VENTITRE

180 13 0
                                    

Rick aveva stretto le dita di Kate senza pensarci, in un gesto troppo istintivo e troppo intimo, troppo tutto per poterselo permettere in quel momento. Così lasciò la sua presa proprio quando sentì che anche lei stringeva le sue. La sua reazione invece che dargli coraggio ad osare di più lo spaventò.

Kate sentendolo sfuggire via pensò veramente che fosse stato un caso o un gesto fatto sovrappensiero, magari avendo nella mente qualcun altra. Lei però, nella sua di mente aveva solo il bacio che si erano dati poco prima, interrotto solo dalle urla spaventate di Joy: non ci fossero state non avrebbe saputo dire quanto sarebbe andato avanti o cosa sarebbe accaduto dopo. Forse nulla, più probabilmente tutto. Era stato meglio così, allora, pensò. Fermarsi prima di essere troppo oltre, fermasi prima di cadere nel precipizio, ma mentre nella penombra lo guardava, le sembrava di stare già precipitando.

Non riuscì a prendere sonno. Si mise su un fianco sul bordo del letto guardando Joy che dormiva sul petto di Castle, tenendo stretta tra le mani la sua maglietta. Erano così belli insieme. Osservò sua figlia dormire, cercando qualcosa di se stessa in quei gesti istintivi quando è solo l'inconscio a comandarci. Non trovò poi molto, ma non le importava, poterla contemplare mentre dormiva, quando non doveva nascondersi per indugiare di più sui suoi lineamenti le sembrava già un gran dono. Sembrava fosse tranquilla adesso, rifugiata tra le braccia protettive di Rick ed anche lui si era addormentato quasi subito e dormiva profondamente e se Joy quando dormiva sembrava sorridere, Castle invece aveva un adorabile broncio. Accarezzò mentalmente il profilo del suo viso e le sue labbra morbide che aveva assaporato a lungo e come avrebbe voluto farlo ancora. Sentiva nella stanza il suo profumo, dominante, su ogni altra cosa. Quel profumo leggermente speziato, con quel sentore principale di sandalo, quello che aveva potuto inspirare profondamente direttamente dalla sua pelle e che l'aveva inebriata. Si impose di non pensarci, anzi di ricordarsi che quello lì era quello scrittore irresponsabile, egoista, egocentrico e fastidioso che solo poche ore prima quella mattina si era finto mezzo morto per baciarla con l'inganno facendo preoccupare Joy. Non poteva cadere anche lei nella sua trappola, nella sua rete, essere una delle tante che erano già transitate per quella casa e che lui aveva brillantemente sedotto con qualche tecnica che ormai doveva aver già perfettamente collaudato. No, lei non era una di quelle, non sarebbe entrata a far parte della sua collezione di donne, magari aveva fatto qualche scommessa con qualcuno del suo giro, qualcuno tipo lui. Forse era solo perché gli mancava una detective tra le donne con cui era stato e lei era quella più alla portata. Si sgridò da sola per quello che stava pensando, perché ora lo stava pensando in modi decisamente poco consoni e lui decisamente poco vestito. Un lamento di Joy la riportò nei ranghi. Allungò un mano per accarezzarle la schiena ma anche lì, scivolò troppo in basso, finendo sul braccio di Castle e indugiandoci troppo a lungo per quello che si era ripromessa di fare: nemmeno sfiorarlo. Joy si mosse un po', poi sembrò accomodarsi meglio tra le braccia di Rick e tornare a dormire serena. Lui non si era accorto di nulla, né dei movimenti della piccola, né del tocco di Kate, meravigliata del suo sonno pesante che intimamente ringraziò, sarebbe stato decisamente sconveniente se si fosse svegliato in quel momento l'avesse trovata ad accarezzare il suo braccio.

Si era addormentata anche lei, infine. Aveva continuato a guardarli e a seguire il flusso dei suoi pensieri fino a quando gli occhi erano troppo pesanti anche per lei, che si scivolò in un sonno senza sogni. Doveva essere sorto da poco il sole quando si svegliò di soprassalto. Non era abituata a dormire con qualcuno, la sua ultima convivenza risaliva a diversi anni prima, con Sorenson, ma era stata breve e le notti che avevano dormito insieme, tra i turni di uno o dell'altro erano molto poche. Quando sentì qualcuno che le toccava il fianco, quindi, trasalì ma come aprì gli occhi si rese conto che l'intruso altro non era che Joy che aveva lasciato Castle per girarsi dalla sua parte e si era avvicinata tanto da essersi appoggiata a lei per dormire. Non si aspettava di trovarsela lì e ne fu così felice ed emozionata che il suo cuore cominciò a battere all'impazzata. Allargò un braccio e subito Joy si avvicinò di più, appoggiando la testa sul suo petto, continuando a dormire così, come aveva fatto con Castle durante la notte. I suoi battiti erano così accelerati che ebbe paura di svegliarla, ma Joy sembrava non curarsi di nulla, sicuramente il sonno così pesante non lo aveva preso da lei. La strinse a se, racchiudendola in quell'abbraccio protettivo che le regalava con troppi anni di ritardo. Sentire il suo respiro leggero che accarezzava la sua pelle, ascoltare il ritmo del suo battito del cuore la rapì e la portò indietro nel tempo, in quei mesi di dubbi e domande, di paure e risposte mai ricevute, quando lasciava scappare i sogni per poi riacciuffarli quando erano troppo belli e tornare alla realtà. Si era chiesta molte volte come sarebbe stato essere madre mentre la sentiva crescere dentro di se. Si era chiesta cosa avrebbe provato nel vederla, nello stringerla, nel guardare i suoi occhi e sentire le sue dita stringere il proprio ed aggrapparsi a lei. Poi pensava che lei non avrebbe mai vissuto nulla di tutto questo e che non era giusto nemmeno sognare e pensare come sarebbe stato.

YouthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora