capitolo 4

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Nico pov's

Mi svegliai senza ricordarmi niente della sera prima. Mi fece uno strano effetto, per quanto ci provassi non riuscivo a colmare quel vuoto di qualche ora. Alla fine ci rinunciai per evitare di avere un'altra volta il mal di testa.
Mi resi conto che quello era il mio terzo giorno di infermeria. Mi stupì di non essere felice di andarmene come lo sarei stato il primo giorno. Probabilmente mi aspettavo già di rimanere solo una volta uscito di lì. E non volevo che accadesse. Aspettai Will per tutta la mattinata e quando finalmente arrivò era di uno strano umore. Sembrava come al solito, ma in qualche momento il suo sorriso lasciava posto ad un'espressione distratta come se stesse pensando ad altro. Non mi rivolse la parola neanche una volta, sicuramente non lo avrei fatto io. La prima cosa che pensai fu che avesse già iniziato ad ignorarmi. Mi sembrava strano...ma quel pensiero mi perseguitó tutta la mattinata. Dopo molto silenzio iniziai a sentirmi a disagio. -Cos'hai?- chiesi cercando di essere gentile e fallendo miseramente. -È successo qualcosa?- si girò verso di me e mi rispose solo dopo un breve momento di attesa. - A dire la verità niente...ma oggi te ne puoi andare quindi...inizia a preparare la tua roba- restai senza parole, tutto ciò che volevo sapere era il perché tutto d'un tratto fosse diventato così...freddo. Solo al pensiero che Will e la parola freddo potessero esistere nella stessa frase mi veniva da ridere. Un po' come pensare a Happy MEAL e disgustoso nella stessa frase. Dissi solamente ok. A voce bassa, mentre il mio cervello elaborava il fatto: aveva cambiato atteggiamento perché non ero più uno dei suoi tanti pazienti. Non sapevo perché ero stato così stupido da pensare di essere un po' più speciale. Non sapevo perché ci stavo rimanendo male. E lui non sapeva che mi ero affezionato. Solo in tre giorni mi ero affezionato e ora lui senza neanche esserne consapevole mi aveva ferito. Era solo colpa mia. Dopo poco lasciò la stanza e mi lasciai cadere sul letto, fino a quando non mi costrinsi a fare i "bagagli".

Will pov's

La mattina seguente il mio umore non era cambiato. Come previsto Nico non si ricordava niente. Magari era una fortuna o forse non c'era niente di importante da ricordare. Dopo averlo lasciato tutto il pomeriggio da solo nella sua stanza, tornai per vedere cosa stesse facendo e perché non fosse corso fuori saltellando di gioia. In realtà non volevo che se ne andasse, infatti ero diviso tra il desiderio di buttarlo fuori e quello di tenerlo più vicino. Entrai senza bussare, stava incastrando la sua spada nella cintura. Si voltò e notò la mia presenza. Incrociai il suo sguardo per qualche secondo, poi lo distolse. Tacemmo entrambi fino a quando lui non annunciò con tono inespressivo   -Io me ne vado- non capii se si riferisse al campo o all'infermeria, ma non feci in tempo a chiedere perché qualcuno bussò. Percy entrò nella stanza e mi salutò con un cenno. -Ciao Nico- non sarei dovuto entrare nella stanza proprio in quel momento. Non riuscivo a sopportare che la loro amicizia fosse più forte della mia con il figlio di Ade. Non riuscivo a sopportare di non poter fare pace con Nico e spiegargli tutto solo con due parole dolci. Io ero riuscito solo a fargli pensare che fossi un'insopportabile arrogante. A dire la verità non sopportavo neanche che gli rivolgesse così tante attenzioni. -Ciao Percy- disse sorridente, nei limiti di Nico di Angelo ovviamente. -Sono passato a salutarti...per vedere come stavi-
-Sto bene...non ho ancora deciso niente ma sto bene- Tirai un sospiro di sollievo, non aveva deciso se andarsene.
-Sono contento...veramente- parlarono ancora un po', ma non capii il discorso, in realtà non lo ascoltai proprio.
Ero talmente immerso nei miei pensieri da non essermi accorto dell'assenza di Percy. Nico lo stava imitando, ma prima che potesse varcare la soglia lo presi per un braccio. Inutile dire che si spostò bruscamente, guardandomi male.
-Cosa vuoi Solace?-
-Credo di doverti dire almeno ciao- senza dire niente sì voltò e se ne andò. Dopo essere stato dei minuti a fissare il vuoto dandomi del cretino per non essermi scusato lasciai la stanza anche io. Mi diressi verso mio fratello Austin. -Vado a visitare la figlia di Erme, poi farò l'inventario- 
-Ok ma non ti dimenticare-
-Ok, ok- entrai nella stanza accanto a quella di Nico. Rose la figlia di Ermes giaceva sul letto con il lato destro del corpo bendato. Per far scattare una trappola con il figlio di Ermes che era accanto a lei si erano presi Delle ustioni da fuoco greco. La ragazza aveva spinto lui, ma per farlo si era ferita. La svegliai, svegliando anche il suo amico, a cui probabilmente aveva salvato la vita. Sì erano consolati a vicenda, si vedeva che si piacevano e fui felice per loro. Inizia a medicare le ferite, quando ebbi finito mi accorsi di non avere il mio blocco. Probabilmente era nella stanza di Nico. Tornai là, e mi stupì di non trovarcelo. Provai uno strano senso di vuoto. Ma fui sicuro di una cosa. Anzi per la verità due: non mi sarei rassegnato ed ero stato uno stupido quella mattina.

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