Una settimana. Una settimana passata a guardarlo senza mai sentirmi meglio. Sentivo ancora quel fuoco continuare a bruciare dentro di me, e mi stava consumando. Così come gli incubi. Anche loro mi consumavano. Ma se restavano solamente incubi non avevo nulla in contrario. Nella giornata in cui avevamo litigato quasi tutti erano partiti per le loro case e me ne ero accorto solo qualche giorno dopo. Will aveva detto che stava avendo una brutta giornata...possibile che fosse per qualcuno che era partito. Ad esempio Melany era partita e anche la sua amica. Continuai a torturarmi con quel pensiero per giorni. Ed era tutto diventato abbastanza monotono. Avevo imparato a convivere con la mancanza Delle persone ormai da tempo, ma stavolta non evocai nessuno fantasma. Mi allenai, sempre, fino al punto di svenire sul letto la sera. Letteralmente. Pensavo che in quel momento non mi sarei mai ripreso completamente, ma non mi interessava più di tanto. Mentre andavo appunto ad allenarmi sentii un rumore strano. Un incrocio tra il belato di una capra e un urlo umano. Un satiro. Un satiro che probabilmente rincorreva una ninfa mi dissi. Ma cambiai idea quando vidi il satiro risalire la collina con aria tutt'altro che felice. Aveva ancora indosso il travestimento da umano, infatti inciampò sulle sue scarpe finte. Cadde a terra. Lo raggiunsi e lo aiutai a rialzarsi. Per poco non attaccò il panico anche a me, infatti aveva un'espressione terrorizzata.
-È...È...lui è sp...sparito- disse a fatica. Non capivo cosa volesse dire. Ma nella sua raffica di parole incomprensibili sentii anche qualcosa che suonava come Chirone, così seguendolo mi diressi verso la casa Grande. Quando arrivammo davanti all'ingresso il satiro era lì come ad aspettarci. Aveva una aria grave, l'aria di qualcuno che sa già cosa è successo.
-È successo di nuovo- disse il satiro tutto d'un fiato.
-Immaginavo- replicò Chirone con tono di voce freddo.
Ordinò al guardiano di convocare tutti i capo cabina per una riunione di emergenza. Realizzai velocemente che questo includeva anche me, ma anche Will. E prima di questo avevo un problema più grave. Se fosse stato l'inizio del mio incubo?
Riflettendo mentre aspettavo che arrivassero tutti realizzai cosa doveva essere successo. Un semidio doveva essere sparito. Sotto la guardia del satiro. E non era la prima volta. Chirone intanto aveva convocato Rachel con un messaggio Iride.
Ma non riuscivo a sentire cosa dicevano. L'espressione di Chirone al ritorno dalla chiamata non mi rincuoró affatto.
Alla fine tutti i semidei entrarono, tutti con la stessa faccia. Della serie: abbiamo appena combattuto una guerra, cos'altro volete da noi? Il mormorio che si era venuto a creare venne interrotto dallo zoccolo di Chirone che sbatteva sulle assi del pavimento. Si sentiva nell'aria la voglia di sapere cosa fosse successo. Già la vita di un semidio era questa, non facevi in tempo a sconfiggere la madre Terra che si presentava qualche altro pazzo psicopatico.
-Di recente sono avvenute Delle sparizioni...di semidei non ancora riconosciuti- esordì il centauro. Quell'unica frase bastò a congelare l'aria nella stanza.
-Alcuni di loro erano tenuti sotto controllo dai nostri satiri...ma credo che più di quattro siano stati i rapimenti avvenuti-
-Perché ce lo dite soltanto ora? Da quanto tempo va avanti- lo interruppe uno dei fratelli Stoll.
-Non è più di una settimana e pensavo fossero solo falsi allarmi Connor-
-Ma teme che non lo siano- concluse Clarisse.
-Quindi ora cosa dovremmo fare?- chiese un semidio della casa di Afrodite.
-Credo che lo abbiate già intuito- rispose Chirome seppur con sguardo dispiaciuto.
-Non c'è un altro modo?- esordì Clarisse.
-Tutti I nostri satiri sono stati allertati, ma non ci sono notizie-
Quell'attimo sembrò protrarsi all'infinito, ma la consapevolezza che nessuna impresa finisse bene travolse tutti in un nanosecondo.
Aspettammo un'ora l'arrivo di Rachel, durante la quale nessuno menzionò il fatto che l'oracolo di Delfi avesse smesso di funzionare. Nessuno di noi era pronto a questa possibilità. Nessuno voleva lasciar partire nessuno, neanche se fossero stai i peggiori semidei di questa terra probabilmente. Nessuno era pronto eccetto me. Perché sapevo il significato dei miei sogni e le sensazioni che mi davano. Stranamente mai positive. Non proferii parola riguardo il mio incubo, non ce n'era bisogno.
Dopo un'altra mezz'ora Rachel arrivò, dicendo di aver fatto il più in fretta possibile. La aggiornammo sui fatti e si venne anche a sapere che sapeva già la metà Delle cose. Ci disse che le sembrava strano ma che l'oracolo aveva ripreso a funzionare solo da qualche notte. Era come se dentro di lei avesse sentito una corda suonare in modo insistente e perpetuo. O almeno così provò a spiegarlo. Tutti la fissavano da qualche secondo quando la voce dell'oracolo scaturì dalle sue labbra.
-I figli della medicina e della morte verso Occidente cammineranno
Per raggiungere un luogo che non c'è collaboreranno
Fra oscurità e vento la scelta sarà compiuta
Dal covo del dio, le tenebre hanno permesso la fuga-
A quel punto Rachel scosse la testa e svenne. Venne delicatamente poggiata sulla poltrona dai fratelli Stoll e poi la conversazione riprese.
-I figli della medicina e della morte...i figli di Ade e di Apollo presumo- disse Chirone. Tutti si voltarono verso di me, l'unico figlio di Ade presente nella sala e in tutto il campo. Normalmente gli sguardi di tutte quelle persone che di me mi avrebbero innervosito. Ma quelle non erano condizioni normali ed io ero troppo occupato a fissare un certo figlio di Apollo che fino a quel momento non aveva aperto bocca. I figli della medicina erano senz'altro i figli di Apollo pensai. Dovevo impedire che a qualcuno venisse anche solo una vaga idea di mandare Will.
-Andró io- annunciai con voce ferma.
-Deicidete chi verrà con me, partiremo il prima possibile-
Lo dissi lentamente cercando anche io di assimilare quelle parole. Quei versi. Solo due semidei, al posto di tre, il nostro numero sacro. Perché? E poi non era stato menzionato un limite di tempo, ma pensandoci era abbastanza chiaro che quel limite erano le vite dei semidei.
Il silenzio lasciato dalla mia affermazione fu interrotto da Clarisse.
-Che vuol dire un luogo che non c'è?- ma anche dopo la sua domanda, la situazione non cambiò.
-Deve essere il covo del dio- avevo una vaga idea di chi potesse essere, ma non dissi niente.
-L'importante è sapere con chi cominciare e da dove, il resto della profezia si vedrà- dissi cercando di sembrare convinto.
-Nico ha ragione- disse Chirone
-Domattina all'alba qualcuno dovrà partire con Nico e dovrà essere un figlio di Apollo. Ora, dato che non c'è un capo dell'impresa, non penso che ci saranno obiezioni se dico che i figli di Apollo sono liberi di discuterne fino a stasera- a quel punto mi concessi pensare che sarebbe stato veramente improbabile che toccasse a Will e appena il figlio di Apollo aprì bocca mi maledissi.
Sobbalzai anche, era molto che non risentivo la sua voce.
-Non ce ne sarà bisogno, andrò io-
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💛🖤•|Solangelo|•🖤💛
FanfictionRick Riordan ha omesso la parte più importante della storia della Solangelo... Volendo o non volendo ha lasciato a noi fangirl lo spazio per scrivere mille diverse possibilità per far avverare una delle ship più belle dei suoi libri. Questa storia è...