21.

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Ho deciso, che è tempo di fare qualcosa di produttivo, per cui discosto le sue braccia avvinghiate attorno al mio petto con delicatezza, con cura e attenzione, come se fosse mio assoluto interesse non svegliarla. Una volta in piedi però la sento mormorare e rigirarsi con un sorriso in pieno volto come a dire, che si è svegliata, ma non me ne fa una colpa. Ricambio il suo sorriso e indosso i pantaloni stesi al suolo, passo poi una mano sugli occhi stanchi e sul viso ancora carico di sonno. 

Percorro il corridoio, che porta alla cucina e sembra immenso, senza fine. Di fronte a me sento aprirsi all'improvviso la porta della stanza proprio accanto alla cucina e a quel punto incontro lo sguardo di Mirco, che fissandomi sorride e si passa nervosamente una mano tra i capelli. Quei sorrisi di circostanza di resa davanti alla triste verità. Non cerco un motivo preciso per dare spiegazione all'episodio di ieri sera sono semplicemente arreso al fatto, che sia successo e basta. 

Le persone molto spesso non danno spiegazione di ogni loro gesto e il più delle volte vogliono solamente essere scoperte, colte sul fatto, per rompere quei silenzi, che si creano. Il nostro subconscio giunge a scelte rapide per natura, siamo impulsivi noi esseri umani e io credo, che l'impulsività sia l'unico elemento, che per quanto veloce nel suo avvenire, rallenta la nostra assoluta progressione verso la perfezione incondizionata.   

Io non critico le scelte che Mirco ha fatto, criticare non è mai stato il mio cavallo di battaglia su cui molto spesso, tanti di noi gareggiano perché si sentono protetti, indistruttibili e al sicuro da ogni cosa e ogni persona, che circonda il nostro vissuto. Non capisco, solo questo, non capisco perché. 

In fondo ogni azione è creatrice di una conseguenza, che essa poi sia voluta o non voluta, non è in nostro potere scegliere di cambiare il dopo. Per compiere un'azione però bisogna creare una circostanza e le circostanze intorno a noi erano più che positive. Si qualche cuore infranto e qualche bicchiere di troppo, ma rispecchia ai miei occhi una normale adolescenza. 

Il brutto è quando commettiamo per nostra volontà un'azione sfavorevole ad una determinata circostanza e poi non contenti andiamo a ricreare e a costruire una conseguenza, che finisce con il complicare la nostra vita. L'essere umano a volte mi sorprende. Così intelligente, ma sovraccarico allo stesso modo di una imparziale stupidità.  

Una volta arrivato in cucina il silenzio domina e aleggia incontrastato per la stanza, le forchette e il rumore del caffè appena pronto, sono le uniche cose in grado di mettere virgole su quei silenzi, che lasciano però urlare le mille domande senza risposta quelle, che se ne stanno dentro la mia testa. 

Basta poco poi, per interrompere un flusso di negatività, vedo che in camicia e sul ciglio della porta si nasconde un sorriso, che aspetta solo di essere notato. Il cuore comincia a battere e gli occhi a ballare, ma credo, che in amore sia giustificabile tutto questo. Non ho mai provato la felicità ventiquattro ore su ventiquattro, quella, che pervade corpo e spirito scontrandosi poi con gli atteggiamenti e i modi di fare. 

La guardo, sorrido, la bacio e sto meglio. 

REMÌ RYAN.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora