Poche volte capita di sognare e ricordarsi alla perfezione ogni minimo particolare. Rari sono quei sogni realistici così tanto da far sorgere dubbi sulla propria coscienza.
"Ero sveglio o no?" ci si chiede, stupendosi un poco nel realizzare che è, in realtà, tutto successo nella propria immaginazione.Guren, quella notte, sognò Shinya.
Si trovava all'interno di un edificio vuoto. Dalle finestre mancanti dei vetri si intravedeva un cielo senza tempo, come sospeso in mezzo ad un'interminabile alba, a metà fra l'azzurro e il violetto.
Guren si alzava da terra -per qualche ragione, si trovava disteso sul pavimento di quella stanza, e prendeva a camminare, come trascinato da un filo invisibile verso l'esterno.
E, improvvisamente, senza rendersi conto di come si fosse ritrovato lì, sbucava in mezzo ad automobili che sfrecciavano e persone che camminavano indaffarate.
La gente non era molta, ma lui era in mezzo alla strada, e tutti, per qualche ragione, finivano addosso a lui.
Guren cercava disperatamente uno spazio dove ripararsi, ma i suoi piedi non si muovevano.
Poi il suo occhio veniva catturato da qualcosa, e d'un tratto, lo vide.
Una testa candida si muoveva, allontanandosi da lui.
E si girava nella sua direzione, lentamente.
Guren ne riconobbe il sorriso.
Shinya.
E il moro riusciva a muoversi di nuovo. Ma il ragazzo era di colpo sparito.La scena cambiava, e Guren si trovava seduto su un muretto.
Una ragazza giovane gli parlava. Aveva folti capelli castani raccolti in una coda, e agitava le mani freneticamente,
Gli occhi le brillavano, mentre continuava ad esporgli il motivo della sua agitazione.
-Hanno scoperto il punto dal quale si può vedere tutto il mondo! Ti rendi conto? È sulla terrazza in cima alla città!- gli diceva. Il Guren del sogno ne era entusiasta.
Che scoperta mirabolante! Tanto assurda quanto meravigliosa.
Ma il Guren cosciente, che si trovava lì da qualche parte e viveva quelle parole e quel sogno, pensava che fosse tutto insensato, se non c'era Shinya con lui.Però, Guren si vedeva camminare solitario per una salita. La strada era vuota, ampia, coperta di larghi ciottoli; ai due lati sorgevano costruzioni pulite, dai balconi pieni di fiori e le mura chiare e ben tinteggiate di colori pastello.
Arrivava fino alla larga terrazza, il luogo di cui la ragazza bruna gli aveva parlato, e si fermava, appoggiava le mani sulla spessa ringhiera e si metteva ad osservare il mondo intorno a lui.
Il cielo sopra di lui ora assumeva sfumature innaturali. Passava dal celeste chiarissimo al blu notte, costellato da puntini luminosi.
Stelle.
Come quelle negli occhi di Shinya, si ritrovava stranamente a pensare.
Com'era possibile che fosse giorno e notte allo stesso tempo?
Guren era così meravigliato.
Sotto a quella terrazza si estendeva tutto un mondo.
Era una foresta, ma in lontananza si scorgevano delle alte montagne.
Ed era così... tondo. Come se lui si trovasse fuori nello spazio, da qualche parte nella stratosfera, e osservasse la Terra da sotto i suoi piedi.
Era straordinario! E Guren si chiedeva stupidamente quanto grandi fossero quegli alberi per essere così ben visibili da lì.
Dovevano essere proprio enormi... Chissà quante persone ci volevano per abbracciarne il grosso tronco legnoso!
In lontananza, invece, quei monti si stagliavano sull'azzurro orizzonte, giganti addormentati dei quali si potevano individuare facilmente le forme, le aguzze punte, i fianchi, come in un chiaro disegno di un bambino. Si intravedeva della neve sulla cima, che strideva nettamente con il tepore che invece avvertiva.
Sembrava di essere in un paesaggio da fiaba, di quelle che si raccontano ai piccoli la sera, e il mondo intero si stagliava ai suoi piedi.
Ma mancava qualcosa.
E nel momento in cui lo realizzava, avvertiva una stretta dolorosa al cuore, e si girava lentamente.
E quel pezzo mancante in quel quadro perfetto era lì, dietro di lui, ad attenderlo.
Chissà da quanto si trovava lì. Forse c'era sempre stato e lui non se n'era accorto, forse l'aveva sempre accompagnato un passo dietro di lui.
Guren aveva la sensazione che Shinya lo aspettasse lì da sempre, e che sempre lo aveva atteso.
E così, si precipitava incredulo verso di lui, gettandosi tra le sue braccia e allacciandogli le braccia attorno al collo. Sentiva che il suo buon profumo di pulito gli era mancato tanto.
Ed era così, alla fine.
Shinya l'avrebbe aspettato sempre... fino alla fine del mondo.Fu un sogno astratto, come la maggior parte di essi.
E il moro, ripensandoci, ricordava poco e niente di quel sogno così particolare. Solo sprazzi di cielo stellato, il confine del mondo, e Shinya.
Ma la mattina dopo, Guren si svegliò con l'impressione che il ragazzo fosse davvero venuto a fargli visita nel sonno.
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Gureshin || Back to the past
FanfictionBastano poche cose per far sentire Guren a casa. La pioggia, il caffè, e un sorriso. Il sorriso di Shinya. Eppure, in una fredda sera d'inverno, tutto scompare. Shinya svanisce nel nulla, lasciando un'unica traccia, un filo d'Arianna, che potrà ric...