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Riso e curry era gustoso come sempre.
Gustava la cucina di Sayuri fin da quando aveva quindici anni, e ogni volta la trovava deliziosa. Raramente, però, si sdilinquiva in complimenti verso la giovane cuoca, e questa fu una delle tante volte in cui, semplicemente, la ignorò come suo solito.

Alla fine, anche Sayuri era abituata al non ricevere gratificazioni. E anzi, si stupiva quando Guren si complimentava con lei.

In genere, accadeva soltanto quando Guren era particolarmente di buon umore.
E in quella serata era tutto, fuorché felice.

Almeno, il pasto e la compagnia riuscirono a sviarlo un po' dalla piega cupa che i suoi pensieri avevano preso.

Finita la cena, ebbe l'occasione di assistere ad una movimentata sfida a Tris fra Mito e Goshi.

Fin da quanto lui ricordasse, le sfide più accese -soprattutto ai videogiochi, erano tra la rossa e Norito e fra lui e Shinya.
Perdevano le notti a giocare, e Mito era sempre quella più animata dalla voglia di vincere. E Norito la seguiva a ruota, mosso dal suo orgoglio: non poteva certo perdere contro una ragazza, lui, primogenito del Clan Goshi!

Così, anche quella sera, quei due, a colpi di parole e di battute, si sfidarono, forse anche per diminuire la tensione, che poteva avvertirsi nell'aria, così fitta da essere tagliata con un coltello.

Le tante partite terminarono con un pareggio dopo l'altro, finché Goshi non ne vinse una e, prima che Mito potesse chiedere la rivincita urlando, Guren fermò tutto urlando che era stanco.

-E quindi?- mormorò Mito. -Non vedo proprio dove sia il proble-
-Il problema è, razza d'idioti, che fate rumore!- Guren puntava contro i due casinisti una forchetta sfuggita al lavaggio delle stoviglie.
-Perciò, se non volete ritrovarvela in posti strani questa notte, sarà meglio che filiate subito a dormire. VIA!-

Norito, ridacchiando, uscì dalla stanza.
-Io dormo con Sayuri!- si sentì la sua voce gridare dalle camere adiacenti.

E come al solito Sayuri avvampò, e Guren sorrise di cuore.
Mito gli urlò contro qualche mala parola, dandogli del dannato pervertito.

Incorregibili. Guren sorrise, dentro di sé.
Aveva a che fare con degli incorregibili bambini combinaguai. Eppure, lo facevano sentire a casa.

Rovistò nel suo zaino, e finalmente tirò fuori la lettera sgualcita.
"Oh, Shinya." pensò. "Non ti azzardare mai più ad infilare un tuo messaggio in un posto così insicuro e deperibile o ti prendo a schiaffi... Idiota."

Andò in cerca di luce, e la casa era buia.

Gli altri s'erano già ritirati per la notte, e dalla stanza di fronte provenivano i leggeri respiri regolari delle ragazze.
Dalla sua destra, invece, gli giungeva il tenero russare di Goshi, che, una volta addormentato, entrava in modalità camionista ucraino.

Guren sospirò. Ma perché doveva proprio condividere la stanza con quel ragazzo dal setto nasale deviato?

Almeno, quando c'era Shinya, rimanevano a parlare fino a tarda notte, e qualche volta, per dormire in pace, avevano trasferito il sacco a pelo dell'amico -con lui all'interno, fuori dalla portata d'orecchio.
E poi, finalmente, riuscivano a dormire in pace.

Accese una candela e si sedette a terra, tenendola in mano, e facendo in modo da illuminare il foglio permettendogli la lettura senza avvicinarlo e bruciarlo.

Carissimo Guren;
Non avevo proprio alcun dubbio! Sei arrivato fin qui e hai fatto il primo passo. Complimenti! Ti meriti un biscotto.

"Io non li voglio, i biscotti..." pensò Guren. "Io... voglio solo ritrovarti."
Subito dopo, si vergognò un po' di quel pensiero a lui così estraneo.

Gureshin || Back to the pastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora