Capitolo 7

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Finita il pranzo mi diedi dello stupido e del cretino come minimo 394 volte, avevo ceduto e gli avevo chiesto scusa. Non ero riuscito a resistere, volevo allontanarlo, invece gli avevo addirittura proposto di passare la giornata insieme. Facendo la figura dell'idiota tra l'altro, infatti lui aveva rifiutato. Mi ero illuso che avrebbe detto di si, perché ci cascano ogni volta? Non ci sarei dovuto rimanere male, aveva preferito lea e Melanie a me. Ma lo avevo fatto. Per distrarmi provai ancora una volta ad allenarmi, ma fui preso subito dalla stanchezza, così dopo un'ora di affondi a vuoto rinunciai. Passai un po' di tempo con dei tizi che dovevano pulire le stalle. Io ovviamente non pulivo, gli tenevo solo compagnia, prendendoli in giro ovviamente. Inoltre la mia presenza faceva innervosire i cavalli, perciò mi divertivo ancora di più. Sì sono molto simpatico. Quando risentirò la conchiglia per la cena mi diressi di malavoglia al padiglione. Ovviamente mentre mangiavo il mio sguardo cadde si Will. Cadeva su di lui un po' troppo spesso ultimamente. Stava mangiando allegramente con i suoi compagni. Mi chiesi come facesse ad essere sempre di buonumore. Sempre solare. Sempre con quel suo sorriso splendido stampato sulla...eeee stop. Mi ordinai. E poi anche i suoi occhi erano sempre vispi e allegri, con quel loro colore chiaro come il cielo. Quando tornai a guardare il mio piatto, mi chiesi come potessi biasimarlo che non voleva stare con me. Lui era perfetto e amato da tutti. Il mio esatto opposto. Avendo finito di mangiare tornai alla mia cabina, cercando di non rivolgergli un altro sguardo. Entrai e sbattei la porta alle mie spalle. Sfinito mi gettai sul letto e quando i miei occhi si stavano abituando al buio...bussarono.
Mi partirono dieci imprecazioni in greco antico, poi mi alzai. Dopo aver valutato l'opzione lasciamo quel qualcuno fuori dalla porta. Con l'espressione più infastidita che riuscii a trovare, aprii. Mi ritrovai davanti un sorridente figlio di Apollo. Inutile dire che il mio cuore fece una capriola e mi prese a far male la pancia. Cercai di restare impassibile in quel silenzio che si era creato. Sentivo solo il suo respiro e i rumori della mensa in lontananza. Aveva il fiatone. -Posso entrare?- chiese non smettendo di guardarmi. -Emh...si- entrai con lui alle mie spalle. -Pensavo che tu dovessi stare con Mel oggi- dissi sedendomi sul letto. -Si ma l'ho lasciata con i suoi fratelli- ribatte lui sedendosi accanto a me.
Ed ero fin troppo felice che lo avesse fatto. Eravamo vicini e le nostre gambe si sfioravano. -Come mai qui?-
-Ci deve essere una ragione?-
Restai in silenzio. Non ci doveva essere, d'altronde non ce n'era una a quella mia improvvisa felicità.

Will pov's

Pensai che con quella frase avrei rovinato tutto. Invece Nico mi sorprese. -Comunque sono contento che tu sia venuto- dopo essersi reso conto di ciò che aveva detto arrossì e abbassò la testa. Lo trovavo troppo dolce. E se gli avessi detto una cosa del genere mi avrebbe spezzato una gamba, ma dettagli. -Che facciamo-
-Seriamente? Sei venuto qui alle nove di sera e non sai cosa fare?-
-Ok no, ci sono, andiamo in spiaggia-
Proposi sperando che accettasse.
-Ma non si può c'è il coprifuoco-
-Che perfettino che sei..-
-Ok ma se ci beccano ti mollo lì-
-E come pensi di fare?-
-Viaggio nell'...-
-Tu provaci e se non ci rimani secco, ti uccido io con le mie mani- lo interruppi. Scoppiò a ridere.
-Doveva essere una minaccia?-
Gli lanciai un'occhiataccia che lo fece solo più ridere. Sbuffai.
-Andiamo- uscimmo cercando di essere il più silenziosi possibile. Ci sedemmo dietro una scogliera, in modo che le arpie non ci vedessero durante la ronda. La luce del tramonto lanciava dei raggi sul viso di Nico che era in parte in penombra. In quel momento la sua bellezza era un po' inquietante. I capelli gli ricadevano sul viso, spettinati come al solito. Inquietante ma anche stupendo. Lo stavo fissando, infatti se ne accorse.
-Che c'è?- chiese calmo. Io arrossì e distolsi lo sguardo.
-Niente-
Pregai che non continuasse a fare domande. Dovevo controllarmi non potevo arrossire ogni volta che mi guardava. Immersi le mani sulla sabbia ancora tiepida. Poi Nico si alzò. E per un terribile secondo pensai che se ne stesse andando. Ma si diresse verso l'acqua facendomi tirare un sospiro di sollievo.

Nico pov's.

Sentivo che mi stava guardando. Ma non mi dava fastidio. Il cuore batteva ad una velocità innaturale. Ma non mi poteva fare questo effetto. Dopo un po' mi alzai e mi diressi verso la riva. Sentivo il suo sguardo che bruciava sulla mia schiena. Percepisco la sabbia che si attaccava ai piedi. L'acqua mi raggiungeva la punta delle dita. Misi le mani e modi vaso e presi dell'acqua. Poi feci la cosa più naturale di tutte, gliela tirai. Rimase lì a bocca aperta mentre io ridevo. Poi si alzò anche lui e io indietreggiai. -Cosa vuoi fare...? Will non ci pensare neanche- dissi smettendo di ridere.
-Hai iniziato tu-
Dopo due secondi la battaglia di schizzi era iniziata.  L'acqua non mi dava fastidio, invece perdere...bhe si quello mi dava fastidio. Si avvicinò a me smettendo di squizzarmi. Io indietreggiai affondando i piedi nell'acqua. Sentivo la risacca sulle mie caviglie. Con uno scatto mi raggiunse e prima che avessi il tempo di pensare a scappare, mi sentii sollevare.
-Mettimi giù subito-
Dissi serio.
-Non ci penso neanche principessa-
Rispose ridendo. Avrei potuto ascoltare il suono della sua risata per tutta la giornata. I miei pensieri vennero fortunatamente interrotti dal contatto con l'acqua. Non era fredda, ma mi dovevo vendicare. Riemersi spostando i capelli bagnati dall'occhi. Gli tesi la mano, facendo segno di aiutarmi. Lui la strinse e facendo pesa sul mio peso tirai giù anche lui. Eravamo entrambi zuppi. Quando tornò su mi guardò malissimo. Scoppiamo a ridere mentre ci guardavano leggermente infreddoliti. Una volta calmati uscimmo dall'acqua. Iniziai a strizzare la maglietta e scrollare i pantaloni. Non mi ero mai divertito così tanto dal mio arrivo al campo mezzosangue. Ed era tutto merito suo. Quel ragazzo che si ostinava a voler stare con me nonostante fossi...bhe...me. dato che si stava facendo buio decidemmo di tornare. Camminando l'acqua si geló sulla mia pelle, provocando dei brividi di freddo su tutto il mio corpo. Will se ne accorse.
-Scusa saremmo dovuti tornare prima- disse dispiaciuto.
-Non importa, non è così freddo-
Dissi girandomi verso di lui e facendo un mezzo sorriso per rassicurarlo. Eravamo quasi alla cabina quando la mia vista si appannó. Sentivo le gambe come se fossero gelatina e tutta la stanchezza degli allenamenti tornò improvvisamente a galla. Continuai a camminare cercando di fare finta di niente, ma inciampai. -Ti senti bene Nico?- non dovevo avere proprio una bella cera.
-Non proprio- dissi con un filo di voce. Eravamo a qualche centinaio di metri dalla porta.
-Ce la fai ad arrivare fino là?-
-Si, si tu vai-
Dissi cercando di non risultare debole.
-No ti accompagno...dai vieni- disse prendendomi la mano. Trasalii. Ma non tolsi la mano dalle sue. Inciampai una seconda volta e caddi sulle mie ginocchia.
-Nico!- disse Will in tono allarmato cercando di non urlare.
-Sto bene- provai a rassicurarlo
-No, non stai bene- mi aiutò a tirarmi su, facendo passare un braccio dietro le sue spalle. Poi mi strinse a se provando a fare qualche passo.
Dopo la terza volta che inciampavamo mi tirò su di peso e riniziò a camminare. Odiavo fare il peso morto così spinsi sul suo petto per farmi mettere giù, ma aveva più forza di quanto sembrasse. Appoggiai la testa al suo petto fino a quando non arrivammo alla porta.
-Mi puoi lasciare siamo arrivati. E lui mi mise giù ma non mi lasciò.
-Zitto- disse aggrottando le sopracciglia in modo buffo per la preoccupazione. Preoccupazione? Era preoccupato per me? Mi poggiò delicatamente sul letto e mettendo la mano sulla mia testa mi fece stendere, sentendo anche la temperatura. Mi guardò e scosse la testa.
-È colpa mia, non saremmo dovuti andare- presi la mano che aveva ancora appoggiata sulla mia fronte e la strinsi tra le mie.
-Sono solo troppo stanco- mi stava ancora guardando con espressione scettica.
-Non mi guardare così, mi sono divertito tantissimo- dissi sorridendo.
Mi addormentai in fretta una volta che lui fu uscito e immaginai che lui avrebbe fatto lo stesso. Ripensai per tutta il tempo alla serata sorridendo come un ebete da solo nel mio letto.

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