SETTANTASETTE

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Kate era quasi arrivata al loft quando Ryan la chiamò per dirle che doveva tornare subito al distretto, c'era stato un problema con uno dei dei documenti che aveva redatto. Aveva chiesto se potevano aspettare fino alla mattina successiva, ma la risposta era stata negativa, doveva andare a firmare quei fogli subito, altrimenti non avrebbero potuto convalidare il fermo dell'uomo che aveva fatto confessare solo poche ore prima. Invertì il senso di marcia appena poté e guidò verso il distretto, andando ben oltre il consentito. Non vedeva l'ora di tornare a casa, di parlare con Castle e di stare con lui. Aveva bisogno di stare con lui ed invece fu trattenuta più di quanto pensasse, per colpa di quella maxi retata che avevano appena fatto a causa della quale le avevano chiesto di dare una mano per aiutarli a sbrigare le formalità di arresto. Erano passate quasi due ore, era tardi e non aveva nemmeno avuto modo di avvisarlo.

Gli mandò come al solito un messaggio, quando era davanti la porta del loft e tornava tardi, per evitare di svegliare Joy o Alexis se già dormivano. Era nervosa nel non ricevere una risposta da lui, poi però sentì quelli che ormai riconosceva come i suoi passi arrivare fino alla porta, poi il rumore della serratura ed infine la porta che si apriva e lui dietro che le lasciò il passo per entrare. Cercò i suoi occhi, ma Rick non si lasciò trovare, le diede le spalle mentre andava verso la cucina cercando del ghiaccio per lo scotch che si era appena versato.

- Hai cenato con il tuo... ex compagno o devi mangiare? - Le chiese freddamente.

- Ero al distretto. Mi hanno chiamato per un'urgenza mentre stavo venendo a casa, un paio d'ore fa. Scusami se non ti ho avvisato, pensavo sarebbe stata una cosa veloce, dovevo solo firmare dei fogli, poi mi sono trovata in mezzo al caos ed ho pensato solo a fare il prima possibile per tornare. Mi dispiace. - Si giustificò

- Non fa niente. Joy è già andata a dormire, senza saperlo le ho detto qualcosa di simile alla verità. - Provò a sorridere facendo tintinnare il ghiaccio nel bicchiere.

- Connor vuole Joy perché solo con il suo affidamento ed il riconoscimento legale della sua unica figlia biologica potrà entrare in possesso di una grossa eredità. La stava cercando da mesi, perché lui sapeva che esisteva, che io ero incinta, che non avevo abortito. Era questo che mi doveva dire Royce. - Gli disse tutto d'un fiato.

- Ci ha messo molto a dirti questo. Lo verrà a dire anche in tribunale adesso? - Chiese ancora dandole le spalle.

- No, non può. Connor e sua moglie gli hanno detto tutto questo quando lo hanno assunto come investigatore privato. Se anche lo dicesse la sua dichiarazione sarebbe nulla. Avendo queste informazioni, però, secondo lui possiamo provare a trovare delle prove. Mi ha dato anche dei nomi, persone che lo hanno aiutato quando lui ha rifiutato il caso, persone che secondo lui hanno parlato anche dal dodicesimo.

- E perché avrebbe rifiutato un caso così? - Rick si voltò a guardarla e Kate rimase trafitta da quello sguardo che era ancora più triste e arrabbiato di quanto non ricordasse di averlo visto mentre usciva dal locale.

- Perché aveva scoperto che Joy era mia figlia.

- E lui è innamorato di te, immagino, vero? Anzi, tu lo eri di lui... o lo sei...

- Cosa stai dicendo Rick? - Gli chiese avvicinandosi ma lui alzò una mano mettendo della distanza tra loro.

- Dimmi la verità Kate... è così?

- Vuoi sapere se ero innamorata di Royce? Sì, credo di sì. Credo che quando lavoravamo insieme io ero affascinata, attratta, abbagliata da lui. Ho sempre pensato di essere innamorata di lui, sì. Avevo vent'anni e lui era... era facile pensare di essere innamorate di uno così.

- Per questo non hai voluto che venissi con te a parlare con lui? Per questo hai fatto finta di niente quando mi hai visto lì, ignorandomi? Perché volevi capire se eri sempre innamorata di lui ed io ero di troppo?

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