Madness. || Luke Hemmings.

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Caro diario,
che mi racconti? Beh, da parte mia non è molto sano porre questa domanda ad un libretto. Perciò, che ti racconto io? Assolutamente niente, sono sempre la noiosa Elis. Sono appena uscita da un ospedale psichiatrico e non sono pronta a riaffrontare tutto ciò che c'è fuori. Il dottor Higgins dice che sto bene ora e che sono forte, ma lì fuori ci sono ancora bastardi pronti a farmi del male. Ora sono qui, nella mia vecchia e triste camera. Ora il pavimento è così pulito, ma a me sembra ancora di scorgere le macchie di sangue e le siringhe per tutta la camera. Sai diario, mi sento così stupida. Avrei dovuto impedire che tutto questo succedesse, ma più che stupida io sono fottutamente pazza.

***

16 settembre 2012, Londra.

È risaputo che Londra non goda dei climi più caldi, ma oggi era davvero freddo. E per giunta era il primo giorno di scuola, perfetto.
E che la sfiga sia con te, Elis!
Stavo varcando quell'edificio che l'anno scorso somigliava tanto all'inferno e sinceramente non era cambiato, però avevamo una cosa in comune: eravamo entrami grigi e tristi.
Sapere qual è la cosa comica? Mi chiamo Elis... Green.
Verde. Il colore più brutto che possa esistere, mi mette tranquillità. Il che non è per me. Camminavo sotto lo sguardo di tutti e capivo sempre di più che non ero pronta, anzi. Ma, non chiedetemi con quale forza, sono riuscita ad entrare nella mia vecchia classe.
"Ehy, suicida!" "Hai seguito il mio consiglio? Ora le cambi le siringhe ogni tanto?" "Ma sei ancora viva aaah"
Ah. Okay.
Ricorda Elis: tu sei forte. Il mio pensiero fu infranto da una figura che stava entrando in classe, Michael Clifford.
Vedete, io e lui, siamo piuttosto simili. E prima di essere ricoverata eravamo 'piuttosto' amici. Probabilmente di più. Ci completavamo a vicenda, era qualcosa di spaventoso e stupendo allo stesso tempo.
Mi sentivo un po' bastarda ad essere sparita, senza avergli detto nulla. Nessuno sa del mi ricovero, anche se magari qualcuno c'è anche arrivato. Infondo non è difficile immaginare perché una tipa come me scompare all'improvviso senza far sapere niente a nessuno, non credete?

"Elis..." mi era mancata la sua voce. Non sembrava arrabbiato, anzi. Mi abbracciò fortissimo e stava addirittura per piangere sulla mia spalla.
"Mikey, ti spiegherò tutto, ma ora non siamo nel luogo adatto e questo non è nemmeno il momento giusto."
Sembrava aver capito.

A pranzo Michael era sparito e io ero sola..nel panico. Odiavo essere al centro dell'attenzione, ma dovevo abituarmi. C'era un tavolo libero, mi sedetti. Non avevo fatto nemmeno un boccone del mio pranzo quando sentii una presenza accanto a me. Un ragazzo, che sembrava avesse origini asiatiche, aveva preso il posto lì vicino.
"Do fastidio?" Chiese cortesemente.
"No. No. Io sono Elis, piacere"
"Calum... Mi hanno colpito i tuoi capelli verdi!"
"Ohw.. Beh, grazie" in quella mezz'ora che ci era rimasta ci eravamo scambiati i numeri, scoprendo di avere molte cose in comune.

La giornata sembrava procedere bene, ma mentre uscivo dalla mensa incontrai il mio incubo.
Luke, Luke Hemmings.

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