SABRINA'S POV
Mi svegliai infastidita dalla luce accecante provocata da un raggio solare che penetrava della finestra e riscaldava proprio il mio viso. Avevo un mal di testa allucinante e i muscoli tutti intorpiditi. Avvertii un peso all'altezza della vita, così abbassai intrigata lo sguardo e notai il braccio del mio ragazzo malamente appoggiato sul mio fianco. Sorrisi automaticamente, ripensando agli ultimi avvenimenti. James, Amber, Lexy, Kevin ed Andrew mi avevano fatto una sorpresa stupenda ed avevo passato il Capodanno più bello della mia vita! Verso le tre e mezza di notte ci eravamo ritirati in albergo, anche se convincere papà non fu affatto cosa semplice. Il rapporto con mio padre e mia madre sembrava essersi aggiustato del tutto. Avevano finalmente capito che trattarmi con freddezza, allontanarmi e spingermi oltre i miei limiti con metodi poco gentili non era un giusto comportamento da adottare con una persona con un carattere timido, riservato e insicuro come il mio. Capivo che lo avevano fatto per farmi crescere e pretendere sempre il meglio da me stessa, ma non erano stati certo genitori modello i miei. Sicuramente lì fuori c'era moltissima, forse troppa, gente che cresceva i propri figli peggio di come ero stata cresciuta io, però mi ero ripromessa più volte di non assumere certi loro atteggiamenti con la mia futura prole. Magari avrei anche dovuto ringraziarli perché mi avevano fatto comprendere ciò che era meglio evitare con i loro sbagli. Inoltre non era stata solo colpa loro: Alice era una ragazza forte, indipendente e sicura di sé. Avevamo ricevuto la stessa ferrea educazione. Ormai non ero neanche arrabbiata, poiché sapevo che non mi avevano causato dolore volontariamente e a volte avevo io stessa ingigantito la situazione. Non ero, comunque, abituata all'improvvisa gelosia del capo famiglia.
- Papà, io vado a dormire da James, nella sua stanza d'albergo!- lo informai titubante la sera prima, andandogli vicino, torturandomi con i denti il labbro inferiore, stringendo convulsamente le mani tra di loro e osservando le sue scarpe, dato che non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi.
- Cosa?- esclamò lui contrariato, alzando il tono di voce. -Non se ne parla proprio!-
- Dai, papà. Lasciala vivere!- enunciò mia sorella accorsa in mio aiuto. -Certo, non dormiranno poi molto, ma non sarebbe la prima volta che fanno quello che hanno intenzione di fare!- continuò poi, guadagnandosi una mia occhiata ammonitrice. In quel momento avrei voluto sotterrarmi e non ritornare alla luce mai più.
- Appunto. Proprio per questo non vai!- proseguì il mio paparino, annuendo con la testa per donare più enfasi alle sue parole e gesticolando nervoso.
- Non vorrai farla arrivare vergine al matrimonio, vero? Anche perché penso sia un po' troppo tardi!- chiarì lei, con un sorrisetto malizioso in volto.
- Alice!-sbottai esausta. -Così non mi aiuti!-
- Tesoro, lasciala andare!- mi difese mamma, toccando lievemente la spalla di suo marito.
- Oh, Lucia. Ti ci metti anche tu ora?- chiese esasperato lui, aprendo le braccia e guardando sua moglie in cerca di un consenso.
- Papà, ma non succederà niente! L'hai conosciuto James! Non è un maniaco!- protestai, credendo fosse arrivata l'ora di intervenire, altrimenti quella conversazione sarebbe durata in eterno.
Insomma, dopo le mie numerose suppliche, il mio babbo cedette e, arrivata in camera per preparare una borsa con l'occorrente, saltellai al settimo cielo per tutta la stanza.
Io ed il mio ragazzo eravamo felici, spensierati e sorridenti. Neanche il tempo di chiudere la porta della stanza 265 dell'albergo che James si era appiccicato alle mie labbra.
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Alla ricerca di un nuovo inizio
ChickLitA volte possiamo sentirci soli anche quando siamo circondati di gente. Per ricominciare da capo ed ammettere i propri sbagli, ogni tanto, è necessario scappare per poi tornare indietro. Non per forza una fuga dettagliata e pensata; è sufficiente anc...