Capitolo 16

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Prima di iniziare a scrivere volevo chiedere una cosa alla poche persone che leggono...quanti anni pensate che io abbia?

Nico pov's

Sentii le mie guance colorarsi di rosso dopo aver realizzato che dicendo quelle cose sarei sembrato ridicolo, ma non distolsi lo sguardo.
Quando pensai che avrebbe detto qualcosa, scorsi un guizzo nei suoi occhi e le sue mani scattarono immediatamente verso la gamba. Digrignó i denti, mentre osservavo allarmato le dita stringere la presa. Lo guardai di nuovo negli occhi ma mi sembrarono tremendamente distanti. Presi la sua manco, fredda tra le mie, non stringeva più la gamba.
- Will - gridai allarmato. Ma ormai giaceva scomposto sul sedile. Mi concessi due secondi di panico, sapevo di non poter perdere il controllo. O almeno la mia mente lo sapeva...le mie mani continuavano a tremare e i miei gesti erano impacciati. Cercai di creare un arcobaleno per chiamare Chirone o in casi estremi Apollo, ma non funzionò in nessuno dei due casi. Era come essere al telefono e avere qualcuno dall'altra parte che quando finalmente sei riuscito a prendere segnale ti attacca in faccia. Come se ci fosse un interferenza divina. Ma non poteva essere Eolo. E fu in quel esatto momento che capii cosa stesse accadendo. Non era Eolo, era ancora Crono e Gea e qualsiasi altra guerra fosse mai avvenuta prima della nostra nascita. Gli dèi non potevano restare calmi per sempre. Ad ogni guerra gli venivano fatte promesse. Promesse che venivano infrante sempre e comunque. Sia da parte nostra che da parte degli dei maggiori. Ma dico io no, non potevano restare dormienti per un'altra ventina d'anni? Come se non bastasse non era il momento adatto per avere quest'intuizione geniale, di certo non serviva a calmarmi.
Poi avvenne. E giuro che non avevo mai detestato così tanto l'essere figlio di Ade. Se non lo fossi stato non avrei sentito quello che sentii in quel momento. Avvertire l'anima di Will che se ne andava era come sentire scivolare via la speranza da ogni parte del mio corpo. Scorreva via come un fiume in piena e non c'era niente che potessi fare per non permettere alla corrente di portarsi lui con sé. Quella sensazione mi fece venire le lacrime agli occhi, mi detestavo, non riuscivo a fare niente per lui. Presi gli zaini svuotandone velocemente il contenuto per terra, cercando di trovare le cure in fretta. Passai la manica del giacchetto negli occhi nella speranza che con le lacrime se ne andasse anche quella sensazione. Diedi a Will più nettare e ambrosia di quanto sarebbe stato prudente fare. Avevo rischiato, ma il cibo degli dei non sembrava avere l'effetto immediato che aveva di solito. Se Eolo fosse arrivato in quel momento l'impresa sarebbe stata conclusa. Non avevo la forza neanche di alzare la spada figurati di affrontare un Dio. Dovevo uscire da quel treno, nascondermi con Will e sperare che si riprendesse. Ripresi la sua mano fra le mie. Mi passarono per la mente tutte le volte che ci eravamo sfiorati per sbaglio. Lui era sempre più caldo di me. E adesso mi ritrovavo a pensare a quanto fosse freddo. Nessuno mi poteva aiutare e io non ero un medico.
Caddi, in ginocchio, accanto a lui, appoggiando la testa sul suo petto. Potevo ancora sentire dei deboli battiti. Ognuno di questi sembrava essere un debole tentativo di combattere il veleno. Gli occhi ripresero a bruciarmi e le mie lacrime bagnarono la sua maglietta.
- Will - sussurrai con voce tremante
- Non te ne puoi andare Will - la voce continuava a spezzarsi
- Non Cosi...non adesso...ti prego...non avrei la forza di andare avanti Will -
Una volta pronunciato il suo nome ci furono due secondi di silenzio tombale e poi un vento gelido mi sferzo la schiena. Avevo un brutto presentimento, all'improvviso fu come avere uno strato di nebbia davanti agli occhi e non erano le lacrime. Mi alzai guardandomi intorno confuso, la finestra si stava congelando. La temperatura si stava abbassando. È finita pensai guardandomi intorno. Presi un respiro profondo. La maniglia della porta si mosse e si congelò. Aprì la porta e restai immobile davanti alla dea.
- Ciao Nico - non mi chiesi come facesse a sapere il mio nome, pensavo solo a come andarmene di lì. Solo lo sguardo di Chione bastò per fare scivolare tutto il calore via dal mio corpo. Intanto una sensazione orribile sì propagava dentro di me. Era come se non riuscissi a respirare e di quella sensazione ne avevo avuto abbastanza nella giara di bronzo. Presi un bel respiro, facendomi male da solo con l'aria congelata della stanza, e cercai di parlare il più fermo possibile.
- Cosa vuoi? -
Conoscevo già la risposta ma avevo bisogno di tempo. Come avrei fatto a portarci entrambi fuori di lì? Cercai di avvicinarmi a lui ma la dea si posizionò esattamente fra di noi. Mi guardò ridendo
- Non ci pensare neanche, non vi farò scappare -
Tirai fuori la spada, ma nello stesso istante lei tirò fuori il pugnale. La sua mano penzolava sopra il letto di Will facendo oscillare la lama. Capii l'avvertimento e rinfoderai l'arma.
- Sarebbe un vero peccato rovinare questo bel ragazzo...capisco perché sei innamorato di lui, non mi dispiacerebbe averlo come statua nel mio futuro palazzo -
Strinsi i pugni fino a conficcare le unghie nella pelle. Odiavo questa abitudine degli dei di prendersi gioco delle emozioni umane.
- Cosa ti fa pensare che io sia innamorato di lui? -
- Quando sono entrata qui dentro ho capito che tenevi a lui più di quanto avessi immaginato -
Rise e aggiunse
- Ti ho in pugno, non lo lasceresti mai qui -
Sapevo che dalla mia prossima mossa dipendeva la vita di Will.
- Siete patetici, speravate veramente di poter fare qualcosa con...- Chione si interruppe per poi abbassare lo sguardo sull'elsa di ferro dello Stige che spuntava dalla sua pancia.
- Voi dei commettete sempre lo stesso errore...pensate che le nostre emozioni ci domino. Il che è vero per tutti gli altri, ma non per me -
Pronunciai quelle parole osservando l'icore dorato scendere sulle vesti della dea.  La oltrepassai, cercando di stabilire un contatto con Will ma prima che potessi toccarlo, mi ritrovai fra le mani solo aria gelida. Di lui restava solo il sangue sul sedile. Sentii solo in sottofondo la dea ridere. Mi voltai e sono sicuro che il mio sguardo fosse abbastanza inquietante.
- Cosa farai adesso? -
Urlò la dea lanciandomi il pugnale. Mi abbassai appena in tempo per sentirlo passare sopra la mia testa. Rivolsi un ultimo sguardo a Chione e poi svanii.
L'unica cosa che sapevo in quel momento: non sarei morto, non prima di aver rivisto Will sano e salvo.

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