Capitolo 14

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Will pov's

Non riuscii ad addormentarmi perché ero agitato. Ma la mattina seguente non mi sentii stanco, ero troppo agitato anche per quello. Mi svegliai presto e salutai tutti, raccomandando ad Austin di non mandare a fuoco l'infermeria. Cercai di fare come se fosse ovvio che sarei tornato. Di negatività ne aveva già troppa Nico, la portava lui per entrambi. Mi diressi veloce al Pino di Talia, dove avevamo deciso di incontrarci. Nico aveva accennato ad una possibile meta, ma non avevo capito dove o tantomeno perché. Quando finalmente lo vidi arrivare correva verso di me con aria preoccupata. Facendo preoccupare anche me. Quando mi raggiunse iniziò a parlare così velocemente che non afferrai neanche mezza parola.
- Cosa è successo? -
- Stavolta più lentamente - aggiunsi.
- Okay, so dove dobbiamo andare, Piper Jason e Leo ci sono stati e non sarà piacevole -
- Cosa intendi? -
- Dobbiamo andare al palazzo di Eolo, non so perché ma è così -
- E sai dove si trova? -
- Colorado, Pikes Peak - sembrava abbastanza allegro, forse a lui qualche stato da attraversare non sembrava tanto.
- E ovviamente non possiamo andare in aereo - riflettevo a voce alta.
- Già, è troppo rischioso -
Non potevamo certo andare in taxi, quindi l'unico mezzo che avremmo potuto usare era il treno.
- Ci metteremo molto di più, ma il treno sembra l'opzione più veloce -
Lui mi guardò scettico
- Io veramente avevo un'altra idea -
Aveva assunto un sorriso furbo e arrivai a quello che aveva in mente solo dopo qualche secondo. Dopodiché trasalii.
- Scordatelo -
- Per adesso non pensiamoci, ma capirai che ho ragione -
Avrei voluto replicare ma proprio in quel momento arrivò Argo con il suo furgone, pronto a portarci a New York.
Mi sedetti dietro pensando che Nico sarebbe andato davanti, invece con mia grande sorpresa aprì l'altro lato del furgone e si mise accanto a me. Pur sempre in silenzio tutto il viaggio, ma almeno vicino a me.
Non potevo permettergli di viaggiare nell'ombra, era troppo pericoloso. Anche se una parte di me mi urlava che il timer scorreva e dovevamo sbrigarci. Ogni giorno i semidei potevano correre nuovi pericoli o peggio. E dovevo ammettere che con il viaggio nell'ombra sarebbe stato tutto molto più veloce. Non volevo assolutamente perdere Nico però...
Assorto mi addormentai con la testa appoggiata al finestrino freddo.

Nico pov's

Era vero che avevo sognato il luogo di destinazione. Ma avevo omesso la parte in cui Eolo mie ripeteva ciò che mi aveva detto la voce fredda e femminile. E anche la parte in cui Eolo di tramutava in mio padre e mi ripeteva quello che mi aveva detto in quella chiesa. Da brividi. Non era un buon segno e di certo non mi aveva tranquillizzato. Avevo cercato di non pensarci e sicuramente non lo avrei raccontato a lui. Non doveva avere altre preoccupazioni se non quella di riuscire nell'impresa e tornare vivo. Non doveva neanche preoccuparsi di me e dei viaggi nell'ombra. Così in quel momento mi ritrovavo di fianco a lui, che intanto dormiva. Se fosse stato per me non lo avrei svegliato e sarei partito da solo, ma non mi avrebbe perdonato. Non potevo fare come con Reyna E Hedge, non potevo svenire, ma due o tre viaggi non sarebbero dovuti essere un problema. Mentre riflettevo sul da farsi Argo prese una curva stretta che fece barcollare la macchina, me e il biondo al mio fianco. La testa di quest'ultimo andò ad appoggiarsi sulla mia spalla. Mi irrigidii e provai a spostarlo, ma con scarsi risultati e alla fine lascia perdere. Probabilmente non aveva dormito, aveva le occhiaie e gli occhi spenti. Ma non sembrava rassegnato, non sapevo come fosse possibile. Non era un combattente ed aveva comunque accettato l'impresa, se solo avessi avuto la metà della sua forza di volontà. Mi resi conto di essere vicini alla città, dovevo convincerlo a venire con me. Avremmo litigato, ma avrebbe capito che avevo ragione. Quando l'auto si fermò Will sobbalzó e si svegliò. Si alzò di scatto e mi guardò spaesato, poi sembrò svegliarsi veramente e scese in fretta dalla macchina. Prese lo zaino e iniziò a guardarsi intorno. La strada dove avevamo sostato era secondaria ma comunque grande, la gente sorseggiava caffè nei bar a lato della carreggiata. Le persone avevano l'aria assonnata e si guardavano intorno aspettando l'inizio del loro turno di lavoro. Poi tutti iniziarono a stringersi i cappotti per qualche secondo. Quando la folata di aria gelida arrivó anche a me mi sembrò che mi stesse trapassando le ossa. Mi sembrò di ricevere cento aghi nel petto per un secondo e poi tutto svanì lasciandomi solo un forte senso di angoscia. Mi voltai verso Will, anche lui un attimo sconvolto, e gli proposito di fare colazione. Ci sedemmo al tavolo accanto alla finestra aspettando le ordinazioni.
- L'Hai sentito anche tu? -
Mi chiese guardandomi preoccupato
- Sì e non mi piace, dobbiamo sbrigarci a partire -
Dissi sperando che il discorso rimasto in sospeso non portasse ad una litigata.
- Guarderemo gli orari dei tr-
- Sai bene che non prenderemo il treno - lo interruppi subito.
- Sì invece - replicò fermo.
- No -
- Sì -
- Will ti prego non voglio litigare, starò bene se ne farò soltanto uno te lo prometto -
- Non mi dire che ci hai già riprovato dopo l'infermeria -
- No, No perché? -
- Come fai a sapere che sarà sicuro sia per me che per te? -
- Non può andare peggio dell'ultimo e in caso svenissi tu saresti lì a tenermi d'occhio giusto? -
Arrossì lievemente
- Come fai a sapere che ti sveglierai? -
Disse indeciso tra l'arrabbiato e il preoccupato.
- Ti prego, fidati di me -
Ancora non sembrava convinto
- Se vedo che mi stanca troppo rinuncerò e viaggeremo in treno, ma sono sicuro di riuscire a farne più di uno - continuai a guardarlo in cerca di una risposta che arrivò soltanto dopo aver passato l'intera colazione in un silenzio di tomba.
- E va bene, ma solo uno -
Mi voltai verso di lui e annui con un mezzo sorriso sulle labbra. Non feci in tempo a rispondere che notai qualcosa muoversi verso di noi. E come al solito non era amichevole. Sgranati gli occhi, Will si accorse che qualcosa non andava.
- Cosa c'è? -
- Corri - dissi cominciando a mia volta a scappare.
Svoltai l'angolo ma sapevo che non avremmo seminato il vento. Anche solo il concetto sembrava impossibile.
Svoltai diverse volte nella speranza di confonderlo e alla fine arrivammo ad un vicolo cieco. Mi fermai con il fiatone e sguainai la spada. Esaminai il vicolo in cerca di una via di fuga.
Trovai solo bidoni della spazzatura, varie cose buttate all'arinfusa, fra cui una corda. Mi venne un'idea e sapevo che Will non l'avrebbe apprezzata. Ma era pur sempre un idea.
- Will prendi quella corda e legatela in vita, poi fai lo stesso con me - ordinai.
E lui esegui come se non avesse neanche il dubbio che ci avrei tirato fuori da quel casino. Intanto il vento ci aveva raggiunto, accompagnato da altri due. Non sarei riuscito a batterli, ma potevo tenerli concentrati su di me. Cambiai idea quando avanzarono, se era per salvare Will lo avrei battuti eccome. Will e tutti gli altri semidei ovviamente
- Nico, Tieni -
Mi legai la fine al braccio. Giusto il tempo di stringere il nodo, che i venti attaccarono. Non sapevo se la mia spada li avrebbe feriti o gli sarebbe passata attraverso, ma non avevo intenzione di scoprirlo in quel momento. Strinsi la mano di Will, così tanto che gli feci male probabilmente.
Forse era impaurito, ma quando mi voltai verso di lui mi guardò convinto e se lo era non lo diede a vedere. L'ultima cosa che vidi furono i venti ad un centimetro dalla mia faccia, poi mi concentrai sulle ombre e sparimmo nel buio freddo.

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