Love is a Devil ~ pt.3

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Era da parecchi minuti che Isabelle si era separata da Raphael, e ora stava vagando tra gli invitati, domandandosi dove si trovasse suo fratello. Non era sicura che il suo "piano" stesse funzionando, ma per ora era stato di certo divertente. Aveva cercato di non scoppiare a ridere in faccia a sua madre e ad Alec vedendo le loro reazioni. Sapeva che nessuno dei due sarebbe stato molto felice, ma vedere Maryse cercare inutilmente di contenere la rabbia e il disappunto era stato senza prezzo. Era da fin troppo tempo che non si divertiva più così. Sapeva di aver attirato l'attenzione di tutti anche grazie al vestito che indossava, ma la sola presenza di Raphael non passava inosservata. Sapeva che anche Clary e Simon li avevano notati e si sentiva incredibilmente fiera di sé stessa, che era riuscita a non degnare di un solo sguardo la ragazza. Almeno, non mentre l'altra lo poteva sapere. Sperava di riuscire a farla ingelosire, e c'erano possibilità di riuscita. La verità era che c'era anche la possibilità che tutta quella farsa non servisse a niente, ma Isabelle non ci pensava nemmeno a quella possibilità. Non avrebbe potuto accettarla, quindi era meglio fare finta di niente e restare sul positivo. Positivo che nella vita non c'era mai stato davvero, ma non importava. Era così immersa nei suoi pensieri che per poco non andò a sbattere contro qualcuno, uno Shadowhunter, che fece maldestramente cadere il bicchiere che aveva in mano. Isabelle lo prese al volo prima che si sfracellasse a terra e lo porse al proprietario, vedendo solo in quel momento che era Lydia.
-Grazie. –disse la giovane, sorridendo debolmente e accettando il bicchiere che Isabelle ancora teneva in mano. La mora fu parecchio stupita di vederla, considerando che, l'ultima volta che aveva sentito notizie su di lei era ancora in via di guarigione a Idris dopo l'attacco del demone. Non si erano mai state né veramente simpatiche né veramente antipatiche, ma non erano mai state amiche. Isabelle le sorrise, felice di vedere che stesse bene.
-Lydia! Sono felice di vedere che stai bene! Ma non mi aspettavo di vederti qui. –si fermò per qualche secondo, lanciando un'occhiata torva a Simon e Clary che, tenendosi per mano, stavano passando alle spalle di Lydia. Cerco di restare calma e riprese:
-Quando sei tornata? –Lydia la fissò per qualche secondo, per poi voltarsi, avendo capito che qualcosa aveva infastidito l'altra Shadowhunter, ma non vedendo nessuno in particolare, scosse la testa. Era piuttosto preoccupata, credendo che Isabelle non approvasse la sua compagnia, non avendo visto niente che potesse averla infastidita.
-Proprio oggi. Ho sentito che stavate organizzando una festa per Max e allora ho deciso di venire. –il suo sorriso aumentò un poco, mentre guardava il vuoto, pensando a chissà cosa.
-Voglio provare ad essere migliore della scorsa volta. Questa volta niente Clave, ho deciso di tornare di mia spontanea volontà. –Isabelle aveva ormai smesso di ascoltarla, troppo persa, di nuovo, nei suoi pensieri. Si domandava cosa cavolo ci trovasse Clary in Simon. Va bene, erano migliori amici, ma per altro? Credeva davvero, per fare un esempio, che avrebbe potuto sposarlo, o che avrebbe potuto mettere su famiglia con lui? Non ce li vedeva per niente. Le dispiaceva pensare così male di Simon, ma non poteva farci niente. E ormai, lo si vedeva. Quei due non erano fatti per stare insieme. Non c'era un motivo, non lo erano e basta. Perché tutti cadevano ai piedi di Isabelle, tranne chi lei voleva davvero? Era per quello che si era innamorata di lei? Perché lei non l'avrebbe mai ricambiata? Solo perché si meritava sofferenza per tutti i pensieri egoistici che si faceva? Quando si riscosse, disse subito:
-Scusa, stavi dicendo, Lydia... -si accorse però che la giovane non era più lì, davanti a lei. Si sentì una persona orribile. Lydia era appena tornata dopo essere stata ferita e la trattava in quel modo? Si sentì improvvisamente male, sentendo la musica troppo forte, le persone troppo vicine tra loro, l'aria troppo calda. Voleva uscire di lì, ne aveva un bisogno incredibile. Girò su sé stessa a vuoto, senza riuscire più a capire cosa stesse facendo, quando qualcuno la prese per un braccio. Cercò di mettere a fuoco il viso della persona in questione, e, anche senza riuscirci, capì subito chi fosse. Era Alec. Lui la guardò con la solita preoccupazione da fratello maggiore negli occhi.
-Isabelle, stai bene? –la ragazza si appoggiò al fratello, che la guidò fino dentro la stanza di Magnus, l'unico posto senza nemmeno una persona, chiuse la porta alle sue spalle e la fece sedere sul letto. Isabelle sospirò e si lasciò cadere all'indietro, chiudendo gli occhi e sperando che quello stupido materasso la inghiottisse per essere così stupida ed egoista.

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