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L'aereo era atterrato da circa mezz'ora ma dei bagagli ancora nulla, nell'attesa inizia ad accendere il cellulare, ed ecco 2 chiamate di Anna è una di mio padre.

"Ehi papà sono appena atterrato, si tra poco prenderò i bagagli, una riunione ok si domattina sarò lì per le 9, ok salutami mamma" attaccai la telefonata, e finalmente il nastro trasportato inizio a muoversi trasportando j nostri bagagli finalmente. Presi il mio al volo e mi avviai all'uscita.

Il taxi mi fermo all'ingresso del palace hotel, vivevo in un attico del'hotel, avevo passato quasi tutta la mia vita qui dentro, visto che mio nonno ne possedeva il 50%.

Alla reception di sera trovai a Ron, " buonasera Ron, per cortesi tra mezz'ora mi fai salire la cena?" Ordinai.

"Bentornato signor Winter, la cena sarà pronta tra poco, vuole un aiuto per i bagagli?" il tono sempre cordiale di Ron mi fece spuntare un sorriso, lo conoscevo ormai da una vita e ancora mi chiamava signore.

"No ti ringrazio faccio da solo". Mi avvicinai all'ascensore, avevo bisogno di una doccia e una buona cena, l'aereo aveva fatto ritardo di almeno 4 ore. Sarei dovuto essere qui ameno in tardo pomeriggio ed invece erano le 11di sera ormai. Mi tocca mettermi in forma domani ci sarà la rinunione con tutto lo staff ed i nuovi stagisti, e finalmente mio padre mi lascerà condurre gli stagisti.
L'anno prossimo mi sposerò e finalmente tutte le azioni passeranno a me.

Con questi pensieri mi infilo nella doccia lasciando scorrere l'acqua su di me, e la mia mente mi riporta immaggini di questo week-end. Mj spunta un sorriso sul volto, e mi sento rilassato, ma allo stesso tempo anche un po' turbato non so che mi prende. Bussano alla porta, mi appresto ad infilare l'accappatoio ed accogliere la mia buona cena.

"Buongiorno Anna" le do un rapido bacio sulla guancia e mi accomodo per fare colazione.

"Ti aspettavo ieri sera, pensavo facessi un salto da me" mi dice col tono più basso che ha mente una mano mi accarezza lenta la gamba.

"Mi dispiace tesoro ho una riunione importante oggi è ieri avevo bisogno di riposare" le rispondo distratto. Mentre sul mio cellulare Simon continua a contattarmi per aggiornarmi sulla sua nuova fiamma. Non ho raccontato molto della mia giornata molto, molto intensa, ma in fondo è stata solo una come tante, non c era nulla di più da raccontare quindi avevo taciuto.

"Io ho appuntamento con le ragazze de club, ci vediamo a pranzo?" Anna si alza lisciandosi la gonna, è davvero bella alta un metro e settanta magra, con le curve al posto giusto e degli occhi azzurri e capelli biondi che racchiudono una donna molto bella, fine ed educata. Ma era tutto qui, una bella scatola vuota, scelta per me perché di buona famiglia, e con un buon nome. Lascio andare via questi pensieri, è inutile rimuginarci adesso. La società doveva essere mia, è se per farlo avrei dovuto sposarmi ok l'avrei fatto.

"Si ci vediamo a pranzo! Ti posso a prender io!" Mi lascia un leggero bacio sulle labbra e si allontana con il suo tailleur blu e la sua borsa di chanel.

Arrivato in ufficio, noto L' agitazione nell'aria e sempre così ogni volta che c'è una riunione, anche se la calma poco ci appartiene, in fondo siamo la sede del più grande giornale di New York c'è sempre caos. Mi dirigo dal direttore e mi preparo per la riunione.

Pov's Joey

Il suono assordante della sveglia suona nella stanza. Apro gli occhi e guardò l'ora, sbatto di più le palpebre per riprendermi, cosa al quanto difficile. Quando finalmente i miei occhi anno deciso di aprirsi noto che sono in un fottuto ritardo. Scalcio via le coperte e mi fiondo nel bagno della mia camera.
Dopo una bella doccia rigeneratrice, indosso il mio tailleur preferito. Dopo un leggero tocco di trucco al mio viso e aggiusto la mia chioma selvaggia in uno chignon. Esco in cucina e l'aria profuma di caffè e cornetti caldi.

"Buongiorno a tutti" mi siedo allo snack della cucina e frank mi passa una tazza di caffè. Ieri a cena ci siamo conosciuti parecchio, frank mi ha presentato jhonanthan il suo fidanzato, abbiamo parlato del mio stage, e lui mi ha raccontato che fa lo chef in un ristorante a Manhattan. È una persona molto simpatica e dalla battuta molto facile.
Lo ringrazio con un bacio sulla guancia, mi affretto a prendere il giaccone, la borsa è un allegro Frank è una assonnata Isabel mi gridavano un in bocca al lupo.

Presi un taxi al volo fermandolo con la mano come nei migliori film. Anche se era solo un quarto d'ora a piedi decisi comunque di prendere il taxi visto che ero in un ritardo abissale. Quando il taxi mi fermo all'ingresso del New York Times rischiai quasi il collo per quanto il mio sguardo rimase ferro a guardare quel' imponente struttura. D'un tratto mi senti spingere e l'anima borsa cadere a terra, rilevando l'intero o quasi contenuto sul marciapiede. Guardai la causa di questo casinò e vidi una ragazza minuta, dai capelli ricci che era intenta a scusarsi ed aiutarmi a raccogliere le mie cose.
"Scusami non volevo, non ti avevo proprio vista sono in ritardo" spiegava mentre posavo le mie cose di nuovo in borsa.
" anche tu per lo stage?" Non so ma tra aspiranti giornalisti e come se ci fosse una calamita.
"Si anche tu?" Annuì
"Menomale allora non sono proprio in ritardo! Entriamo insieme? Ti va" le sorrisi e ci avviammo in quello che era per me il mondo delle favole, il mio mondo

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