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-Oh, cielo, che freddo assurdo. Ma vi pare possibile?-
Mito scese con un balzo dall'automobile. Goshi, dal suo lato, si massaggiava le tempie, con un sorriso innervosito che incuteva un certo timore. Nonostante l'aspetto solitamente affabile, sembrava che il biondo sarebbe saltato addosso ringhiando al primo che gli avesse rivolto la parola. D'altronde, Mito aveva tenuto a bada la lingua per davvero poco, e aveva quasi subito ricominciato a parlare a macchinetta e a bisticciare con Guren.

Quest'ultimo si allontanò dalla vettura. Scrutò il paesaggio che aveva davanti, rievocando i ricordi dell'aprile passato.
Si erano fermati poco distanti dalla costruzione che aveva ospitato il ricevimento.
All'interno, se la memoria non lo ingannava, c'era una sola, grande stanza dalle pareti coperte di tendaggi. Al piano superiore, al quale si accedeva tramite una lunga scalinata di legno levigato dai tanti passi, si trovavano soltanto poche stanze vuote, ed i servizi.
Le pareti erano in legno, e nonostante la grandezza l'edificio richiamava l'aspetto di un antico tempio, col il tetto a pagoda e le travi colorate. Difatti, alcune di esse erano dipinte di un rosso amaranto scolorito dal tempo, e dei larghi scalini risalivano il piano sul quale era poi costruito il vero e proprio immobile.

Emise un lungo sospiro, pensando che almeno quella volta avrebbe fatto in fretta.

Quella sera, Guren si sentiva terribilmente a disagio nel suo smoking nero. La cravatta rossa spiccava tra la camicia scura e la giacca, ma il suo sguardo era più spento che mai.
Essere trascinato ad una festa era assolutamente l'ultima delle cose che desiderava nella sua vita, e avrebbe fatto di tutto per poter saltare quell'oneroso impegno.
Persone, rumore, persone, chiacchiere, risate futili e soprattutto persone, il genere di fastidio che più gli dava ai nervi. Odiava proprio le persone, eccezion fatta per la sua squadra e Shinya Hiiragi, nonostante il più delle volte sembrasse il più assoluto contrario.
Alle sei in punto, la porta dell'appartamento di Guren era martellata incessantemente da battiti.
-Guren, Guren!- cantilenava una voce fin troppo familiare. -Guren, esci, dai, Guren, mica ti vergognerai, dai Guren, andiamo, Guren? Guren, sei pronto? Guren, se non sei pronto ti prendo a sprangate, guarda che facciamo tardi, eh. Guren, Guren, Guren!-
-È morto!- tuonò lui dall'interno, dopo che il suo nome venne pronunciato per la centoventesima volta in un minuto.
Una risata. E poi, il tenente colonnello aprì la porta, con l'espressione più infastidita e seccata che gli si fosse mai vista in faccia.
Shinya, nel suo completo chiaro colorato dalla cravatta azzurra che gli metteva in risalto gli occhi cristallini, lo squadrò da capo ai piedi. Per poi commentare, serafico:
-Pensi di uscire con quei capelli? E che figura ci faccio io?-
Istintivamente, Guren si portò una mano alle onde scure dei suoi capelli. Lo fulminò con lo sguardo, mentre l'altro sorrideva candidamente.
-'Fanculo, Shinya,- borbottò rientrando alla ricerca di una spazzola.
L'amico, per nulla toccato, lo seguì saltellando all'interno.
-Oh, da' qua, che tu peggiori le cose e basta!- esclamò allegro, quando lo vide riapparire con un pettine lilla.

("Regalo di Shinoa?" "Perché, pensi che nella base ci sia qualcun altro a fare regali così idioti?")

-N...Non ci penso nemmeno, scordatelo!- balbettò.
Shinya roteò gli occhi. Non aspettava certo il permesso del moro per farlo. Prese dalle sue mani il pettine, e senza aspettare lamentele spinse Guren su una sedia. Egli provò inutilmente a ribellarsi, eppure, in pochi secondi, i ciuffi ribelli del moro erano stati domati.
Shinya alzò gli occhi al cielo, guardando Guren che si osservava attento e circospetto allo specchio.
-Andiamo, su,- disse, con un sorriso intenerito. -E cerca di non rovinarti la messa in piega.-
-Certo, rompipalle che non sei altro.- mormorò il compagno, trattenendosi a stento dall'infilarsi una mano nei capelli e scompigliarseli nuovamente.
Shinya uscì per primo dalla stanza, in modo da non far vedere il lieve velo rosato che gli aveva teneramente colorato le guance.

Gureshin || Back to the pastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora