02

374 44 46
                                    

Guren lasciò a malincuore la camera dall'amico. Chiuse la porta, e le dita indugiarono sulla maniglia.
Aveva la sensazione che mancasse qualcosa.
O forse, quel qualcosa che mancava era proprio Shinya.
Si ficcò le mani in tasca, rigirandosi tra le dita la pietra con cui Shinya aveva fermato il biglietto. Nel palmo destro, leggermente sudato, stringeva invece proprio quella lettera.
Quanto era venuto a sapere, leggendo solo quelle parole...

Camminò lentamente attraverso i corridoi che portavano alla sua stanza, che quel giorno gli sembravano monotoni e infiniti.
Una volta arrivato, entrò come animato da una strana fretta, e sbattè la porta, che si chiuse con fragore. Si abbandonò contro di essa. Poi passò una mano fra i capelli scuri, scompigliandoseli.
Cazzo, pensò.
Aveva appreso così tanto.
Shinya si era sentito in quel modo per tutto quel tempo, e lui non se n'era mai accorto.
Era stato così stupido.
Stupido.
Proprio come il modo in cui Shinya lo insultava, col suo solito sorriso sulle labbra.
"Guren, sei proprio uno stupido!" annunciava, ridacchiando. E Guren finiva sempre per tirargli uno scappellotto sulla nuca.
Oh, ma era scemo davvero.
Si passò entrambe le mani sul viso, è decise di andare a farsi un caffè.

Mentre macchinava con il bollitore, ripensò a ciò che Shinya gli aveva detto nella lettera, a proposito di come trovarlo.
Se avesse seguito il suo primo istinto, si sarebbe buttato a capofitto a cercare l'amico.
Pensandoci un po' di più, se ne sarebbe anche fregato: conoscendo Shinya, lunatico com'era, se ne sarebbe tornato sui suoi passi, tempo qualche giorno. Si sarebbe lamentato: "Daaai, Guren! Non mi assecondi mai!". Avrebbe fatto il broncio e poi sarebbe tornato tutto alla normalità.
Ma... A quel punto, era davvero sicuro di conoscere così bene il ragazzo?
Dopo tutto quello che egli aveva scritto lui nella lettera?
Lasciò un momento i fornelli, mentre dalla tasca della giacca estraeva il foglio.
Cosa diceva quel passaggio...?
Lo cercò con lo sguardo, ripassandoci sopra un paio di volte prima di accorgersene.
Eccolo!
"È un Addio, nel caso tu voglia lasciarmi andare."
Ugh.
Le cose stavano davvero così. Non era solo una sua impressione.
Come gli faceva rabbia! Lo aveva praticamente costretto ad una scelta drastica.
O il suo migliore amico... oppure... il rimanere senza di lui.
-Maledetto te, Shinya Hiiragi!- ringhiò alla scatoletta di caffè che teneva in mano.
In quel momento, avrebbe volentieri attraversato il mondo intero solamente per trovarlo e poterlo prendere a calci.
Poi, ovviamente, lo avrebbe abbracciato.
E dopo ancora, lo avrebbe trascinato per un orecchio fino al quartier generale.

Questo, però, non toglieva il fatto che Guren avesse bisogno di un consiglio.
E che non avesse nessuno a darglielo.
A chi avrebbe potuto chiedere?
Di chi lui si fidava così ciecamente da rivelargli tutto quello ch'era successo?
Di nessuno, ecco la risposta.
Guren sbuffò, mentre trafficava con il filtro e l'acqua bollente.
Il liquido scuro iniziò a scendere, e lui l'osservava gocciare sempre più velocemente fino a diventare un rivolo che scorreva, fino a riempire la brocca. Poi, versò il caffè all'interno della tazza bianca e rosa (virilissimo regalo di compleanno di Shinoa), facendolo sciabordare al suo interno.

Un consiglio, eh?
Una voce femminile risuonò nella sua testa.
-Buongiorno anche a te, Mahiru. Era da tempo che non avevo il dispiacere di sentire la tua voce.- rispose, sospirando, ad alta voce.
Mahiru rise, cristallinamente, come al solito.
Guren desiderò poter essere liberato da quel demone una volta per tutte, senza doverlo sentire sempre nei momenti più critici, senza ogni volta dover rimpiangere i tempi passati, quando, anche se non c'erano neanche più possibilità, non era riuscito a salvare la ragazza che amava.
Quella non era Mahiru, nonostante ne condividesse l'aspetto e i ricordi.

E così, il nostro carissimo Shinya ha dato i numeri ed è partito! Aaah, che sollievo!

Guren alzò gli occhi al cielo, mentre la figura di una ragazza vestita con un'uniforme scolastica che ricordava la divisa di un marinaio gli appariva lentamente davanti.

-Sì- disse, puntando il cucchiaino con il quale stava versando l'unica misera dose di zucchero nel caffè. -Proprio così. E ti consiglio di farti i fatti tuoi.-

Ma come posso farmi i fatti miei se sono nella tua testa? So tutto. Tutto quello che succede, tutto quello che provi e che pensi. Ahah!

Gli sembrava un ragionamento corretto.
-Insomma, Mahiru, che vuoi?-

Non avevi bisogno di un consiglio?

-Di sicuro non da te.-
Gli occhi rossi come il sangue di Mahiru si colmarono di finta tristezza.

Ma comeeee?

-Sei di parte, no?-

Almeno fammi parlare, Guren; ribattè, piccata. Tanto, in ogni caso finirò per parlare comunque, e se mi va, costringerti anche a fare come va a me! Quindi, è definitivamente meglio se mi fai parlare.

Aveva ragione anche su questo.
Per l'ennesima volta, Guren sospirò.
Le fece un cenno, come ad invitarla a parlare.
Solo che... Beh, il tono di Mahiru era cambiato totalmente.
Dalla voce dolce e cantilenante che aveva avuto fino a pochi istanti prima, passò ad un tono freddo come il ghiaccio, e altrettanto pungente.

Guren, so tutto quello che ha fatto. Oh, conosco Shinya meglio di te, questa cosa non ti fa impressione? So anche cosa ha fatto quella sera... Quattro giorni fa... Beh... No. No! NO! So perfino il contenuto di quella lettera... Quel ragazzo mi fa proprio schifo

Ella si avvicinò, facendo ondeggiare i lunghi capelli.
Arrivò a un paio di centimetri da Guren, assottigliando gli occhi in un'espressione piena d'astio e di risentimento.
Lui rimase impassibile.
Lei sibilò qualcosa, a denti stretti.

Non aveva il diritto di farlo. Nessun diritto! Tu sei mio, Guren! Solo mio! Non può averti! Sei mio e sarai mio per sempre!

La sua voce si era alzata, trasformandosi in un grido stridulo, e l'unico che poteva sentirla era Guren.
Con un movimento del braccio allontanò il demone, che arretrò di qualche metro.
Minacciosamente, la guardò negli occhi, scandendo bene le parole.

-Mahiru, la tua presenza non è stata richiesta, e nemmeno le tue parole. Vattene. Via.-

No! Non puoi cacciarmi, Guren... Sarò sempre dentro di te, non puoi abbandonarmi...

Guren sospirò. Poi, con voce ferma, gridò un ordine: il demone, urlando maledizioni, venne rispedito nuovamente dentro la sua spada.
Dove doveva stare.

-Ma guarda te, 'sta stupida...- borbottò, prendendo un sorso di caffè che si era ormai freddato e immediatamente storcendo il naso e la bocca in una smorfia di disgusto assoluto.
-Che schifo, dio santo!-

Le parole di Mahiru lo avevano lasciato estremamente piccato.
Anche se la maggior parte erano state insulti contro Shinya... Lo avevano offeso.
Quel lurido demone, come si permetteva ad insultare liberamente così le persone a lui care?

Guren prese così la sua decisione.
Avrebbe seguito il percorso dell'amico...
E così facendo, l'avrebbe ritrovato.
Quasi per ripicca al sui demone!
E avrebbe dimostrato a lei che Shinya valeva molto più di niente.
Soprattutto per lui.

Gureshin || Back to the pastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora