CAPITOLO 1

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Sono le 6.30 del mattino,solito sogno: le sue braccia,il suo profumo che invade le mie narici e...mia madre mi sveglia all'improvviso e mi dice di prepararmi in fretta perché dobbiamo partire. Credendo di stare ancora a sognare la ignoro del tutto, ma lei mi starattona forte e io apro gli occhi cominciando a rimpiangere le mie ore di sonno perdute questa notte per tener compagnia a Lorenzo che ha studiato fino a tardi. Ai piedi del mio letto è già pronta la mia valigia con la mia roba, ma ho il sonno così pesante che non ho sentito nulla? Dopo una doccia al volo, mi vesto comoda per viaggiare, un filo di trucco e... non ho neanche il tempo di prendere altre cose, predo la mia borsa e raggiungo i miei in auto. In macchina c'é silenzio, l'autoradio trasmette le prime notizie del mattino, chiedo a mamma dove siamo diretti, ma non mi danno una risposta efficente così inizio a pensare alle varie mete ma il sonno vince sui miei pensieri e mi addormemto. Arrivati in aereoporto, zio, che ci ha accompagnati va via con la nostra auto. Entriamo in aereoporto e i miei mi fanno aspettare con le valigie. Metto le cuffie e ascolto la sua canzone preferita "R U crazy" di Conor Mainard, sono un po' triste e confusa. Tornano i miei prendono le valigie e dopo essere passati dal metal detector, saliamo sull'aereo e ci accomodiamo ai posti assegnati.

Mio padre è visibilmente teso odia gli aerei,mamma è rilassata e ha uno strano sorriso stamane.

L'aereo decolla e sento un forte vuoto allo stomaco, metto le cuffie e ammiro il panorama, dall'alto le nuvole sembrano zucchero filato e la mia mente si perde nei pensieri più rilassanti. Passate 2 ore circa atterriamo e con i miei ci sediamo in sala d'attesa dell'aereoporto -aspettiamo qualcuno?- chiedo impaziente

-sii paziente ancora qualche minuto, ascolta la musica!- mi dice mia mamma, non dico nulla metto le cuffie e inizio a dondolare le gambe nervosamemte.

-mamma sono le 14.00 ho fame!-

-vado al mc donald, vuoi un panino?-

-un happy meal!-

-quando capirai che quelle schifezze ti fanno male vai al bar e prendi la focaccia- mi riprovera il papà

-no happy meal- faccio il broncio

-arrivo subito!- mia mamma si allontana, dopo qualche minuto torna con i nostri pranzi, mangio tutto getto lo scatolo e inizio a giocare con la macchinina che c'era all'interno.-

-hai 19 anni e sembra che ne hai 5 in questo momemto!- mi rimprovera mamma, io prendo la macchinina e offesa la conservo. Quando sollevo la testa sento delle mani sui miei occhi, sono morbide ed emanano profumo maschile. All'istante riconosco quel profumo, il cuore batte fortissimo quasi vorrebbe uscire e con poca voce dico:

-Chi sei?- sento un respiro vicino il mio orecchio e una voce dice:

-Ehi sono qui per te! Scusa il ritardo..- Mi volto ed è proprio lui, era da tanto che parlavo con mamma di lui e le dicevo quanto mi sarebbe piaciuto rivederlo e conoscerlo meglio ed eccolo qui vicino a me. Sono felice e incredula della situazione allo stesso tempo, così pronuncio solo un timido -ciao- con un sorriso

-non ti aspettavi fossi io vero?- mi chiede lui, vorrei dirgli che speravo fosse lui, che ho sperato che tutto ciò accadesse, ma che mai avrei immaginato potesse accadere sul serio, oggi, ma pronuncio soltanto un timido

-no!-

I miei gli stringono la mano e lo ringraziano, io continuo a non capirci nulla!

Una partenza improvvisaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora