capitolo 6

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Nico pov's

Per arrivare alla casa grande e avvertire Chirone che sarei rimasto non avrei dovuto fare un giro così lungo, ma volevo farlo, quindi passai in mezzo alle cabine. Indivinate?
Non avrei dovuto farlo. Arrivato a quella di Apollo mi soffermai fissandola, finché non ne uscì un biondo di mia conoscenza seguito da Lea e altri due ragazzi. Lui sorrideva solare, come al solito. E loro gli stavano intorno come se fosse Apollo in persona. Ma chi non lo avrebbe fatto con quel sorriso pazzesco? Aspetta...sorriso come? Lea continuava a toccargli il braccio facendo gli occhi dolci, mentre il ragazzo lo guardava male. Probabilmente era interessato ad una delle due ragazze che stavano sbavando dietro Will.
Quando mi vide mi salutò con un cenno, che non ricambiai. Provai uno strano senso di fastidio mentre li guardavo, mi voltai e continuai a passo spedito per la mia strada. Cercando di non pensare a quella risata, che non avevo mai trovato tanto fastidiosa, il che è tutto dire, mi concentrai su piccoli dettagli. Tutte quelle cose del campo di cui non mi ero mai sentito parte, quelle che avevo iniziato ad apprezzare solo grazie ad una persona. Che a quanto pareva non faceva fatica ad infestare i  miei pensieri. Bussai, Chirone mi aprì senza smettere di parlare con Dioniso.  Quando quest'ultimo se ne andò in uno sbuffo di fumo, all'odore di vino, io mi avvicinai e Chirone sembrò accorgersi della mia presenza, come se non mi avesse aperto la porta trenta secondi prima.
-Scusa stavamo discutendo di...questioni importanti- disse aggrottando le sopracciglia. -Cosa ti porta qui?-  continuò poi.
-Voleva informarla che ho intenzione di restare al Campo- dissi incerto. Infondo se non mi avesse voluto avrebbe potuto cacciarmi. -Sono contento...come mai questo cambiamento se posso chiedere?- disse con quel suo solito tono educato. A dire la verità non sapevo cosa rispondere. Mentre pensavo a cosa dirgli sapevo il vero motivo, ma dato che non glielo avrei detto ringraziai il bussare alla porta. Finché non notai che era Solace. -Signore è arrivata una nuova ragazza- che fosse quella con cui stava parlando? Ma era ovvio. Doveva essere gentile con ognuno dei nuovi arrivati. Compreso me. Solo uno dei tanti nuovi arrivati. Mi diedi dello stupido per aver pensato di essere trattato diversamente. Nuovo incarico, nuova compagnia. Il figlio di Apollo perfetto non poteva stare con il tenebroso figlio di Ade. Era un controsenso. Non poteva accadere. Allora perché mi sentivo tirare da lui come un polo opposto. Infatti la calamita più potente era il suo sorriso. Non riuscivo a smettere di guardarlo, sopratutto quando sorrideva insieme a me, di me o per me. Uscii fuori dai miei pensieri per ascoltare la loro conversazione. -Andró a trovarle una sistemazione- concluse il centauro. Sì voltò verso di me, con il cipiglio di chi la sa lunga senza che tu gli abbia detto niente. Probabilmente era così. Poi spostò gli occhi su Will per poo uscire dalla porta sorridendo.
-Arrivederci Nico-
E mi lasciò solo con un cespuglio di capelli biondi.

Will pov's

Cercai Chirone per avvertirlo dell'arrivo di Melanie. Ma entrai senza bussare trovando ovviamente il figlio di Ade. Mi fissava con un cipiglio infastidito. Per un attimo mi scordai il motivo per il quale ero arrivato fin lì. Come mai era lì? Se ne voleva andare? Ebbi un tuffo al cuore, continuò a farmi male, ogni volta che gli lanciavo un'occhiata. Non poteva andarsene. E perché non mi aveva salutato? Non voleva vedermi prima di andare via? Contavo veramente così poco? Quando Chirone se ne andò avevo ascoltato poco e niente di ciò che aveva detto. -Ehi- esordii -C'é qualcosa che non va?-
-Niente che ti interessi- rispose freddo
-Ok...- ma cos'aveva questo ragazzo? Il ciclo?
-Andiamo- lo seguii fuori. Per poco non mi sbattè la porta in faccia. Camminava molto veloce per le gambe che si ritrovava. Lo raggiunsi correndo. -E' il tuo ultimo giorno quindi? Non che mi interessi... cioè si in realtà mi interessa...ma...ah- dissi o meglio blaterai in qualche strana lingua, che probabilmente non aveva capito. Abbassai la testa diventando rosso. Lui non disse niente e ben presto mi aveva seminato. Restai lì qualche minuto chiedendomi cosa avessi fatto di sbagliato.

Nico pov's

Non gli avevo detto della mia decisione. Ma a lui cosa poteva interessare infondo? Forse non ero stato in quel modo solo per questo motivo ma anche per la ragazza. Ed è la seconda volta che una ragazza di cui non mi frega niente mi fa questo effetto. Ma non mi poteva piacere Will. Non volevo una cotta non corrisposta per anni. Non una seconda volta.

Duellai con la spada per circa due ore per togliermi quei pensieri dalla testa. Quando tornai in cabina ero tremendamente stanco, un po' perché non mi ero ancora ripreso, forse. Mentre mi stavo rivestendo sentii suonare la conchiglia per il pranzo e con non poca sorpresa mi accorsi di avere fame. Il mio stomaco vinse sulla stanchezza e così mi avviai verso il padiglione. Un fiume di semidei si stava riversando nella mia stessa direzione, così accelerai il passo per seminarli. Passai davanti a Will che stava ovviamente ancora parlando con Melany. Mentre li osservavo lui le sorrise e lei gli gettò le braccia al collo. Non volendo più vedere, mi affrettai a sedermi al mio tavolo, girato di spalle pensai.  Mentre mi avviavo verso il tavolo appunto sentii una stretta al polso. Sapevo a chi apparteneva quella mano calda che mi aveva fatto scorrere brividi per tutta la spina dorsale. -Ma che cos'hai?- mi chiese serio
-Ti interessa?- replicai di riflesso in modo altrettanto serio. Lui mi guardò male, poi se ne andò. Essendomi passata totalmente la fame corsi verso la mia porta e una volta entrato la sbattei. Mi stesi sulle lenzuola con le braccia sopra la testa. Ma perché facevi così? Cosa mi era saltato in mente quando avevo deciso di restare? Una lunga serie di domande si fece strada nella mia testa. Tra cui anche il motivo per il cui mi sentivo male se litigavo con Solace. A questa trovai una risposta però. Non mi doveva dare noia. Così mi alzai in fretta, con i puntini neri davanti agli occhi. E uscii una seconda volta per andare a mangiare. Capii subito che non era stata una buona idea, ma non potevo tornare indietro. Distolsi con decisione lo sguardo da lui e mi sedetti da solo come al solito. Anche se provavo a non farlo ogni tanto mi giravo verso di lui e poi imprecando mi giravo di nuovo. Una di queste volte incrociai il suo sguardo. I suoi occhi celesti tornarono sfuggenti al proprio piatto, lo vidi dire qualcosa alla sorella per poi alzarsi.

Will pov's

Guardai Nico ancora una volta e incrociai il suo sguardo. Spostai subito lo sguardo sul mio piatto, pensando che probabilmente mi sarei pentito di averci riprovato. Ma mi alzai comunque diretto al suo tavolo. Non sapevo bene cosa fare. Dovevo sedermi e basta o chiederglielo rischiando di essere mandato via? Senz'altro la prima opzione mi dissi.
-Cosa vuoi?- non era esattamente quello che pensavo avrebbe detto, ma ci si accontenta. -Sapere cosa c'è-  cercai di apparire sicuro
-Perchè ti ostini a voler essere mio amico, io stesso non mi sopporto-
A quel punto pensai veramente di rispondere *perché mi piaci testa vuota* ma mi trattenni.
-Perchè ti ostini ad allontanarmi-
Silenzio.
Silenzio
E ancora silenzio per cinque minuti della mia vita.
Io guardavo lui, lui guardava il suo cheeseburger come se fosse la cosa più interessante di questo pianeta.
-Scusa ok? Non so cosa mi sia preso oggi...-
-Facciamo passi avanti- dissi ridendo.
Sorrise debolmente. -Io non me ne volevo andare, ma tu non avevi voglia di stare con me evidentemente- non avrei mai ammesso quanto ci fossi rimasto male, quanto mi avesse fatto male.
-Scusa.... comunque abbiamo tutto il giorno per rimediare- disse incerto con una lieve increspatura sulle labbra. Mentre mi guardava con quei suoi occhi scuri, dovetti fare un grande sforzo per non cedere. Ero strafelice che volesse rimediare. Ma non potevo.
-Scusa ho promesso a Mel che sarei stato con lei-
-Oh...ok sarà per un altra volta- forse fu solo la mia immaginazione, ma avevo visto una lieve punta di delusione nei suoi occhi.

Passai tutto il pomeriggio Mel, ma per tutto il giorno non avevo fatto altro che pensare a lui. Non volevo che si offendesse, che pensasse che non mi importava di lui. Non volevo aspettare fino alla mattina seguente per rivederlo.
Così aspettai che si alzasse dopo la cena e lo seguii.

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