Quando Clary vide Raphael da solo sulla terrazza di Magnus, dalla quale la piscina era scomparsa misteriosamente come era apparsa, non ci pensò due volte prima di dire a Simon che doveva parlare con una persona e lasciarlo da solo nel mezzo della festa, dandogli un bacio sulla guancia. Era felice di avere finalmente la possibilità di discutere con il vampiro. Era da quando lui aveva messo piede alla festa insieme a Isabelle che ne sentiva il bisogno, tanto forte quanto quello di respirare. Si avvicinò il più piano possibile, ma lui la sentì lo stesso. Non la guardò nemmeno quando arrivò accanto a lui, continuò a guardare le luci notturne di New York.
-Fairchild. –disse il vampiro, a mo' di saluto. Sapeva bene perché la figlia di Valentine gli volesse parlare, si era già preparato al discorso. Sarebbe stato uno di quelli che sembrano scritti e non possono cambiare. Erano tanti. Parole tutte ripetute meccanicamente, quasi senza pensarci. Ci sarebbe stato da divertirsi. La rossa sbuffò piano e a quel punto lui si voltò a guardarla, sollevando di poco le sopracciglia. –C'è un motivo particolare per cui sei qui? –la Shadowhunter lo guardò dritto negli occhi, senza un'ombra di paura o di odio nei suoi, stranamente. I due non si erano mai sopportati più di quel tanto. Clary incolpava lui per quello che era successo a Simon, sebbene le cose fossero andate diversamente, lo sapevano bene entrambi.
-Sai perché sono qui. –l'aria di settembre, non ancora fredda ma non più afosa come nei mesi estivi, la colpì sul viso, facendole volare i capelli all'indietro. Un piccolo ghigno si aprì sul viso di lui.
-Naturalmente. –Clary sapeva di dover mettere le cose in chiaro, ma non voleva essere troppo sgarbata, considerando cos'era successo con Camille. Sapeva che il vampiro non avrebbe mai potuto capire quello che lei provava in quel momento, che non avrebbe mai potuto capire come si sentiva a quel tempo, che non avrebbe mai capito che aveva fatto tutto solo per sua madre, per la persona che amava di più al mondo. Non aveva idea di quanti anni Raphael avesse, ma era piuttosto certa che avesse dimenticato il significato della parola amore. Per questo era preoccupata per Isabelle. Aveva paura che la stesse usando per qualche motivo, forse il suo sangue. Oh, non sapeva quanto si sbagliasse. Ma lei considerava i vampiri senza cuore. Tranne Simon. Simon era diverso, ma lo era sempre stato, in qualunque cosa, dopotutto. E lui era un vampiro da poco tempo, e ora era anche un Diurno. Poteva ancora mostrarsi alle persone, poteva ancora vivere una vita quasi normale. Per tutti gli altri era diverso. L'amore era qualcosa di perduto da tempo. Ritornò alla realtà quando Raphael disse:
-Hai intenzione di dire qualcosa, o vuoi restare a fissare il vuoto ancora per molto? –lei gli rivolse un'occhiata torva, anche se aveva cercato di trattenersi il più possibile. Avrebbe voluto urlargli in faccia quello che aveva da dire, ma sapeva di non poterlo fare. Doveva usare parole concise e non lasciarsi prendere dalle emozioni, come faceva fin troppo spesso.
-Isabelle... -Raphael aspettò pazientemente che la Fairchild continuasse, anche vedendo che si era ancora persa fissando un punto indefinito. Quella ragazza era tremendamente irritante. Soltanto perché era la figlia di Valentine credeva di poter comandare la vita di tutti, credeva di fare sempre le cose giuste, di avere sempre ragione. Credeva di fare tutto quello che faceva per il bene di tutti, ma era soltanto una novellina, non era nemmeno tanto sicuro che fosse una Shadowhunter per intero. A quanto sapeva, solo pochi mesi prima credeva di essere soltanto una Mondana. Non avrebbe mai smesso di comportarsi da tale. Era incapace di nascondere le sue emozioni, una cosa che dovevi imparare a fare nel Mondo delle Ombre se volevi sopravvivere. Era sempre stato così per tutti, soltanto così riuscivano a far stare in piedi gli Accordi, già deboli per conto loro. Poi, era arrivata lei. Aveva fatto anche delle cose giuste, ma quando si era trattato di scegliere per un bene più grande, aveva scelto per sé stessa. –La ami? –Clary sperava quasi che rispondesse di no, così avrebbe potuto dire la verità a Isabelle, l'avrebbe potuta aiutare a uscire da una situazione che non andava bene per nessuno. Era qualcosa di estremamente pericoloso per lei. Non ci si poteva fidare dei vampiri, non facevano nulla di buono, erano solo dei dannati. Sperò tanto che Simon non avrebbe mai sentito quello che stava pensando in quel momento, perché sarebbe stato orribile. Ma era la verità. Non erano come gli stregoni, o i lupi mannari, o gli Seelie. Erano diversi. A loro importava solo di loro stessi. Per loro i Mondani erano soltanto nutrimento. Loro erano i dannati. Tutti i Nascosti erano in parte demoni, ma i vampiri erano gli unici a fare davvero paura. Quasi tutti gli stregoni che conosceva l'avevano aiutata, tranne Iris, ma lei tentava di salvare Madzie, alleandosi con Valentine, quindi non valeva come pericolo. I lupi l'avevano rapita in un attimo di terrore, ma poi Luke aveva risolto la situazione. I Seelie non li conosceva nemmeno, ma, andiamo, potevano davvero fare tutto quel male? I vampiri invece? Avevano rapito Simon, l'avevano ucciso, l'avevano trasformato in un mostro come loro. E avevano cercato di ucciderla. I vampiri erano una massa sconnessa di sangue e odio. Erano qualcosa di fieramente spaventoso. C'era un motivo per cui bruciavano al sole. E non faceva parte del "vampiro starter pack". Era qualcosa legato alla loro natura. Bruciavano al sole perché erano creature delle tenebre, erano destinati a una vita da reietti, nascosti alla vista di tutti per sempre. Erano dannati. Provenivano dall'Inferno stesso.
Raphael rispose velocemente, senza pensarci, e questo stupì Clary.
-Secondo te, Fairchild? –gli avrebbe risposto che lo sapeva benissimo che no, non la amava, ma poi lo osservò. La stava guardando con una luce quasi cattiva negli occhi. Come a dirle che poteva mettere in dubbio tutto, ma non il suo amore per Isabelle. Ed era vero. Per quanto non l'amasse in quel senso, la amava e non avrebbe permesso a nessuno di metterlo in dubbio. L'avrebbe protetta sempre, sarebbe anche morto davvero per lei. Non sapeva nemmeno bene perché. Ma lei era la prima che aveva deciso di rimanergli vicino anche se era un vampiro, lei era la prima che l'aveva visto per com'era davvero, lei era la prima che l'aveva visto ancora come umano, dopo tanto, tanto, tempo. E l'amava. L'amava davvero.
La Fairchild era rimasta a fissarlo, senza rispondere. Tanto meglio, dato che era una domanda retorica.
-Dios. –disse, e Clary sembrò tornare in sé stessa, tornando sveltamente a osservare il cielo di New York. Si sentì quasi stupida per averglielo chiesto, improvvisamente. Era così ovvio che amasse Isabelle che lei non era riuscita a vederlo. Pensava che lui la stesse usando... All'improvvisamente si sentì veramente stupida. Aveva dato per scontato che i vampiri non potessero amare, e, ora capiva che non era vero. E tutto questo guardandolo negli occhi. Occhi così scuri da fare paura, ma anche così sinceri da fare paura. –Certo che la amo. –continuò lui, chiudendo gli occhi. –Più della mia stessa vita morta. –a Clary fecero quasi male tutta la verità e l'amore che c'erano dentro quelle parole. Una cosa era certa. Faceva paura. Faceva incredibilmente paura. A volte la verità faceva più paura di mille bugie di miele. Persino quando non era una brutta verità. Anche se, di questo non era del tutto certa. Come poteva sapere che Raphael non avrebbe ferito Isabelle? Magari più fisicamente che emotivamente. Non rimaneva più molto che potesse dire. La Shadowhunter non osò più guardarlo. Rimase a fissare un punto del cielo in cui le era parso di vedere la luce di una stella, anche se con quell'inquinamento luminoso era impossibile vederne. Il vampiro non aveva ancora riaperto gli occhi. Rimasero così, immobili, per qualche attimo. Poi, si guardarono contemporaneamente. Clary deglutì, sentendosi la gola terribilmente secca.
-Falle del male e ti ucciderò. E questa volta resterai morto. –poi se ne andò, decisa, ma ancora scossa dalle parole di Raphael. Il vampiro disse, mentre lei si allontanava:
-Tranquilla, Fairchild. Se la ferisco, Isabelle è perfettamente in grado di uccidermi lei stessa. –rise e la sua risata suonò terribilmente inquietante e roca alle orecchie di Clary, che voleva allontanarsi il più possibile da lui. Ben presto si ritrovò di nuovo nel pieno della festa. Quasi inciampò nel Presidente Miao, che correva, la coda coperta di glitter, inseguito da Max. Rise piano e so diresse verso Simon, che stava parlando con Maia, la quale faceva la barista anche a questa festa. Ricordò la volta prima, quando aveva creduto che Simon l'avesse baciata e si era arrabbiata con lui. Il momento peggiore era stato quando Alec si era quasi lasciato cadere dal terrazzo. Fu colta da un brivido. Era meglio non pensare a quelle cose. Era tutto nel passato. Quando Simon la vide gli si illuminò lo sguardo. È dolce, pensò, sorridendo. Ma le lasciava un senso di vuoto dopo quello che aveva visto negli occhi di Raphael. Faceva paura. Questo pensiero non le si sarebbe mai staccato di mente. Sarebbe sempre rimasto lì, a ricordarle del suo stupido pregiudizio sui vampiri. Non erano dannati. Erano angeli caduti dal cielo.
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« Why? » | Lizzy | Saphael |
Fanfic[SerieTv~post2x10] ---- "Sceglierei lui. Sempre. Dovessi anche morire. Sceglierei lui. Perché non potrei accettare una vita senza. Lui è come lo Yin Fen. Anche peggio. Il suo cuore fermo è l'unica cosa in grado di far battere il mio." ---- Isabelle...