Capitolo 1

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Charlie

Ho freddo.

è l'unico pensiero che riesco a formulare, e, in effetti, fa molto freddo.

La mia cella non è mai stata molto accogliente, anzi, non lo è per niente. Perché dovrebbe esserlo poi? è una cella di isolamento, giusto? Giusto.

Molte persone qui dentro impazziscono, per la solitudine? Per il freddo? Per la fame? Boh. Okay, okay. Ammetto che anche io soffro molto il freddo ma non la solitudine. E nemmeno la fame. Ho sempre mangiato metà razione per 2 motivi. 1) il cibo fa schifo ma pur devi mangiare 2) io non provengo da un ramo molto elevato della società quindi non posso permettermi una porzione intera.

Ma a me sta bene così. Tanto ho ancora poco da vivere. Domani compio 18 anni e verrà fatta la revisione dei miei crimini e verrà deciso se mi uccideranno o rilasceranno. Ovviamente mi uccideranno. Non è che io ho fatto chissà cosa... ho solo preso in prestito un libro portandolo fuori dalla biblioteca...cosa che è considerata un crimine...ma okay... per questo genere di crimine, di solito, ti rilasciano ma in questo periodo stanno uccidendo tutti anche per i reati più banali. Quindi pazienza.

Suppongo che voi molto probabilmente non mi conosciate...quindi mi presento, sono Charlie Downtown, ho quasi 18 anni e vivo nello spazio da quando sono nata. Perché? Beh, quando la Terra è stata devastata con le bombe nucleari parte dell'umanità è riuscita a salire a bordo della nostra grande nave spaziale: l'Arca. Esatto, come quella di Noè. Viviamo su quest'Arca da più o meno 100 anni (97 a dirla tutta...). E stiamo aspettando tutti il momento in cui torneremo sulla Terra. Un momento in cui io non ci sarò perché il mio corpo starà fluttuando nello spazio infinito.

La porta si apre. Sono in anticipo...

"Charlie Downtown" dice una guardia. Lo guardo. è un ragazzo molto giovane, non gli darei più di vent'anni, ha i capelli scuri pettinati in modo ordinato, la carnagione olivastra, gli occhi color cioccolato e il viso punteggiato di lentiggini. Mi alzo e lui con una delicatezza, che non mi sembra normale per una guardia, fa per mettermi le manette e io lo lascio fare. Lui mi guarda fisso negli occhi e io sostengo il suo sguardo. "Blake" entra la dottoressa Griffin accompagnata dal cancelliere Jaha "puoi pure andare" ordina il cancelliere. "Sissignore" la guardia si gira e fa per uscire, ma prima mi rivolge uno sguardo quasi di pena.

"Allora Charlie" inizia la dottoressa "allunga il braccio, cara" mi ordina. Io esito "non ci dovrebbe essere prima il consiglio per decidere la mia sorte?" chiedo leggermente tremante "oh, c'è già stato" dice il cancelliere "abbiamo già deciso cosa ne faremo di te" io rimango immobile e impassibile. "Allora fatelo subito" dico io. La dottoressa mi sorride amorevole, ma io non ci vedo nulla di amorevole in lei dato che ha ucciso i miei genitori. Mi aspetto che mi inniettino la siringa ma non succede. Invece mi ritrovo con un bracciale al polso. "E questo?" chiedo "è un nuovo metodo di uccisione? Ti da la scossa?" "oh no, cara, no" risponde la dottoressa "non morirai, tu sei speciale" sorride "io? speciale?" chiedo confusa e allo stesso tempo curiosa. "Vedi, tu e altri 99 prigionieri fortunati siete stati scelti per una missione molto importante" dice il cancelliere. Una missione? Che missione? "Tu sei fra i fortunati 100 che andranno sulla Terra."


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