Capitolo 4

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Bellamy

Appena scendo dalla navicella corro ad abbracciare Octavia mentre una folla urlante di 98 persone ci passa affianco.

Le tocco la spalla, lei si gira e mi salta addosso abbracciandomi. La stringo più forte che posso; Octavia piange e fra i singhiozzi mi dice "Ti voglio bene fratellone" rimango un attimo in silenzio per assimilare quello che mi ha detto. Sorrido ancora stringendola fra le mie braccia "Anche io ti voglio bene sorellina". 

Ci sciogliamo dall'abbraccio e subito vedo correre la mia sorellina fra gli alberi e sorrido pensando che finalmente la mia piccola principessina è al sicuro. Mi guardo attorno: gli alberi circondano la radura dove siamo caduti. Sono alti e le chiome sono di un verde brillante che non ho mai visto sull'Arca. Il cielo è così limpido e azzurro che mi è strano immaginare che molto più in alto ci sia lo Spazio scuro e infinito. Abbasso lo sguardo. La terra è scura e l'erba che la ricopre è chiara e si piega ad ogni minima folata di vento. Mi siedo e l'accarezzo, è morbida e fresca. Un altro sorriso. Non avrei mai immaginato che la Terra fosse così bella. Faccio un respiro profondo riempiendomi i polmoni di quell'aria dolce. Mi sdraio e chiudo gli occhi godendomi il vento che mi scompiglia i capelli e l'erba fresca di rugiada che mi rinfresca.

"Ciao!" una voce squillante (che per poco non mi spacca i timpani) rompe il mio stato di quiete facendomi alzare a sedere. "Tu sei Bellamy, giusto?" alzo lo sguardo dai miei stivali consunti e vedo che davanti a me si erge una figura esile con curve morbide. Una ragazza dai capelli biondi e gli occhi verdi mi sorride. "Sì" rispondo "Sì, sono io" la ragazza ridacchia mentre io mi chiedo il motivo per il quale sta ridendo "Io sono Angeline" dice lei. Quando te l'ho chiesto? penso mentre lei si siede accanto a me. Mi sorride e subito mi sorge una domanda: Cosa vuole da me? Glielo sto per chiedere quando le sue labbra si posano sulle mie. Ah, ecco. Penso. Mai una ragazza che mi saluta se non è che per andare a letto con me. Beh almeno così potrò divertirmi... Un ghigno si insinua nella mia mente mentre le nostre lingue si intrecciano. Le metto una mano sotto la maglietta, ma mi blocco lì. "Non ti sembra che siamo un po' troppo esposti, dolcezza?" le chiedo ghignando "Non sarà meglio andare nel bosco?" Lei annuisce e ci avviamo. Arriviamo ad un torrente e lì scatta tutto. Le tolgo la maglietta mentre Angeline mi slaccia la cintura dei pantaloni e mi toglie la giacca. Stiamo per arrivare al sodo quando una voce irrompe nel nostro 'momento intimo'. "Ehm. Ehm." Lancio qualcosa per coprirsi ad Angeline (dato che è totalmente nuda mentre io ho ancora i boxer), appena mi giro vedo la ragazza che stava seduta accanto ad Octavia e la stessa a cui io avevo messo le manette quella mattina. I suoi capelli ramati raccolti in una coda alta sono illuminati dal sole, gli occhi in quel momento sembrano dorati; ha le braccia conserte e un'espressione severa. "Potreste, cortesemente, andarvene?" chiede aspra. Non so che dire quindi rimango semplicemente lì a guardarla. 


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