompagnati di Benjamin, il loro avvocato. Non fu come la prima volta un colloquio piacevole e come già successo non furono collaborativi, anzi si dimostrarono piuttosto infastiditi quando Kate gli disse che avrebbero fatto mettere i loro apparecchi sotto controllo.

- Se non avete nulla da nascondere, non dovrebbe darvi fastidio, si tratta della vita di una bambina! - Sbottò Castle che aveva assistito a tutta la conversazione in silenzio.

- Per quel che ne sappiamo, e che ne sapete anche voi, detective, il rapimento della bambina non ha collegamenti con la tragica fine del congiunto dei miei assistiti - disse l'avvocato a Kate ignorando volutamente Castle.

- Per quel che ne sappiamo, però, non lo possiamo nemmeno escludere ed in questo momento non tralascerò nessuna traccia e se ai suoi clienti la cosa infastidisce, non è un mio problema. Anzi, vi consiglio di tenervi a disposizione, tutti, per ulteriori indagini.

- Vuole dirci che ci ritiene responsabili di qualcosa? - Intervenne Aaron Austin, il più anziano ed insofferente a quella situazione.

- No, signor Austin, voglio solo dire che scaverò nella vita di suo figlio Ethan senza tralasciare nulla e che è meglio che siate sempre a disposizione per ulteriori domande e chiarimenti.

- Sta forse minacciando mio padre, detective? - La fermò Elijah.

- No, vi sto avvisando, così che non possiate dire di non essere preparati.

I tre se ne andarono decisamente irritati, ma lo era anche Beckett, sia per il loro atteggiamento che per il fatto che Cox non aveva ancora autorizzato il controllo dei telefoni degli Austin e questa cosa la infastidiva molto.

- Il tuo amico Markway credi che potrà darci una mano? - Chiese poi a Castle.

- Certo, non ti preoccupare. Lo chiamo subito. - Rispose lo scrittore e mezz'ora dopo i tecnici della scientifica erano già nelle case di Aaron e Elijah, ma anche nello studio legale degli Austin e in quello dove lavorava Ethan. Non era molto, ma al momento non potevano fare di più.

- Ho chiamato mia madre e Alexis. Torneranno in città il prima possibile. - Disse Castle chiudendo la porta del loft. Non se la sentiva di rimanere solo ed aveva chiesto a Beckett di fargli compagnia. Lei aveva accettato subito, sorprendendolo, ma anche lei non voleva tornare a casa e rimanere sola.

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