SABRINA'S POV
-Dai, amore di mamma! Mangia.- tono stucchevole, velato di mille suppliche implicite, espressione facciale di cui si sarebbe vergognata a vita, strana pappetta in un vasetto tra le dita che, volente o nolente, noi mamme avevamo fatto assaggiare ai nostri bambini, biberon a portata di mano sul tavolino e cucchiaino a forma di mucca. - Vuoi l'areoplanino?- replicò. Si preparò per quell'improvviso giochetto che tutte avevamo sperimentato e che, stranamente, contro ogni nostra prognosi infantile, ci aveva anche divertito fare. Mimò con la bocca il suono di un velivolo. Quando la punta della posata toccò le labbra ancora serrate della bambina, queste si dischiusero un po' intimorite. Il suo sguardo verde divenne furbo in un nanosecondo e, prima che io o la sua genitrice potessimo accorgerci delle sue intenzioni, mia nipote sputò tutta la sua colazione proprio davanti a sé, colpendo il viso di mia sorella. Alice imprecava in mille modi, mentre la piccolina di appena due anni se la spassava saltellando nel suo seggiolone per le troppe risa. -Sarah!- urlò, facendola ammutolire all'istante. La marmocchia assunse un aria dispiaciuta, con lucciconi agli occhi annessi. -Non vuoi mangiare? D'accordo, salterai la colazione, allora!-
-Dai, fai provare me...- proposi, prendendo il suo posto e schioccando un bacio alla pupa, che riacquistò un po' della sua allegria, ancora intrisa di senso di colpa. -Tesoro di zia. Fa' la brava e mangia tutto.- ordinai perentoria con tono dolce.
Dopo le prime due imboccate, Alice si rese conto che la situazione procedeva bene e andò a cambiarsi borbottando tra sé e sé per il comportamento della piccola. La frugoletta indossava un completino rosso e bianco con una gonna resa vaporosa grazie alle numerose balze, delle spesse calze bianche le coprivano le gambe, le manine erano intrecciate in grembo e la testolina era incorniciata da capelli biondi e lisci come la seta.
Passarono quindici minuti e la pargoletta, ormai sazia, giocava in salotto con sua sorella Eva e i suoi fratelli Luca e Marco. La prima stava in disparte a pettinare le bambole. Aveva 7 anni, una chioma castana, le guanciotte paffutelle perennemente arrossate e il naso piccolino. Gli altri, 6 e 5 anni, si litigavano l'attenzione delle mie figlie.
-Ali, ricordati la crostata. Io scappo a lavoro!- le dissi, raccattando la mia borsa abbandonata sul divano ed il mio cappotto con guanti e sciarpa. Imbacuccai Michael, il mio primo genito di ormai 9 anni e mezzo. La sua criniera marrone gli si era appiccicata alla fronte e la bocca era incurvata in una linea gioiosa. Sistemai Amanda, il mio secondo capolavoro di 6 anni. E per finire, mi concentrai sull'ultima arrivata, la nostra principessina: Elettra, 3 anni appena. Schiuse le labbra e notai un buchetto proprio al centro del suo sorriso, a causa di un paio di dentini mancanti.
Quella mattina ero andata da Alice per consegnarle un dolce che avrebbe dovuto portare la sera stessa ad una cena di famiglia. Mi diressi, con tutta la mia ciurma, alla macchina e ricevetti una telefonata da mio marito.
-Amore...- risposi, tenendo l'apparecchio incastrato tra la spalla e l'orecchio e tentando di agganciare per bene Elettra al passeggino. Intanto Michael aiutava Amanda con la cintura.
-Dove siete? Qui ci sono dei clienti francesi ed avrei bisogno di te per contrattare...- ammise con una certa urgenza.
Ci accordammo che massimo venti minuti sarei stata in azienda e avviai il motore. Portai i miei bimbi a casa di Carly. Ad aprirmi la porta fu proprio mia suocera e mi spupazzò raggiante uno zigomo. Mi salutarono anche le figlie di Kevin ed Alexis. Kimberly aveva 7 anni e Victoria 4 e mezzo. Fisicamente erano molto simili, però, la differenza stava essenzialmente nel carattere: Kimberly era dolcissima, premurosa, gentile ed ubbidiente. Victoria, invece, era testarda, cocciuta e quando si impuntava nessuno poteva contraddirla! Stava facendo impazzire i suoi genitori, ma d'altronde anche quello era il sale della vita.

STAI LEGGENDO
Alla ricerca di un nuovo inizio
ChickLitA volte possiamo sentirci soli anche quando siamo circondati di gente. Per ricominciare da capo ed ammettere i propri sbagli, ogni tanto, è necessario scappare per poi tornare indietro. Non per forza una fuga dettagliata e pensata; è sufficiente anc...