04

300 34 22
                                    

Guren guardò impaziente l'orologio al suo polso.
Le lancette si muovevano silenziosamente, scandendo il tempo che piano piano passava.
E soprattutto, segnando i minuti che inesorabilmente volavano via senza che il resto della sua squadra si presentasse all'appuntamento.

Shigure, composta come sempre, aspettava accanto a lui, senza tradire il probabile fastidio che provava nel constatare il ritardo di Goshi e Mito.

Sayuri, al contrario della mora, era ben più agitata. Spostava freneticamente lo sguardo da una parte all'altra del cortile, senza soffermarsi su alcunché, come se stesse ricercando le figure dei due ritardatari nel piccolo e chiuso panorama.
Batteva velocemente il piede destro a terra, e poi il sinistro, alternandoli, e creando un ritmo che lasciava ipotizzati.
Alle orecchie di Guren, però, risultava solo fastidioso. Parecchio fastidioso.

-Sayuri, posso chiederti di darci un taglio?- chiese, senza attenuare il voluto tono di rimprovero nella voce.
Sayuri avvampò, voltandosi a guardare il tenente colonnello e balbettando le sue scuse impacciate.
Egli alzò gli occhi al cielo.

Era un bellissimo, terso, cielo blu chiaro. Nemmeno una nuvola lo solcava, e quel pizzico di vento pungente donava refrigerio.
Era una mattina inusuale, rara e preziosa, per essere già inverno inoltrato.
Quell'azzurro così intenso gli ricordava gli occhi di Shinya.
Sospirò, abbassando le palpebre e vedendo nel buio la figura dell'amico.
Rideva, e i suoi occhi chiari riflettevano il divertimento che provava.
Guren l'aveva visto tante volte ridere così, e quell'immagine gli risultava così familiare da farlo sentire a casa.

-Guren!-
Una voce femminile lo chiamò. Guren aprì un occhio, vedendo un'indistinta macchia rosso cremisi correre verso di lui.
Mito Jujo.
Richiuse l'occhio.
E ricevette un pugno in pieno petto dalla donna.
-Ma almeno saluta, Guren.- sbottò, voltandosi le spalle e andando a dedicare le sue attenzioni alle altre due ragazze, che invece ricambiarono più calorosamente il saluto.
 
Guren la guardò, massaggiandosi il punto dove ella l'aveva colpito, con un sopracciglio sollevato.
-Io non la capisco proprio...- mormorò, esasperato.

Goshi, sbucato dal nulla, gli ammollò una pacca sulla spalla che avrebbe steso un rinoceronte.
-Ah, Guren, quello che le donne non ti farebbero!- esclamò, melodrammatico. -Quanto vorrei che Mito colpisse me così!-
Guren lo squadrò, più esasperato di prima.
-Sei davvero disgustoso.-

Il paesaggio scorreva sotto i loro occhi, e la vegetazione spogliata dall'inverno pian piano aumentava, estendendosi spettralmente ai lati della strada.
Erano in cinque sulla macchina, e Goshi guidava, proprio come avevano sempre fatto.
L'unica nota stonata era l'assenza di Shinya. Che era tangibile, perfino troppo.
Era proprio Shinya quello che, andando in missione, scioglieva l'atmosfera con i suoi scherzi e le sue battute, dalle quali Guren fingeva d'essere infastidito. E a lui, spesso e volentieri, si univa Norito, dando il via ad un duo comico che riusciva a distogliere l'attenzione dal pericolo di morte al quale andavano incontro ogni volta.

Stavolta, non c'erano pericoli di morte tangibili.
Ma non c'era nemmeno Shinya, e Goshi da solo non riusciva a tenere alto il morale della squadra.

Il silenzio regnava in quella macchina. I cinque erano impegnati a guardare fuori dal finestrino, fingendo interesse per il mondo fuori.
Shigure leggeva un libricino, che aveva tirato fuori da chissà quale angolo recondito della base. Mito era seduta davanti, e aveva posato il gomito sul bordo del finestrino, appoggiando il viso sopra la mano. Sayuri era seduta composta e guardava fuori, con un'espressione seria e compita dipinta in volto. Era crucciata, lo si poteva capire dall'inclinazione lieve delle sopracciglia e dalle labbra serrate.
La ragazza aveva qualcosa da dire.
E difatti, parlò.

-Signore, credo che sia opportuno informarci del vero motivo per cui stiamo in viaggio per questa missione.- disse, voltandosi in sua direzione.
-Già, Guren.- Goshi gli dedicò un'occhiata dallo specchietto retrovisore. -Sono d'accordo con 'sta bellezza qui.-

Sayuri ignorò il commento degradante del compagno di squadra.

Mito, dal sedile anteriore del passeggero, si girò verso di lui.
-Guren, nessuno ha creduto alla storia di Shinya catturato dai vampiri. È troppo intelligente per essere preso in scacco così. E come lo sappiamo noi, probabilmente lo sa anche Kureto... Sai, a lui non sfugge nulla, e beh, ha fatto finta di niente e ti ha lasciato andare ugualmente. Ma davvero, la versione non sta in piedi.-

-Tradotto, vuol dire che non la dai a bere a nessuno.- si intromise Goshi, guardandolo nuovamente di sfuggita dallo specchietto.
Mito gli gettò un'occhiataccia.

-E...- riprese, ponderando bene le parole, -Credo anche che tu debba dirci la verità. Andiamo, Guren, ci conosci da anni, siamo la tua squadra, i tuoi migliori amici, e tu sei il nostro comandante e il nostro migliore amico allo stesso tempo. Abbiamo attraversato di tutto insieme, e insieme a Shinya, e credo che sia giusto essere informati delle reali condizioni della faccenda.-

Goshi ridacchiò sommessamente. -In poche parole, vuota il sacco in nome della nostra proverbiale amicizia che tanto a lungo, ai tempi, ci negasti.-

-Non ho bisogno di un traduttore!- gridò Mito, rivolgendogli uno sguardo infuocato quanto i suoi capelli.

Shigure aveva posato il libro. E ora lo guardava, come a dirgli con gli occhi: "Hanno ragione, signore."

Sospirò.
-Ah, si vede che non ho altra scelta se non rivelarvelo, allora...- mormorò.
Calò nuovamente il silenzio, che stavolta venne interrotto dalla voce di Guren che, senza perdersi nei vicoli della mente, iniziava a narrare loro il perché del loro viaggio, e di conseguenza quei fatti che a quello li avevano portati: i sentimenti di Shinya, la sua lettera, come aveva convinto Kureto.
Tutto usciva dalla sua bocca, tranne una cosa.

Quel bacio. Di quel bacio dolce, di cui a volte si stupiva e imbarazzava a sentirne la mancanza, e del "ti amo" di Shinya, e del suo dolore.

Non aveva rivelato loro questo, no. Era una sua piccola cosa, un segreto fra lui e il ragazzo dagli occhi color del cielo, e non si sentiva in dovere né in diritto di parlare così apertamente delle emozioni che un altro viveva in prima persona.

Non raccontò bugie, né accampò scuse.
Un "Non posso dirvelo" bastò a far capire agli amici che c'era qualcosa che il loro Guren non voleva dire, di cui non voleva parlare e che era meglio non tirare fuori in una discussione.

-Capisco.- disse infine Mito, tornando a guardare fuori dal finestrino.

Sayuri gli dedicò un piccolo sorriso pieno d'empatia.
Aveva parlato davvero di tutto quello con così tanta emozione e trasporto da far loro capire che c'era un particolare personale?

Lasciò scorrere distrattamente lo sguardo sul bosco che costeggiava l'asfalto, finchè d'improvviso esso non s'aprì e un lago, che scintillava incessantemente agli ultimi chiarori del giorno, comparve ai loro occhi.

-Norito, siamo arrivati!- urlò al biondo, che rispose con un -Ricevuto, amico!- e che cercò un posto dove parcheggiare l'automobile.
-Più avanti, tipo un chilometro bene o male, ci sta una casa disabitata. Là.- Guren fornì le indicazioni necessarie, e Goshi eseguì gli ordini senza pensarci due volte.

Guren iniziava a ricordarsi i particolari di quella missione da solo con Shinya lungo la sponda del lago cristallino.
Avevano alloggiato alla ben'e meglio in quel casolare vuoto e polveroso, dopo essersi accertati che non ci fossero pericoli. Era un edificio di legno robusto a due piani, e nonostante fosse abbandonato da molto era ancora in buone condizioni.
Era stato confortevole. L'unica impressione emotiva che Guren sembrava ricordare.

Giunsero in vista dell'abitazione nell'arco di due minuti.
Non era cambiato affatto.
Sull'altra sponda del lago, riusciva a scorgere la cittadina che lui e l'amico avevano visitato, trovando deserta.
Non c'era un'anima.
Goshi si tolse dalla strada deserta e andò a fermarsi su un viale ricoperto di foglie secche.
Guren fu il primo a scendere dell'automobile.
-Siamo arrivati alla prima tappa, eh, Shinya?- sussurrò, e il vento si portò via le sue parole.




||N.A.
konbawa minna :3🌟
Chiedo formalmente scusa per la mancanza di- com'è che si dice? ehm, spessore, di questo capitolo, e niente, prometto che nel prossimo ci sarà più movimento, davvero. Per il resto, auguro a tutti una buona giornata/serata e statemi bene! Io e Guren vi mandiamo un bacione, smack.
-Ells

Gureshin || Back to the pastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora