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Da solo, nel mezzo di una piazza distrutta. Echi di una città che era esistita, di una Tokyo ormai sparita.
In piedi a guardare le vecchie macerie per terra.
"Davvero eri qui quella notte, Shinya?"

C'era stata una volta, da ragazzo, in cui Guren aveva lasciato che il demone prendesse possesso del suo corpo, in uno sforzo disperato per salvare i suoi amici. Non era abbastanza forte e aveva bisogno di potere. Ma al tempo stesso, era troppo inesperto e la sua arroganza, per quanto sottile, gli aveva impedito di calcolare i rischi. Aveva accettato l'offerta di Noya e si era trasformato in un mostro, perdendo completamente il controllo. Non era più lui e aveva rischiato di ferire le sue preziose persone.
Si ricordava labilmente il viso di Shinya, memoria ancor più sbiadita tra le memorie sbiadite di quella volta.
Che lo aveva riportato alla realtà.
Che lo aveva salvato.
Che era rimasto con lui fino alla fine, nonostante lui brontolasse e cercasse in ogni modo di cacciarlo via. Come incatenato. Per proteggerlo.
Anche da ragazzini, tra loro funzionava in quel modo.

Ma non aveva mai, in tutti quegli anni, chiesto a Shinya dove fosse prima di accorrere alla First Shibuya, né cosa stesse facendo. Non erano fatti suoi, ed era troppo distaccato per interessarsene. Considerava Shinya ancora come il ragazzo che gli si era incollato il primo giorno di liceo e che da allora l'aveva seguito ovunque.
E mai, negli anni, il pensiero lo aveva mai sfiorato. Aveva accantonato quella vicenda come un importante monito, ma non andava mai a riviverne il dolore e l'impotenza.

In quel momento, però, come mai prima, quella domanda gli veniva così naturale come se fosse stato il Sole dei suoi pensieri in tutti quegli anni. Come mai non se l'era chiesto prima?

Forse, qualcosa sarebbe cambiato.
Forse, se avesse prestato più attenzione a Shinya rispetto a come aveva fatto, se si fosse curato di più dei suoi sentimenti, quella situazione non sarebbe mai arrivata.

Tra i detriti aveva trovato un altro foglio di carta, il cui candore stonava a confronto coi neri massi. Lo stringeva ora in mano, sforzandosi gli occhi per riuscirne a decifrare la scrittura con la luce che via via diventava sempre più fievole.

Mi chiamò Kureto, e la sua voce era permeata da una calma terrificante.
Io ero appena uscito da una bella lotta, ma non starò qui a raccontartene i particolari. Non è quello che importa.
Non appena presi il telefono e sentii lo stringato resoconto di ciò che era successo il mio cuore perse improvvisamente un battito.
Ero ancora piccolo e non ne sapevo il motivo, solo crescendo ho scoperto la natura di tali sentimenti. E con sentimenti intendo il senso di smarrimento che mi sconvolse in pieno quella sera. E quella terribile e sconfinata angoscia che mi attanagliò, troppo grande per essere solo affetto verso un amico.
Non potevo perderti, Guren.
Fu dopo qualche istante, mentre correvo disperatamente contro il tempo per raggiungerti a scuola, che realizzai una cosa, totalmente fuori dal tempo, come se mi fossi estraneato dal mondo circostante.
Non dovevo più essere il più forte. Non dovevo conquistare il cuore di una ragazza che non m'interessava nemmeno solo per dimostrare di essere migliore di colui che occupava il posto nel suo cuore freddo.
Avevo passato talmente tanto tempo a rimuginare su queste ragioni che avevano perso ogni senso. Avevo una vita vuota, continuando a tirare avanti solo ripetendomi queste blande parole.
Ed eccolo, improvvisamente, quel pensiero limpido e pulito, brillante, come se fosse ovvio che dovesse stare proprio lì nei miei pensieri, in quel momento, in quel luogo, in quella situazione.
Tu eri diventato la mia nuova ragione di vita, Guren. Tu in tutta la tua completezza. Solo e soltanto tu.
Volevo raggiungerti non più per dimostrare di valere qualcosa, ma per essere degno di starti accanto. Il mio unico scopo eri tu. Tutto qui.
Mi manchi, davvero tanto. Spero arriverai presto.

Continuava per un breve tratto, ma Guren non aveva la forza di leggerlo. E così, il suo cuore si riempì nuovamente di dolce dolore, scoprendo altri lati di Shinya, accettandoli. Facendoli suoi.

Gureshin || Back to the pastDove le storie prendono vita. Scoprilo ora