It's all about feelings [Secret love Sequel]

Capitolo 7

Rimasi ferma sull'uscio della porta indecisa su dove andare a sbattere. Ma è possibile che la mia testa non riesca a formulare un qualcosa di decente? A fare danni ci riesce sempre ma mai a fare cose produttive o almeno con un minimo di intelligenza. Pensavo che dopo 2 anni il mio passato non sarebbe tornato o almeno non mi avrebbe incasinato la vita e invece, presa per il culo della vita, mi ha incasinato e distrutto ogni cosa che avevo creato e quindi ritorno a pensare come un tempo.. cioè che il tempo non guarisce un bel niente, non ti fa dimenticare niente, non anestetizza i sentimenti e siamo noi che intorno alle ferite dobbiamo costruire la nostra vita, che poi se si para davanti il muro di Berlino dei problemi allora è tutto più complicato. Dio eppure pensavo di aver superato quel periodo, già pensato, il 90% delle volte quello che pensiamo non si avvera tranne se è qualcosa di negativo e niente.. per quanto il dolore possa sparire negli anni, una ferita rimane sempre e quando le pare inizia a bruciare, di nuovo, più forte di prima e probabilmente l'unica cosa che puoi fare è arrenderti a questo dolore e sperare nuovamente che un giorno sparisca. E niente, la verità è che ho sbagliato di brutto e più mi guardo indietro più vorrei cambiare tutto. È un continuo ciclo, le scelte sbagliate trovano sempre il modo di rinfacciarci in ogni momento i nostri errori come se la mente già non rompesse abbastanza.
Devo smettere di fare la codarda, di aspettare che tutto si risolva da se, di credere che il tempo sia dalla mia parte, devo agire. Passai chissà quanto tempo a pensare alla mia prossima mossa e poi optai per parlare con Alex, di nuovo.

Entrai nell'appartamento, mi cambiai nuovamente, afferrai le chiavi e il telefono digitando il numero di Alex. E si.. avevo cancellato il suo numero ma lo sapevo a memoria, davvero una persona intelligente vero?
Quasi dopo il primo squillo Alex mi rispose, come se stesse aspettando la chiamata

"Jessica? Ma non avevi cancellato il mio numero?" ignorai la domanda

"Dove sei?" dissi velocemente girando le chiavi nella mano sinistra

"Sono a casa mia e.. Jessica, tutto okay?" ignorai nuovamente la sua domanda

"Sto arrivando" chiusi la chiamata e corsi fuori dall'appartamento, erano circa le 00:00 e di solito odiavo usare la macchina di sera ma in quel momento dovevo risolvere tutta quella situazione di merda che si era creata.
Impiegai circa 15 minuti ad arrivare a casa di Alex, se fossi andata a piedi mi sarei sbrigata prima.
Parcheggiai e uscii velocemente dalla macchina. Sospirai rumorosamente e osservai l'abitazione, la luce del salotto era accesa quindi ipotizzai che Alex fosse lì. Feci un lungo sospiro e mi posizionai d'avanti alla porta, abbassai lo sguardo come se cercassi di trovare una grazia divina sulle mie scarpe che mi aiutasse a scegliere le parole per il discorso che stavo per tenere.
Improvvisamente la porta si aprì rivelando una Alex sorridente, con i capelli bagnati e con addosso solo una camicia bianca, inutile dire che si vedeva tutto quello che nascondeva sotto quella camicia.

"Dobbiamo parlare" dissi cercando di essere il più composta possibile e cercando anche di non farmi distrarre dalle sue condizioni. Alex rimase ferma sulla porta e mi guardò attentamente con uno sguardo indecifrabile, odiavo quando non riuscivo a capire cosa le passasse per la testa e per questo iniziavo a non sopportare quell'espressione. La fulminai con lo guardo e continuammo a guardarci per qualche minuto, quella situazione stava diventando straziante ma allo stesso tempo divertente.

"Alex la smetti di guardarmi?" Alex sembrò quasi risvegliarsi come se in quel momento fosse tutt'altra parte. Poi lentamente si girò di spalle, la camicia era leggermente alzata e rendeva assai visibile il suo.. culo.

"Allora Alex.. si può sapere che cazzo stai facendo?" si girò nuovamente verso di me e ridacchiò

"Ti faccio fantasticare sul mio culo, cosa credi?" la guardai sconvolta e poco dopo sentii le mie guance andare a fuoco