Capitolo 11

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Quella situazione era cosi strana. Sul tetto sembrava tutto cosi calmo, cosi giusto. Come se fossimo tornate per un momento indietro nel tempo, a quando eravamo qualcosa di più.. molto di più. La chiamata di Emily aveva spezzato completamente quella sensazione, quella chiamata ci aveva strappate da tutto quello e ci aveva sbattuto nuovamente la realtà in faccia.

A passo veloce, cercai di arrivare il prima possibile da Emily. Il silenzio che si era creato fra me e Alex stava diventando troppo pesante.

"Jess.." mi chiamò. Mi morsi il labbro e aumentai il passo ignorandola

"Jess cazzo, ascoltami" disse alzando leggermente la voce, sospirai rumorosamente e continuai a ignorarla. Poco dopo sentii una presa salda sul mio braccio e con un leggero tonfo mi ritrovai con la schiena contro al muro. Alex mi guardava con uno sguardo inquisitore e le sue mani mi bloccavano i polsi in modo da non farmi muovere. Dovevo ammetterlo, era da tanto che non provavo una leggera paura mischiata a una sensazione che ancora non capivo.
Abbassai lo sguardo non riuscendo a reggere quello di Alex, dio era impossibile farlo.

"È per quello che è successo sul tetto?" mi domandò, alzai lo sguardo e la guardai attentamente. Guardai ogni centimetro del suo viso, sembrava come se col passare degli anni diventasse sempre più bella. I suoi occhi bruciavano su di me, cercava di sembrare incazzata ma era tutt'altro. Quella vicinanza le faceva effetto, quel tipo di effetto che ti rende impossibile odiare la persona che te lo causa.

"Non è successo niente" quasi sussurrai, Alex alzò un sopracciglio senza parlare. Sapeva benissimo che in quel modo mi avrebbe tirato fuori qualcosa senza neanche parlare. Insomma..il silenzio è inquietante.

"È stata una cosa innocente. Colpa del panorama" mi schiaffeggiai mentalmente per la cazzata che avevo sparato. Alex sorrise e sembro quasi come se si fosse addolcita

"Spesso sono le cose che riteniamo innocenti a fotterci" la guardai per qualche secondo. Lasciò i miei polsi e si allontanò leggermente

"Come gli sguardi" quasi sussurrai guardando un punto a caso per poi alzare lo sguardo verso di lei che mi sorrise ampiamente

"Come gli sguardi" ripetè quasi come per confermare quello che avevo detto. Abbassai lo sguardo e cominciai a camminare sperando che Emily non si fosse portata una mazza. Alex era al mio fianco e stranamente camminava al mio stesso passo. Sembrava come se lo facesse apposta, faceva in modo di stare sempre vicina.
Alzai nuovamente lo sguardo verso di lei e notai che il suo sguardo era già su di me, mi lasciai scappare un sorriso che fece sorridere anche lei. Sembravamo delle bambine.

Dopo un po arrivammo al piano terra, notai Emily seduta su una delle poltrone presenti nell'ingresso. Aveva uno sguardo a dir poco incazzato.

"Alex potresti uhm.." dissi indicando la sua camicia leggermente sbottonata. Conoscendo Emily, finirà per pensare a male e scoppierà la 3° guerra mondiale. Alex ridacchiò e si sistemò la camicia

"E tu non togliermi gli occhi di dosso altrimenti prendo freddo" scherzò facendomi l'occhiolino. Abbassai lo sguardo arrossendo per poi dirigermi verso Emily insieme ad Alex

"Ma dove caz.." prima che finisse di parlare le saltai letteralmente addosso. Una cosa che avevo imparato col tempo era che se volevo calmare Emily, dovevo saltarle addosso. In più in questo modo non mi avrebbe vista nel mio stato di pomodoro a causa di Alex.

"Avevamo un casino di lavoro da fare, scusa" dissi allontanandomi leggermente da lei rimanendo con le mani intrecciate al suo collo.
Emily sospirò e sembrò calmarsi

"Ma dobbiamo per forza portare la tua amica del mulino?" disse indicandomi Alex con lo sguardo

"Ah ma non siamo amiche anche noi Emily?" disse Alex con un tono assai da stronza

It's all about feelings [Secret love Sequel]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora