4.

157 13 0
                                    

Sabato mattina, l'elisir di lunga vita per noi studenti anche se poi effettivamente è breve quanto una manciata di secondi. Il giorno in cui tutti i neuroni sono a riposo e la mente nel tardo mattino è giustificata a essere rallentata. Mi capita spesso di svegliarmi ancor prima, che le campane rintocchino in centro città.

Stamattina infatti mi sono alzato prima ancora di poter chiudere occhio, proprio non sono riuscito a dormire, fa ancora un caldo torrido per essere quasi a novembre e non può far altro, che procurare fastidio al sonno. Fisso il soffitto per una decina di minuti aspettando la motivazione giusta, tra uno sbadiglio ed un mormorio per alzarmi dal letto. Suona il telefono e questa posso dire sia stata una motivazione più, che accettabile. Al telefono è Jen, che mi chiede se andiamo insieme a fare colazione in riva al lago. 

Vestirmi sembra difficile anche perché non ho proprio nulla da mettermi, mi toccherà, come mio solito fare, svegliare mia madre per chiederle di aiutarmi a essere più veloce del solito e non in ritardo come mio solito fare. Entrare in camera sua mi ha sempre riempito di energie positive, anche perché la sua è la stanza più illuminata della casa. 

"Donna, donna!"

"Svegliati e aiutami a cercare qualcosa di pulito e profumato da mettermi, esco con Jen oggi e voglio essere accettabile, donna e dai Mà!" 

Incredibile i ruoli si sono invertiti, lei solitamente sveglia me ed io ora provo a svegliare lei, ma nulla da fare. Marilena non ne vuole proprio sapere. Dunque me la caverò da solo, cercare qualcosa di elegante non deve essere poi così tanto difficile. 

Cerco e ricerco i vestiti da mettere ed intanto mi si proiettano in testa mille ipotetici episodi di quello, che potrebbe capitare oggi.

Io e Jen, soli per la prima volta dopo tanto tempo in riva al lago, mano nella mano, lei che ride e scherza a tutte le mie pessime storie e battute, lei che sorride. Perso tra le migliaia di scene, che mi si sono proiettate in testa, non faccio caso all'ora quindi, come sempre sono in ritardo, che diavolo!

Mi lancio in bagno chiudendo la porta e aprendo la doccia, che come sempre, come ogni mattina è gelida, ma poco importa dannazione mi devo sbrigare. Alla rinfusa poi, mi asciugo i capelli e sistemo la poca barba, che mi è cresciuta, tagliandola. Affogo dentro l'acqua di colonia e sfrego in denti come un fulmine, indosso quelle due cose che sono riuscito ad abbinare e sono pronto per uscire. 

Sotto casa mi aspetta Jen con le gambe scoperte da una gonna corta quanto il mio fiato nel vederla, mio Dio è bellissima, sorrido e poi annuisco avviandomi poco più distante da lei. Mi segue con lo sguardo e anche lei sorride quasi imbarazzata. Involontariamente dopo dieci anni che ci conosciamo e dopo mille colazioni come questa, codesto sembra essere un primo appuntamento. 

Dopo poco la tensione si scioglie con un mio intervento oserei dire, imbarazzante: 

"Cavolo guardati Jen, sei spettacolare, io rispetto a te sembro un senza tetto con ben poco futuro davanti a me, ahah." Lei sorride quasi approvando questa mia stupida affermazione.

Ok, del tutto fuori luogo, ma almeno abbiamo sciolto il ghiaccio e tagliato l'imbarazzo, che si poteva notare come uno spago fluttuante sopra di noi. 

Arrivati in riva al lago e nel Lido dove solitamente passiamo l'estate, la tensione sembra essere scomparsa e ritorniamo a parlare di noi e delle nostre mille avventure. Penso continuamente, che lei sia così bella ed incantevole e non posso fare altro, che guardarla e sorridere come un ebete. Vorrei tanto baciarla, ma ho quasi paura a farmi avanti, eppure lei sa tutto di me: vita, morte e miracoli dalla A alla Z, ma nulla. A fermare le mie intenzioni si ripresenta bruscamente l'imbarazzo di un istante. 

Finito di magiare corriamo sulla spiaggia di sassi, che fastidiosamente punzecchia la pianta dei piedi, dannazione, tra tutte le scarpe che ho, proprio i mocassini dovevo mettermi? Fortunatamente anche lei non ha fatto un'ottima scelta sulle scarpe e ha indossato il tacco alto, quindi anche lei se le è tolte e mi ha preso per mano. Ci ho messo un po' a realizzare cosa fosse successo, mi ha preso per mano dannazione!

Ci sediamo sul pontile e con le gambe a penzoloni lei sospirando appoggia la testa sulla mia spalla. È incredibile, un soffio di vento percuote il mio animo, che in questo momento è a mille dalla felicità insieme ai battiti continui del mio cuore. Pochi istanti dopo lei mi strappa una bacio e mi saluta rialzandosi e scappando verso casa. Non ho realizzato ancora del tutto, quindi me ne sto seduto con un sorriso innocente sul volto e le mani intrecciate tra di loro, mentre lei si allontana.

Tornando a casa resto immobile tra la gente e vado avanti con non so quali muscoli, sospirando ripetutamente. Sorrido al fioraio sotto casa, al panettiere e ad una anziana, che attraversa la strada, che cos'è questa strana emozione? 

Mi sento bene, sento del bene attorno a me dopo tanto e ancora non ci posso credere.  


REMÌ RYAN.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora