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Guren era molto combattuto tra l'iniziare le sue ricerche nel momento in cui aveva messo piede sulla sponda del lago oppure di aspettare la mattina successiva.
Il sole ci sarebbe stato ancora per un'altra ora, e Guren era stanco, così come erano stanchi anche i suoi compagni, in macchina senza sosta da quella mattina.

Però, qualcosa spingeva Guren a non fermarsi, a non seguire la razionalità e ad andare dove lo portava il cuore. In quel momento, aveva voglia di correre fin lungo la riva e cercare fino allo sfinimento un'altra traccia di Shinya, un'altra lettera riempita della sua calligrafia ordinata e riempirsi gli occhi di quelle lettere che lo riportavano un po' più vicino al ragazzo.

Ah, il dilemma tra cuore e mente, chi mai avrebbe potuto risolverlo?
Di sicuro non lui, e non a pancia vuota, riuscì ad elaborare, mentre ordinava alla povera Sayuri di andare a preparare cinque porzioni di riso e curry.
-Aaaah, Guren! Riso e curry? Di nuovo? Ma mangiamo sempre e solo quello!- piagnucolò Norito, che, scopa in mano e fazzoletto intorno alla bocca, era stato relegato alla pulizia sommaria della cucina impolverata del casolare.
-Finchè non ne avrò io stesso il vomito, mangeremo riso e curry. Sono stato chiaro?- Tagliò corto Guren, dedicando uno sguardo particolarmente tagliente a colui che osava avere da ridire sul piatto che adorava- anzi, osannava, da prima che potesse ricordarsene.

Mentre gli altri correvano a destra e a manca, spolverando, spazzando e cucinando, Guren si soffermò a vedere il sole che scendeva, tingendo d'ancor più rosso il paesaggio che lo circondava e tinteggiando di sangue le acque limpide del lago.

Questo, finchè non ricevette una scopa in testa.
-Guren, razza di sfaticato, dai una mano anche tu!-
Mito, infuocata come sempre, gli puntava contro il manico di una vecchia scopa che aveva ricavato lì per lì.
Guren sbuffò, annoiato, spostando il manico con una mano e avanzando verso gli zaini.
-Ho capito, ho capito...- disse con fare melodrammatico. -Dovete farmi ammazzare di lavoro. Ma lo accetto, è la mia parte, nonostante la mia testa dolga al pari della mia schiena...-
Sayuri sembrò vivamente preoccupata per il suo signore.
Mito lo mandò a quel paese, urlandogli di muovere il culo a prendere le stoviglie dai loro zaini.

Per una volta, fu lui ad eseguire gli ordini dei propri sottoposti, e filò via da Mito e la sua terribile scopa.
Rovistò tra gli zaini in cerca delle scodelle e le posate per loro. Sayuri aveva già preso le pentole necessarie, e una confezione di riso e una di curry erano sparite.
Quanto odiava il cibo confezionato!

Prese il necessario e, a braccia piene, si rialzò dal pavimento dov'era inginocchiato.
Il suo sguardo venne catturato dal sole ormai tramontato e dal viola chiaro che ormai permeava l'aria.
Faceva freddo.
Riportò tutto in cucina, ormai ripulita dalla polvere, come se fosse passato un intero esercito di aspirapolveri e non tre ragazzi armati solo di scopa e spolverino.

-Che ore sono?- chiese Sayuri, domandandosi se avesse dovuto iniziare a bollire il riso.
-Sei e mezza- rispose Mito, dando uno sguardo all'orologio. -Suppongo che ceneremo verso le sette e mezza, o no? Poi tutti a letto presto, domani è un'altra alzataccia.-
-Sai, Mito...- iniziò Goshi, guardando il tenente colonnello che osservava fuori dalla finestra con aria assente.
-Non credo che dovremmo alzarci presto, domani, a meno che non sappiamo dove andare... E tutto questo è nelle mani di Guren.-
Mito annuì, con la bocca semiaperta, stupita dal fatto che Norito per una volta avesse detto qualcosa di intelligente. Poi, tornò ad osservare l'Ichinose alla finestra, iniziando a sentirsi addosso un velo di preoccupazione.

Guren era assente.
Non c'era aggettivo migliore.
Non prestava attenzione nemmeno alla natura che pretendeva di stare osservando. Pensava, invece, pensava a Shinya e a cosa significava per lui.
Voleva trovarlo.
A tutti i costi.
Perchè era l'unica persona in quel mondo distrutto che lo faceva sentire bene.
Perchè quando c'era lui, Mahiru rimaneva silente, come se non fosse mai stata nella sua testa.
E quando non c'era, le voci ricominciavano, gli incubi anche, e la voce del demone gli ronzava nel cervello, sussurrandogli frasi di morte e distruzione.
Guren era tranquillo, quando sapeva Shinya nella stanza accanto.

Però, come aveva detto Goshi, non poteva andare avanti senza aver svelato l'indizio successivo.
Senza aver trovato la lettera successiva.
Senza quel qualcosa che gli avrebbe permesso di andare avanti.
E comprendere di più Shinya.

-Sì, mangeremo verso le sette e mezza. Per esagerare, anche le otto. Dipende da che ora torno. Non iniziate a preparare prima che siano le sette e un quarto. Chiaro?- affermò, voltandosi improvvisamente verso di loro.
-Sissignore!-
La voce di Sayuri si sentì sopra le altre. Comprensibile, dato che era lei a dover cucinare per tutti.

Guren s'infilò la giacca, che aveva levato prima, e uscì dalla porta spalancata.

-Dove va?- domandò Mito, sorpresa.
-A cercare Lord Shinya.- rispose, da un angolo, la voce bassa e fredda della minuta Shigure, che non aveva aperto bocca per tutto il giorno, ma che sembrava aver già capito ogni cosa.

Guren camminava, seguendo una traccia di sentiero che scendeva fin lungo la riva propria del lago. Non riusciva a vedere molto, dato che era ormai buio, ma sentiva lo scricchiolare delle foglie cadute sotto ai suoi piedi, e la luna, alta nel cielo, lasciava che la sua luce tingesse tutto di bianco e argento, conferendogli un'aria spettrale.
Si infilò le mani in tasca, trovando un sassolino ad attenderlo.

Era quello che aveva preso insieme alla lettera di Shinya, alla base.
Quello nero venato di viola.
Lo tirò fuori, lanciandolo in aria e riprendendolo, sapendo benissimo che esso sarebbe potuto cadere a terra ed essere perso per sempre.
Spaventato da questa casualità, lo lanciò un'ultima volta e lo strinse nel palmo. Guardò di fronte a sé. Era arrivato.

Si sedette con la schiena appoggiata ad un albero e guardo il panorama, sfiorando ogni singolo albero infreddolito, ogni casa che si ergeva sulla sponda opposta, e iniziando a ricordare ogni minimo dettaglio della spedizione precedente, dove lui e Shinya avevano visitato la città fantasma di quel lago.
Avevano passato una bella serata, alla fin fine...

Gureshin || Back to the pastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora